Gigi Di Fiore

È il finale schioppettante di un’auto celebrazione entusiasta, che ha coinvolto ministri, sottosegretari, il presidente della Camera e il vice presidente del Senato. Il movimento 5 Stelle diventato forza di governo celebra i suoi dieci anni di vita e lo fa a Napoli, dove già nel 2005 fu costituito il primo meet up grillino. Nel grande palco dell’Arena flegrea alla Mostra d’oltremare, allestito con una scenografia nera e grigia e due schermi, ecco Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte. A loro spetta chiudere il primo giorno di festa, dinanzi a molta gente che è lì anche per il concerto di Eugenio Bennato, Lucariello, Maurizio Capone, che inizierà subito dopo. Per il presidente del Consiglio, c’è la passerella nei viali d’accesso, come era stato già nel pomeriggio per Di Maio e per il presidente della Camera, Roberto Fico, tra richieste di selfie e cori di simpatizzanti. L’alleanza con il Pd e la crescita di un Movimento «post ideologico» che diventa partito sono i temi dominanti. IL MOVIMENTO Di Maio entra in scena, introdotto da una band rock. Si muove sicuro, viene interrotto da un gruppetto di giovani che urlano «No alle armi alla Turchia» e lui non si scompone, ma si appropria del loro slogan, rassicura che condivide le loro richieste. Poi fa un bilancio in positivo di dieci anni, indica i risultati raggiunti al governo, fiero soprattutto del taglio dei 345 parlamentari e del reddito di cittadinanza. Accenna al libretto giallo di cartone, consegnato con il biglietto agli spettatori: «Ci sono indicati i nostri obiettivi, ognuno di voi potrà spuntarli man mano che li raggiungiamo, lo faremo insieme». Ma spiega con chiarezza che, dopo dieci anni, il Movimento, nato dall’intuizione di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, deve fare un salto di qualità organizzativa. Dice: «Siamo diventati forza di governo e dobbiamo avere una rete organizzativa sul territorio. Lo preciserò a chiusura di questa festa, coinvolgeremo 80 persone che, a livello regionale e nazionale, contribuiranno a far crescere il Movimento». Da movimento a partito, come dimostrato da una festa che non ha nulla da invidiare a quella dei partiti della prima Repubblica, con gadget, punti ristoro, gazebo. Proprio sui territori locali e le prossime elezioni regionali con la possibile alleanza con il Pd, Di Maio replica all’invito di Nicola Zingaretti e dice: «I patti regionali e nazionali con il Pd non sono all’ordine del giorno». Eppure, Beppe Grillo, che è a Napoli ma non interviene sul palco, fa sentire il suo pensiero proprio sull’alleanza con il Pd. Bacchetta chi tra i 5 Stelle, come Di Maio, esita sui patti regionali: «Stop ai piagnistei sulle alleanze con il Pd, non voglio che rimanete qui a dire sempre Pd. Fanculo a voi, stavolta, non avevamo scelta. Cambia il mondo e noi ancora qui con onestà, onestà». Anche Roberto Fico non mostra alcuna nostalgia per il passato: «Dobbiamo guardare avanti, la strada di una organizzazione nuova con più collegialità è molto importante». Del progetto farà parte il premier Giuseppe Conte? Di Maio lo invita sul palco e giù gli applausi, i cori. Conte smentisce di voler formare un suo partito «perchè ci sono già molti soggetti politici», ma sulla sua iscrizione a un meet up 5 Stelle dice soltanto: «Lavoro benissimo con il Movimento e considero le esperienze dei meet up molto felice, perchè sono focolai di partecipazione dal basso».