Lunedì nove settembre

Buongiorno a tutti. Oggi alla Camera il voto sul nuovo governo, domani la replica al Senato. Conte alla prova della fiducia: “Ora una stagione riformista” • Ottenere la distribuzione preventiva dei migranti che arriveranno in Italia, accettare gli sbarchi delle navi delle Ong e dei mezzi militari impegnati nel Mediterraneo, con la garanzia che una parte degli stranieri troveranno ospitalità nel resto dell’Unione. Ecco la nuova strategia messa a punto da Conte con Viminale e Farnesina per superare il trattato di Dublino. Buona lettura a tutti.

Conte bis in aula. Oggi alla Camera il voto sul nuovo governo, domani la replica al Senato. Conte alla prova della fiducia: “Ora una stagione riformista”. L’avvocato si riscopre politico. Nel suo discorso il presidente invocherà un “europeismo critico” (Stampa p.4). «Io garante, superiamo le liti». Dalla riforma della Ue alla manovra, le priorità in 20 pagine (Corriere p.2). Crescita, migranti, Ue. Alla Camera primo test per l’alleanza giallo-rosso. Il premier chiederà oggi la fiducia sui 29 punti del suo programma. Domani tocca al Senato, dove la maggioranza è certa dei suoi numeri. Ma la Lega promette: nelle commissioni sarà un Vietnam (Repubblica p.2). La mossa da “garante”: torniamo ai tavoli europei. Conte deciso a dare un’impronta riformista tagliando i ponti col sovranismo. La concorrenza diretta con Di Maio sulla gestione dei dossier internazionali (Messaggero p.3).

Governo Costituente. Conte: “Un governo per una legislatura costituente”. Il via libera del capo dell’esecutivo al progetto messo a punto da democratici e Cinquestelle. Il nodo del taglio dei parlamentari (Repubblica p.3). L’intervista al costituzionalista Azzariti: “Giusto il piano per le riforme Ma bisogna tornare al proporzionale” (Repubblica p.2).

Cabina di regia. I dem chiedono subito una «cabina di regia». Il M5S: adesso compatti (Corriere p.3). Dario Franceschini chiederà a Giuseppe Conte di varare prima possibile una vera e propria cabina di regia. Un luogo politico dove concordare priorità e decisioni, con i capi delegazione e con i presidenti dei gruppi parlamentari. «C’è bisogno di un coordinamento molto stretto», va ripetendo ai suoi Zingaretti, preoccupato perché l’atteggiamento dei 5 Stelle non è cambiato rispetto a quando erano al governo con Matteo Salvini.

Migranti. Si agli sbarchi se vanno altrove. Distribuzione dei migranti e centri d’accoglienza. Così Roma tratta con la Ue. Sì agli sbarchi se parte degli stranieri andrà altrove (Corriere p.5). La destra pronta a dare battaglia sull’immigrazione. Congelata la linea dei porti chiusi. Ora l’Italia spera nell’Europa (Stampa p.3). Parigi offre all’Italia l’asse nella Ue. Piano di palazzo Chigi. Lettera del ministro francese degli Esteri Le Drian: nuovo governo aperto all’Europa. Risposta di Di Maio: «Vediamoci, pronti a discutere le sfide comuni» (Messaggero p.4). Dossier italiano a Bruxelles: porti aperti ma ricollocamento prima dello sbarco. La proposta che sarà portata mercoledì prevede la condivisione con alcuni partner europei di profughi ed “economici” (Messaggero p.4).

Migranti. Cinquanta migranti soccorsi in mare. Appello al nuovo governo: “Salvateci”. L’intervento di Sos Mediterranée davanti alla Libia, la Ocean Viking ora si dirige verso l’Italia (Stampa p.2). Fratoianni di Leu: “Le leggi di Salvini vanno cancellate subito. Siamo al governo, ma se non si cambia atteggiamento con le Ong tornerò a bordo delle navi. Se si bloccheranno ancora i barconi Leu è pronta a fare opposizione dura” (Stampa p.2).

Giorgio Gori sindaco di Bergamo. “Sull’immigrazione la gente chiede sicurezza. Il Pd non lo dimentichi. Le nuove politiche che devono superare la disumanità non devono perdere di vista le richieste di legalità dei cittadini” (Repubblica p.6). La svolta è salvare i disperati. L’editoriale di Cristian Rocca sulla Stampa (p.23).

Sottosegretari e deleghe. Di Maio sfila il Commercio estero al Mise per potenziare gli Esteri. La Farnesina gestirà fondi e poteri sulla promozione del made in Italy e sui grandi accordi commerciali. Contrario lo Sviluppo economico che perderebbe personale e circa 250 milioni di risorse (Messaggero p.5). Terza via. Il leader vuole un ministero “piattaforma economica a favore delle Pmi”. Presto il vertice con l’omologo francese. “Puntare su Africa e Commercio Estero”. Di Maio alla Farnesina apre la terza via (Stampa p. 5). Il parere del direttore dell’Ispi e docente di relazioni internazionali Paolo Magri sul neo-ministro: “Ha le possibilità di recuperare con Trump e Macron ma deve far prevalere il ruolo istituzionale. Per difendere l’interesse nazionale non può fare solo il leader di partito”. Lo accusano di poche conoscenze linguistiche e dimenticano i recenti poliglotti rimasti afoni. Ora Roma sarà meno ambigua in Europa; per la Cina il partner principale non è l’Italia ma la Germania (Stampa p.5). Parigi, distensione con Di Maio perdonato per i gilet gialli. Il ministro degli Esteri francesi Le Drian: “Clima cambiato, ora rapporti più costruttivi” (Repubblica p.6). L’ambasciatore Sequi nominato da Di Maio. Un “cinese” alla Farnesina Prove di pace con Pechino (Repubblica p.4). Lo sprint per i sottosegretari. Misiani verso l’Economia. A Chieppa la delega agli 007 (Corriere p.2).

Cinquestelle. M5S, fiducia senza amore. “Ma ora convertiremo il Pd”. Solo Paragone sembra deciso a votare contro il governo al Senato, ma restano i problemi. E Morra scrive: “Noi e i dem, un ossimoro. Eppure possiamo governare anche con il diavolo” (Repubblica p.4). Malumori M5S: «Il Pd è partito male». Ma il sì al nuovo esecutivo è scontato (Messaggero p.2).

Manovra. Redditi, arriva il bonus. Più soldi in busta paga. Nella prossima legge di Bilancio intervento di almeno 5 miliardi per ridurre il cuneo fiscale a favore dei lavoratori con stipendi medio-bassi. M5S vuole salario minimo e tagli ai contributi delle imprese. I benefici andrebbero anche a chi guadagna fino a 8 mila euro l’anno ed era escluso dagli 80 euro di Renzi. I 5 Stelle chiedono di alleggerire i versamenti delle aziende per la disoccupazione (Repubblica p.8).

Sfida impossibile. Cuneo fiscale, stop all’Iva e deficit sotto controllo Sfida (quasi)impossibile. Federico Fubini sul Corriere (p.9). Se il governo vuole disinnescare l’aumento dell’Iva e tagliare le tasse sui lavoratori, non può farlo d’intesa con Bruxelles (perché il deficit sarebbe troppo alto). Se vuole tenere bloccata l’Iva e varare un bilancio accettabile per l’Ue o i mercati, allora deve rinviare qualunque taglio tangibile alle tasse sul lavoro. Se invece vuole dare una sforbiciata fiscale per i redditi medio-bassi ma arrivare a un deficit accettabile per Bruxelles —benché in aumento—allora deve permettere che l’Iva aumenti o varare una stretta comunque fortissima.

Salario minimo. Prima intesa, tornano in campo i sindacati. La soglia dei 9 euro e l’ipotesi di far valere per tutti i contratti siglati dalle organizzazioni rappresentative (Corriere p.4). E arriva il reddito di residenza attiva: 700 euro al mese. Il progetto della Regione Molise per incentivare il trasferimento nei Comuni fino a 2mila abitanti (Corriere p.4).

Tasse green. Il ministro dell’istruzione Fioramonti, M5S, al forum ambrosetti: “Giù l’Iva dei prodotti eco-compatibili. Così spingiamo l’economia verde. Leviamo dal computo del deficit gli investimenti in cultura e innovazione” (Stampa p.16).

Iva, corsa a evitare gli aumenti selettivi. I tagli alle deduzioni. Caccia alle risorse per sterilizzare totalmente lo scatto delle aliquote. Il caso della bozza di Tria: maxi sforbiciata alle agevolazioni fiscali (Messaggero p.6).

Il nuovo Fisco parte dalle emergenze ma prenota una stagione di riforme. Dall’Iva alle agevolazioni il sistema offre molte opportunità per rimodulare il prelievo in modo più efficace ed equo, destinando quanto risparmiato al taglio di altre imposte (Sole p.4).

L’insostenibile leggerezza della spesa. Il Conte bis fa esplicita professione di europeismo. Bene. Ma per attivare “una politica economica espansiva” la parola d’ordine sembra essere “spendere”, senza risolvere la questione cruciale: dove prendere i soldi? Analisi del (vago) programma di governo.

Carlo Stagnaro sul Foglio (p.I).

Critiche. «II governo rovinerà l’Italia. Gli stranieri la compreranno››. L’economista. «L’esecutivo vive di credenze magiche: no inceneritori, no idrocarburi… La nostra industria diverrà preda dei francesi. Come se il Conte bis fosse un Prodi bis» Verità p.6

Collaborazione. L’ex vice ministro leghista Edoardo Rixi: “Il Pd rispetti gli annunci. Se vuole la Gronda a Genova daremo una mano a De Micheli. Ci sono 86 opere già finanziate con 38 miliardi da sbloccare con la firma del ministro (Stampa p.6).

Giustizia, la riforma della discordia. Prescrizione, intercettazioni, carcere: le posizioni di Bonafede e Orlando sono agli antipodi. Difficile credere che Bonafede e Orlando, Guardasigilli in carica e ministro della Giustizia ombra, possano andare d’accordo. Liana Milella su Repubblica (p.27).

Pd. Zingaretti avverte gli alleati grillini: “Al nuovo governo serve lealtà”. Il segretario a Ravenna: basta intolleranza. E punge il M5S: discontinuità grazie a noi. Tra nemici non si governa. Adesso apriamo una stagione nuova per amore dell’Italia. Finalmente nel Pd è stata sconfitta l’ossessione dell’io e si è affermato il primato del noi (Stampa p.7).

Salvini. L’anti-salvinismo che rafforza Salvini. Le Mappe di Ilvo Diamanti su Repubblica (p.27). L’opposizione è il mestiere che Salvini conosce meglio. Lo ha fatto, per un anno, “nel” governo. Ma, oggi, può finalmente “fare opposizione nell’opposizione”. Mobilitando le piazze piuttosto che le spiagge… Questa condizione, peraltro, potrebbe alimentare un clima d’opinione a lui favorevole. Tanto più perché attraversato dal risentimento.

Centrodestra spaccato. Salvini va in piazza con Meloni. Ma il centrodestra resta diviso. Con loro anche Toti, Forza Italia non ci sarà. L’imbarazzo del leader per una manifestazione non sua (Corriere p.7). Il centrodestra è già diviso. Berlusconi: con Pd e 5S al tavolo delle riforme. L’ex premier: “L’opposizione va fatta in Parlamento”. Il leader della Lega continua con la sua campagna elettorale permanente: “Tornerò ministro” (Repubblica p.7). I sovranisti vanno in piazza. E Salvini «chiama» il Cav. Matteo: «Siamo squadra, gli alleati restino tali» (Giornale p.8). «Manifestare è legittimo ma disonesto. Solo Berlusconi fa vera opposizione» Il giuslavorista Giulaino Cazzola: «Fi dimostra di essere un partito civile e non estremista» (Giornale p.8). Tra le macerie del governo torna la Lega Nord. I delusi del federalismo in cerca di leader guardano a Zaia. Si agita anche Cota (Giornale p.2).

Capitombolo. La differenza tra polli e complotti. Storia segreta del capitombolo politico di Salvini. Ma come ha fatto il leader della Lega a passare in 29 giorni da padrone d’Italia a padrone dell’opposizione? Tre passaggi non noti spiegano in che momento (e perché) Salvini è diventato ostaggio del suo stesso estremismo. Claudio Cerasa sul Foglio. La normalizzazione del senatore Salvini. Da solo non vince più. Avrà bisogno di ripensare il tipo di polarizzazione che ha incarnato nell’orgia dei talk-show. E la lezione può servirgli per dimenticare il peggio di sé. Giuliano Ferrara sul Foglio. La sconfitta di Salvini sul Copasir. Il commento di Francesco Bei sulla Stampa (p.23).

La rincorsa per le autonomie. Duello tra i governatori e Boccia. Fontana: sulla scuola pronti a una legge regionale. De Luca: la sanità unica in tutto il Paese non si tocca (Corriere p.9). Boccia: «Basta diktat sull’autonomia». Il neo ministro stoppa la rivolta dei governatori. «Il Paese è uno, serve equilibrio» (Qn p.7). La Lega attacca ancora Roma Autonomia, l’esecutivo frena. Il governatore lombardo Fontana: «Basta aiuti alla Capitale, non occorre un delegato del governo». Il monito del ministro Boccia al fronte del Nord: «Ascolto tutti, ma adesso stop alle provocazioni». Il titolare degli affari regionali: necessario un collante per tenere unito il paese ed evitare diseguaglianze (Messaggero p.7).

Papa Francesco. Il monito del Papa dal Madagascar: “Occorrono salari dignitosi per tutti i lavoratori. E bisogna combattere contro la disoccupazione”. Papa Francesco lo invoca con un discorso e anche con una speciale Preghiera durante la visita alla Città dell’Amicizia nella periferia di Antananarivo. “Dio di giustizia, tocca il cuore di imprenditori e dirigenti: provvedano a tutto ciò che è necessario per assicurare a quanti lavorano un salario dignitoso e condizioni rispettose della loro dignità di persone umane”, ha detto nell’inedita preghiera (Fatto p.3).

I giornali del centrodestra.

Giornale. Il rebus dei soldi. Il Conte senza l’oste. Oggi in Aula prometterà flessibilità. Ue, meno tasse e investimenti. Ecco perché è solo propaganda. La prima del Giornale.

Libero. Oggi in piazza a Roma contro il governo LA RIVOLTA DEI GIUSTI Lega e Fratelli d’Italia manifestano insieme nel giorno del voto di fiducia ai giallorossi MELONI: «M5S e Pd ci riempiranno di clandestini e serviranno la Ue» CENTINAIO: «Fermeremo il Conte bis come abbiamo fatto con i migranti». La prima di Libero.

Verità. Le trame di Pd e M5S per durare. Le trame di Renzi per comandare. Vogliono rendere impossibili le urne anticipate con una nuova legge elettorale e modifiche alla Costituzione. Tra queste il taglio dei delegati regionali, in modo da impedire che il centrodestra rovesci i rapporti di forza nelle votazioni per il Quirinale. Intanto l’ex premier si fa il suo gruppo parlamentare e punta a prosciugare Fi. La prima della Verità.

Molti più soldi pubblici ai gay che ai disabili. In Italia i veri discriminati sono gli handicappati. Invece sui movimenti Lgbt sovvenzioni a piogga. Verità prima.

Il ribaltone letto attraverso le estati diverse dei figli di Grillo e Salvini Mentre il giro sull’acquascooter della polizia del rampollo del leader leghista affollava tv e giornali, la notizia dell’accusa di stupro al giovane Ciro restava segreta. E intanto suo padre Beppe preparava l’inciucio con il Pd. Verita p.2

Bruxelles ci tratta da pezzenti Gli europeisti scoppiano di felicità L”Ue da spago al nuovo governo, perche le consegnerà. il Paese. <

Verità p.3

«II governo rovinerà l’Italia. Gli stranieri la compreranno›› L’economista. «L’esecutivo vive di credenze magiche: no inceneritori, no idrocarburi… La nostra industria diverrà preda dei francesi. Come se il Conte bis fosse un Prodi bis» Verità p.6

«Un governo di clandestini e come tale va trattato» L’ex ministro dell’Agricoltura: «I 5Stelle si sono piegati al regime della Ue e al Pd che ha preso tutti i posti chiave»

Libero p.2

Voglia di deficit Ora che c’è la sinistra al potere indebitarsi è diventato giusto Ci hanno raccontato per un anno che lo Stato rischiava il crac per il suo disavanzo Adesso il nuovo governo punta a raddoppiare il passivo, ma nessuno si preoccupa più

Libero p.3

I tormenti di Nordio «Dovevano farci votare. Non siamo cretini» L’ex procuratore: «L’asse M5S-Pd mi preoccupa moltissimo per il futuro della nostra giustizia. Temo il ritorno al Medioevo»

Libero p.5

Baldoria rom, Via Salvini, niente ruspe Nelle ville dei nomadi partono i festeggiamenti Nel villaggio che ospita la “zingaraccia” che aveva minacciato di morte il leader leghista si celebra la caduta del governo «Matteo è andato? Bene, era un razzista. Stasera mi ubriaco»

Libero p.8

Migranti zappatori. Brutta idea Bellanova: importare braccianti Il ministro dell’Agricoltura svela le sue ricette per rilanciare il settore: serve personale per il lavoro nei campi, prendiamolo in Africa

Libero p.9

La manifestazione lega-fdi chi va in piazza non dimentichi i propri errori

Sallusti sul Giornale. Il Conte 2 si affida all’Europa Ma otterrà soltanto mancette Confindustria chiede grandi opere, eurobond e meno tasse, però senza coperture resta un libro dei sogni. Giornale p.3 Di Maio toglie il gilet e si precipita subito alla corte di Macron p.4. «Dopo l’odio adesso torna l’umanità» Franceschini aizza i fan dell’accoglienza Selfie davanti al barcone simbolo. Coi giallorossi tornano i porti aperti p.4. Conte più rosso che giallo cerca l’intesa con Gentiloni p.5. Il neo ministro della Salute? Figlio della Basilicata «malata» p.6.

Il gelo di Confindustria. “No alla flessibilità. L’Ue finanzi i cantieri”. La prima cosa da non fare è andare a Bruxelles per avere più deficit. Chiediamo fondi per un grande piano per le infrastrutture (Repubblica p.8).

Il debito pubblico da ridurre. Privatizzazioni corsa contro il tempo per trovare 18 miliardi. Torna il piano Capricorn che sposta in Cdp quote di aziende di Stato per rispettare i vincoli Ue. Nomine: si parte dal cda della Cassa e da Sace. Sergio Rizzo su Repubblica (p.9).

Non solo coca: dal Canada all’Italia, le ’ndrine vogliono controllare lo spaccio delle nuove sostanze. Le famiglie della Locride e della costa Tirrenica ottengono 18 milioni di euro da un chilo di polvere. Boom dell’eroina sintetica. Così le cosche calabresi sfidano messicani e cinesi nel business del Fentanyl. Per il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri il calo dell’allarme sociale fa volare la domanda. «La ’ndrangheta punta a diventare il supermarket di tutte le droghe» (Stampa p.13).

Cerciello e il giallo dell’auto di supporto. La centrale: dovevate dirci che eravate lì. Le drammatiche telefonate tra Varriale e i colleghi: confusione anche sull’identificazione dei ragazzi americani (Messaggero p.11).

Brexit. Johnson perde i pezzi, ma sale nei sondaggi. Oggi in vigore la legge che blocca l’uscita senza accordo, se non la rispetta Boris rischia il carcere

Parla il Segretario di Stato britannico per la Brexit Stephen Paul Barclay: “Eviteremo il no deal. L’intesa con Bruxelles è ancora possibile. Stiamo negoziando su ogni fronte, certi che se non ci fosse un accordo sarebbe una sconfitta per tutti. La questione è giungere al “deal” e avere una soluzione per il confine con l’Irlanda. Per i 700mila italiani che vivono nel Regno Unito abbiamo un piano: sono importanti per noi (Stampa p.9).

Brexit. Dopo la «preoccupante» mancanza di progressi, il governo francese minaccia il veto su un’ulteriore estensione della Brexit. «I britannici devono dirci ciò che vogliono», ha affermato ieri il ministro degli Esteri transalpino Jean-Yves Le Drian. Sul problema dell’uscita del Regno Unito dall’Ue con un accordo o senza accordo (No deal) che va avanti da mesi, il ministro francese è stato tranchant: «Allo stato attuale delle cose, la risposta all’ipotesi di una proroga è no!». Uscita il 31 ottobre senza ulteriori rinvii, dunque, per la Francia, senza possibilità di concedere alla Gran Bretagna ulteriori tre mesi di tempo, fino al 31 gennaio 2020, per abbandonare l’Unione europea (Repubblica p.13).

Afghanistan, contrordine di Trump. “Con i talebani ora nessun accordo” Il presidente dà notizia di un summit segreto a Camp David e insieme del congelamento del negoziato di pace. “Troppi attentati, mancano le condizioni”. Voleva annunciare il ritiro Usa l’11 settembre. La replica: “Pagherete” (Repubblica p.11). La decisione dopo l’attentato che ha fatto 14 vittime, incluso un militare Usa (Stampa p.8). Negoziati difficili: la necessità di creare un argine anti-Isis. Ci si può fidare degli eredi del mullah Omar? (Corriere p.11).

“America, aiuto”. La nuova sfida dei ragazzi di Hong Kong. In piazza con le bandiere a stelle e a strisce. “Liberateci dalla Cina”. Riarrestato Wong. In piazza arrivano i nonni della protesta: “Proteggiamo i giovani”. Wang, 85 anni, con il suo bastone si piazza tra la polizia e i ragazzi. Con lui lo “zio” Chen, 73, e Edmund, 65 (Repubblica p.10).

Putin è un po’ meno zar. Flop a Mosca e a Oriente. Nelle 83 regioni alle urne dopo le proteste degli ultimi mesi l’affluenza non arriva al 30%. Governatori del presidente battuti dai liberali (Fatto p.4). Amministrative, Putin resiste ma perde consensi nella capitale (Stampa p.15). Russia, astensionismo record (Messaggero p.9). Russia, urne deserte. Avanti i candidati scelti dal Cremlino. Dopo mesi di proteste, l’affluenza alle regionali è stata bassissima. A Mosca Putin perde colpi (Corriere p.10).

Macron vuole “diecimila eletti”. Ma per la prima volta deve allearsi. Il presidente francese “né di destra né di sinistra” lancia da Bordeaux la campagna per le amministrative di marzo. Il suo movimento è alle prese con accordi di desistenza e candidati ribelli. E da Marsiglia a Lione è già in difficoltà. Nei sondaggi è tornato ai livelli del 2018. Questo sarà il primo test senza maggioritario (Repubblica p.13).