Mercoledì quattordici agosto

Buongiorno. Salvini tenta il colpo di scena: tagliamo i parlamentari e poi andiamo al voto. Di Maio chiede allora di non sfiduciare Conte. Intanto in Senato Salvini va sotto contro una nuova maggioranza. Il premier non sarà in aula oggi come chiedeva Salvini, ma il 20. Trump rinvia i dazi e le borse brindano. Oggi è l’anniversario del ponte Morandi. Èmorta Nadia Toffa. Buona lettura a tutti.

Salvini sfida Di Maio. «Taglio dei parlamentari e urne». Ma la mossa leghista non passa. E lui: allora non sfiduci Conte (Corriere p.2). In Senato spunta una nuova maggioranza (grillini, Pd e Leu). Battuto il centrodestra: Conte in aula il 20 agosto, e non oggi (Repubblica p.2). Un’astuzia fuori tempo. Stefano Folli su Repubblica (p.30). Il trucco di Salvini: taglio agli eletti, ma dal 2024… (Fatto p.2). Primo autogol di Salvini: il partito dell’inciucio in Senato arriva a quota 162. Il vicepremier impone il voto nonostante i dubbi di Fi e Fdi. Maggioranza assoluta per M5s, Pd e Leu (Giornale p.3). La via d’uscita dalla crisi: l’imbroglio. L’accozzaglia di chi vuol prendere tempo ha una speranza: che qualche pm azzoppi i leghisti (Libero p.3).

Lo «stupore» del Colle: non si può congelare una legge costituzionale. Per il Quirinale Salvini «cambia le carte in tavola». Corriere p.5 Avviso di Mattarella: impensabile fare la riforma e andare al voto. sciogliere le Camere lederebbe il diritto a chiedere il referendum (Repubblica p.5). Il costituzionalista Azzariti su Repubblica (p.5): “Secondo la Costituzione bisogna fare un referendum”. Sul Giornale (p.4): «L’iter dettato dal leader leghista? Sì, è possibile andare subito alle elezioni. Ma la riforma costituzionale non entrerebbe subito in vigore».

Scenari. La mossa di Fico per tenere aperta la trattativa col Pd. La riforma in calendario alla Camera dopo la sfiducia: se Conte cade, salta. Di Maio: l’obiettivo è di legislatura (Repubblica p.3). Il premier il 20, la riforma due giorni dopo. Il rompicapo dei calendari incrociati. Per il M5S Salvini è all’angolo (Corriere p.5). Il no del Senato mette in forse le certezze del Carroccio. Confermato il calendario voluto dal Movimento e dal Pd. Un Salvini in difesa rinuncia a ritirare i suoi ministri dal governo. Massimo Franco sul Corriere (p.8). Prove (difficili) di ritorno al bipolarismo. Il commento di Roberto D’Alimonte sul Sole. (p.3).

Le urne si allontanano. L’ipotesi di un Conte bis. Il premier alla finestra: «Se resterei? Dare una risposta ora è prematuro, vediamo se mi sfiduciano. In aula vado lo stesso». Per lui i giochi si sono riaperti (Messaggero p.3). Il premier: conta il Paese, non il colore politico. Siamo qui per costruire non per distruggere. Conta chi hai di fronte se vuoi lavorare per la comunità. E frena chi attacca Salvini (Corriere p.9). Da Conte dimezzato a jolly. Così il premier spera nel bis. L’avvocato del popolo prepara l’intervento in Senato. Pronto per altri ruoli: ministro o commissario europeo (Giornale p.6).

Quattro nomi per il dopo Conte. La trattativa sottotraccia è partita. Da 48 ore gli sherpa di Partito democratico e Movimento 5 Stelle hanno cominciato i contatti informali. Nella rosa di nomi per Palazzo Chigi due tecnici e due politici. Sullo sfondo le elezioni per il Quirinale del 2022 (Stampa p.7). Esecutivo Cantone, anzi Fico: la trattativa Pd-pentastellati. Zingaretti negozia, il nodo del programma. Spunta anche il nome di Flick, gradito a M5S (Messaggero p.7). Ne||’esecutivo horror si salva Tria. Dentro Fico, Giachetti e Minniti. Peri veti incrociati, nessun big Pd e M5s. Il Colle chiederebbe garanzie per Moavero (Verità p.5). L’anno bellissimo del monocolore del Bisconte. Analisi logica. I grillozzi si prendano le loro responsabilità, con fiducia del Pd, e il Truce sarà spacciato. Date retta all’ex togliattiano. L’editoriale di Giuliano Ferrara sul Foglio.

Il Fatto intervista Di Maio: “Non mi fido di Salvini: la sua è la mossa della disperazione”. Sulle elezioni anticipate o su eventuali nuovi governi potrà decidere soltanto Mattarella. Io voglio tagliare le poltrone, lui punta a mantenere quei 345 posti anche nella prossima legislatura. Ero preoccupato, perché ogni giorno spingeva per rompere. Ma quel che conta sono i danni della sua decisione. Un nuovo governo si potrà insediare solo dal 1° dicembre. E nel frattempo non si potrà rinnovare il reddito di cittadinanza e non si potrà fare la manovra. Salvini è un irresponsabile (Fatto p.4).

 

Il Corriere intervista Salvini: «Il reddito di cittadinanza va verificato subito. Così non si assume più». Salvini: l’inciucio è pronto, voglio proprio vederli tutti insieme. Io ho preso tali e quali le parole di Di Maio: diceva che dopo il taglio delle Camere si votava. Quindi prima voti quello, poi si apre la crisi. Con Berlusconi ci siamo sentiti per telefono. Le vecchie etichette sono del tutto superate. Nessuno vuole inglobare nessuno. Io voglio fare una legge di bilancio importante e coraggiosa con una persona di cui si fida il mondo come Giancarlo Giorgetti. Ho avuto i brividi a immaginare una manovra Renzi, Boschi, Fico e Toninelli. E mi sono detto: facciamoli uscire allo scoperto (Corriere p.6). Il leader leghista convinto che dem e grillini non reggeranno. Salvini adesso si prepara a scatenare le piazze: un accrocco vergognoso (Stampa p.4).

I 5Stelle: dalla Lega solo un bluff. Le aperture al governo con i dem. L’esecutivo politico di Bettini piace agli ortodossi. Di Maio aspetta ma non lo esclude (Corriere p.9). M5S spiazzato. Il capogruppo furioso con la Lega: perché questa svolta sul taglio dei parlamentari? Di Maio resiste. Ma il patto col Pd non piace a tutti (Stampa p.5). Il sondaggista Noto: «Il partito di Renzi è sotto il 5 per cento». Italiani stanchi, vogliono le urne. «L’intesa Pd-M5s non dà fiducia» (Qn p.5).

Il no di FI a una lista comune. Salta l’incontro con Salvini: «Non rinunciamo all’identità». Ma a Palazzo Madama il centrodestra resta unito. Renato Schifani: «Questa alleanza è l’unica compatta Ma con le fusioni si perdono voti» (Corriere p.10). Il fallito blitz salvinano rallenta l’incontro col Cavaliere. Ma i due si sentono. S’inceppa la trattativa con Berlusconi (Stampa p.4). Per i sondaggisti centrodestra vicino al 50%. Risso (Swg): ma di solito quando più forze si aggregano, qualche punto si perde. Noto: «Da questa crisi Salvini potrebbe uscire rafforzato ma anche indebolito» (Sole p.2). Meloni: «Democrazia incompiuta», Fdi vuole il voto La Meloni e La Russa contro l’inciucio renziani-grillini: «Gli italiani vogliono altro» (Giornale p.5).

Renzi tesse la tela per l’alleanza M5S-Pd. Prove d’intesa in corso. Tra i punti sotto esame il taglio al cuneo fiscale e l’economia circolare (Sole p.2). Il Pd si ricompatta sul «lodo» Bettini. Zingaretti si prepara al voto ma è disponibile a esplorare la strada di un governo duraturo. Renzi: idee ragionevoli. Il capogruppo dem Delrio: «Noi pronti a un patto di largo respiro. Un suicidio per il M5S tornare dalla Lega» (Corriere p.11). Renzi-Zingaretti, la tregua è fragile. Il Pd non ha ancora una linea comune. L’ex premier accantona la scissione e rilancia l’accordo con il M5S, però resta sorpreso dalla mossa di Salvini. Il segretario tiene calda la pista del voto e convoca per il 21 la direzione del partito. Ma il rivale non ci sarà. Il pressing dei padri nobili per un nuovo governo. Boccia: “Oggi vincono Nicola e Salvini, perdono Matteo e Di Maio” (Repubblica p.7). Zingaretti scettico sul governo con M5S “Di Maio stia fuori” (Stampa p.6). Primo set all’ex premier. Il commento di Marcello Sorgi sulla Stampa (p.27). Renzi sposa Renzi sposa i grillini per risorgere. L’ex leader dem indossa il costume da statista e propone un matrimonio d’interesse ai pentastellati. Tutto pur di tornare a galla e imbrigliare Zingaretti. Il commento di Alessandro Giuli su Libero (p.4). Il Pd piange sui conti perché vuole tenersi il Colle il commento di Maurizio Belpietro sulla Verità (p.3).

Sinistra Italiana. “Esiste una nuova maggioranza in Aula Ma non bastano i numeri, servono contenuti. I dubbi del segretario di Sinistra italiana e deputato di Liberi e uguali Nicola Fratoianni. Temi come il reddito di cittadinanza e la precarietà del lavoro sono punti di convergenza (Stampa p.6).

Migranti. Cinquecento migranti ostaggio del mare. Nessun porto sicuro per le navi delle Ong. L’Onu: “Gli Stati intervengano”. I valdesi: “Noi pronti ad accoglierli”. Salvini: “Sbarco da evitare” (Stampa p.9). Il tribunale dei minori: “Illegale trattenerli lì” (Repubblica p.20).

Intercettazioni. Per rivedere le intercettazioni tempo sino a fine anno. Allo studio il rafforzamento delle misure di sicurezza sull’utilizzo dei trojan. Quale Governo vi metterà mano adesso non si sa. È certo però che di tempo non ce ne sarà poi molto. Perchè, il decreto sicurezza bis, appena convertito in legge dal Senato, in vigore da pochi giorni, proroga, ed è la seconda volta dopo la prima che aveva rinviato ad aprile, sino a fine anno il congelamento della riforma Orlando delle intercettazioni. Detto che la riforma Bonafede della giustizia rischia di restare una delle grandi incompiute della legislatura, ma ricordato anche che nella riforma non trovava spazio un intervento sul punto, resta sul tappeto il tema della conciliazione tra necessità di tutela della privacy e obbligo di non compromettere l’efficacia di uno strumento investigativo sempre più determinante (Sole p.23).

Ferragosto tra le sbarre. In tempi di “buttare la chiave” l’iniziativa del Partito Radicale vale di più. Il ministro Guardagalere Alfonso Bonafede, quello secondo cui l’unico modo per scontare una pena è il carcere, probabilmente toglierà il disturbo, comunque vada la faccenda del governo. Il dottor Davigo, quello secondo cui esistono solo colpevoli che non sono ancora stati acciuffati, si può sperare che avrà meno influenza sulle linee di condotta di Via Arenula. Ma il rischio che al ministero della Giustizia, prima o poi, finisca un amico fidato di Matteo Salvini, quello dei “lavori forzati” e delle chiavi da buttare via (a quest’ora avrà riempito una discarica), resta forte. Eppure, di carcere, di riforma delle carceri, della loro efficacia ai fini della sicurezza della collettività, o anche solo delle condizioni di vita e salute dei sessantamila reclusi negli istituti penitenziari su cinquantamila posti disponibili (dati del ministero al 31 luglio) non si parla più. O meno di prima. Nonostante i 28 detenuti (fonte Antigone) suicidatisi dalla fine dell’anno. Così è anche più che doveroso sottolineare l’importanza della consueta testimonianza civile e politica radicale di agosto sulle carceri. “Ferragosto in carcere” è il nome dell’iniziativa promossa dal Partito Radicale in tutta Italia, in collaborazione con l’Osservatorio sulle carceri dell’Unione Camere penali, che con una mobilitazione speciale di oltre trecento persone quest’anno entrerà in circa settanta istituti penitenziari in tutte le regioni. Lo scopo? “In – contrare i detenuti e il personale che svolge la propria attività lavorativa per conoscere meglio le condizioni di ogni struttura carceraria”, spiegano. O, per dirla con Rita Bernardini, perché è in questi palazzi che si può capire “il grado di civiltà di un paese”. Non sarà solo il giorno di ferragosto, le visite – molti i parlamentari, molti i garanti dei detenuti – dureranno quattro giorni, dal 15 al 19 agosto. Un modo per non dimenticare, nemmeno nei giorni in cui è bello dimenticarsi di tutto, che la giustizia è un bene centrale di una democrazia (Foglio p.3).

Trump rinvia i dazi sull’hi-tech di Pechino. Un gesto distensivo verso i consumatori e le aziende Usa come Apple che assemblano in Cina (Repubblica p.27). L’Italia fra i paesi che guadagnano nella guerra commerciale fra i due colossi. I mercati rialzano la testa. Slitta a dicembre una parte dei rincari Usa: salvi i regali di Natale. Il dollaro recupera sull’euro, forte rialzo delle quotazioni del petrolio (Stampa p.23). Rinviate tasse su beni per 98 miliardi (Sole p.6).

Argentina. L’Italia nella tempesta Argentina a rischio export e investimenti. Un miliardo di dollari “puntati” sul Paese da gruppi come Fca, Tenaris e Impregilo e molte vendite di macchinari tricolori (Repubblica p.26).

Operai cancellati. La crisi politica cancella gli operai. Oltre 240 mila rischiano il posto. Da Ilva a Whirlpool, da Bekaert a Embraco, il caos del governo lascia irrisolte centinaia di emergenze industriali. Appello unitario di Cgil, Cisl e Uil. Re David (Fiom): “Lavoratori dimenticati come i migranti in mare”. Il decreto per le imprese non arriva alla Gazzetta Ufficiale, a rischio gli ammortizzatori. La task force del Mise spiazzata dagli eventi (Repubblica p.11).

La crisi preoccupa i sindacati… «Preoccupati dalla crisi. Subito risposte su fisco, investimenti e lavoro». Per la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan «va assolutamente scongiurato l’aumento dell’Iva» (Sole p.4).

…e le aziende. Le aziende sono molto preoccupate: la situazione del mercato interno è quella che è. Non perdiamo altro tempo Andiamo subito a votare. Parla Roberto Snaidero, l’imprenditore friulano, ex presidente Federlegno: “Non vedo alternative Più si va avanti, più continua l’agonia. Filo-Salvini? Non mi interessa: dico quel che penso” (Stampa p.8).

Banche. Banche venete, il conto per lo Stato sale di 7 miliardi. Sga svaluta i crediti di Veneto e Vicenza di quasi il 50%. Eurostat nel 2018 aveva già imposto il ricalcolo del debito (Stampa p.22).

Criptovalute. Svolta in Nuova Zelanda “Anche le criptovalute per pagare gli stipendi”. Il governo Ardern permette alle aziende di versare le nuove monete ai dipendenti (Repubblica p.28).

Nuova Cernobyl? Paura per l’incidente atomico. Allarme Usa, Mosca minimizza. Esplosione in una base militare russa. Funzionari americani: solo Chernobyl peggio. Lo scoppio avrebbe coinvolto un missile nucleare, ma la Russia ha diffuso poche informazioni (Corriere p.12). Test nucleare. Il Cremlino ammette: “Una tragedia” (Stampa p.20)

Hong Kong, riaperto l’aeroporto dopo gli scontri. Dopo l’occupazione da parte dei manifestanti, e la cancellazione di tutti i voli dall’isola per il secondo giorno di fila, c’erano stati nuovi scontri tra i dimostranti e la polizia. Donald Trump ha twittato: «La Cina ha spostato le truppe verso il confine. Tutti stiano calmi» (Corriere p.12). James To, il veterano del Parlamento spiega le 5 richieste al governo: “Le forze dell’ordine utilizzano proiettili contro i cortei pacifici”. L’appello dei manifestanti: “Violenze e arresti illegali. L’Occidente ora ci ascolti” (Stampa p.16). Il bivio di Xi tra repressione e il rischio di nuove sanzioni. Dopo giorni di censura, il governo di Pechino alza i toni sui social: “I manifestanti sono criminali”. La strategia è spaventare i giovani, l’uso della forza potrebbe compattare il fronte internazionale (Stampa p.17).

Epstein. Nella prigione dorata di Epstein ai Caraibi: “Le ragazze provavano a fuggire a nuoto”. Un tempio con pareti insonorizzate e uffici tappezzati di foto osé nella villa-trappola dell’ex finanziere suicida. Il testimone: arrivavano donne molto giovani (Stampa p.18). La testimonianza di James B. Stewart del New York Times. Quando Epstein mi disse che conosceva i segreti dei suoi amici potenti. Considerava normale il sesso con le adolescenti. E organizzava cene con Steve Bannon e Woody Allen Cercava un biografo (Repubblica p.12). Brunel, “l’ami”di Epstein. “Gli procacciava 12enni”. “Mediapart” svela i legami tra il finanziere suicida e il manager delle modelle (Fatto p.19).

Domingo accusato di molestie. “Falso. Ma erano altri tempi”. Nove donne citano episodi di fine anni Ottanta. Il tenore respinge le imputazioni. Negli Usa mettono le mani avanti: l’Opera di Los Angeles indaga con un avvocato, la Philadelphia Orchestra cancella l’invito (Repubblica p.37).