Mercoledi ventuno agosto.

Buongiorno. Conte pronuncia un durissimo intervento contro Salvini e va al Quirinale a dimettersi. Oggi le consulazioni. Il colle cerca una soluzione rapida. Telefonata Zingaretti – Di Maio per far nascere un governo giallorosso. Buona lettura a tutti. PS Stamattina la rassegna è incompleta per problemi tecnici. Scusate.

Conte lascia. Tempi stretti per la crisi. Il presidente del Consiglio Conte ha annunciato ieri al Senato la fine del governo M5S-Lega, attaccando a tutto campo il vice Salvini: «Ha perseguito interessi di parte, una decisione grave» quella di aprire la crisi, «dettata da opportunismo politico». La scelta di rompere, ha detto Conte, interrompe l’azione di governo ed «espone a seri rischi il nostro Paese», compreso lo spettro di ritrovarsi in esercizio provvisorio con un nuovo Esecutivo «nella difficoltà di contrastare l’incremento dell’Iva e con un’economia esposta a speculazioni e sbalzi dello spread».More

Cala il sipario. Accuse, smorfie e rosari nella corrida del Senato. Giù il sipario sul governo Conte feroce con Salvini: “Irresponsabile”. Applausi dai banchi del Pd. Il divorzio dei due ex alleati si fissa in una sequenza nell’Aula del Senato verso la metà del discorso del premier Conte. «Far votare i cittadini è l’essenza della democrazia», sta dicendo l’inquilino di Palazzo Chigi. Pronuncia questa frase e gli spalti, pardon i banchi della Lega si incendiano, applausi scroscianti, Salvini sorride e fa un gesto come dire «eh infatti», per qualche secondo il premier si interrompe. «Ma sollecitarli a votare ogni anno è irresponsabile», prosegue, e stavolta ammutoliscono i leghisti e si accende il battimani in un altro settore dell’emiciclo, un’altra tifoseria si direbbe. Un intervento via l’altro fino alla replica piccata del premier dimissionario: «La responsabilità della crisi porta la firma del ministro Salvini, ma se gli manca il coraggio me la assumo io». Le ultime parole della giornata, prima di lasciare Palazzo Madama in direzione Quirinale. E aprire un altro film.
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Il selvaggio e il leader per un giorno.

Cechov ha costruito i suoi racconti più belli su figure di funzionari e di professori di provincia che appena escono dall’anonimato rimangono schiacciati dal “fuori luogo”. Pensate infatti a Conte, alla sua politica come gentilezza e, per contrasto, alla forza delle accuse finali – come non condividerle? – con le quali ha condannato Salvini.
Francesco Merlo su Repubblica. More

Il Colle. Mattarella non vuole la melina dei partiti. Subito un accordo o si andrà alle elezioni. Via alle consultazioni rapide. Senza intese tra Pd e M5S in un paio di giorni nasce il governo “di garanzia”. Mattarella ha urgenza di sciogliere i nodi per mettere in sicurezza l’Italia nel caso di elezioni. Ugo Magri sulla Stampa. Governo vero o elezioni scrive Marzio Breda sul Corriere. More

Matteo Renzi in Aula. Dal suo scranno del Senato parla da leader e benedice un governo istituzionale, che salvi il Paese e faccia la manovra. Scagliando un dardo velenoso al leader del suo partito, con quell’accusa di «connivenza» con Salvini per andare al voto a ottobre, impedendo la formazione di un nuovo esecutivo. Si premura pure, Renzi, di chiarire che lui non ne farà parte per tenersi le mani libere e nemmeno Lotti e la Boschi del suo «giglio magico».
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EDITORIALI E OPINIONI

Il rischio di allungare i tempi. I fautori di un rapido sbocco della crisi, grazie a un capovolgimento delle alleanze in Parlamento, con al primo posto la volontà della maggioranza dei parlamentari di evitare le elezioni e quella dei partiti più in difficoltà di impedire la vittoria nelle urne di Salvini, l’avevano fatta troppo facile.
Marcello Sorgi sulla Stampa. More

Il sentiero stretto. Il premier che i capi di Cinque Stelle e Lega avevano designato e presentato come mero esecutore del loro trionfale e velleitario contratto del cambiamento, alla fine esce a testa alta. E ridimensiona i presunti «padroni» della maggioranza giallo-verde. Conte potrebbe diventare uno dei candidati naturali a guidarlo. Ma qui si entra nella terra incognita di una crisi dai contorni inediti. Alle diffidenze tra un partito e l’altro si sommano i contrasti all’interno di ogni forza politica. Il rischio di tenere l’Italia in sospeso mentre si affastellano le decisioni da prendere è quello che il capo dello Stato, Sergio Mattarella, vuole evitare.
Massimo Franco sul Corriere.More

La partita del 2022 per gestire l’operazione Colle. L’idea che attraversa il Parlamento è che si possa riproporre a distanza di anni lo «schema Ciampi», il cui percorso politico rimase sempre dentro il perimetro delle istituzioni: da Banca d’Italia a Palazzo Chigi, fino al Quirinale. Che poi è il vero oggetto della contesa di questa crisi. Perché in ballo non c’è (tanto) il governo ma chi eleggerà il prossimo capo dello Stato.
Francesco Verderami sul Corriere. More

Crisi, tempi stretti soluzione lontana. Ieri il Senato poteva vivere una memorabile giornata di vita parlamentare e invece ne ha vissuto una abbastanza mediocre. L’epilogo del governo del cambiamento doveva essere l’occasione per una riflessione corale intorno ai quattordici mesi dell’esperienza populista e invece ognuno ha recitato la sua parte secondo schemi prevedibili e con scarsa passione civile. Il premier aveva promesso di aprire la crisi in Parlamento e lo ha fatto, ma il suo discorso è stato una resa dei conti con Salvini, caricato di tutte le accuse che Conte gli aveva risparmiato fino a ieri.
Stefano Folli su Repubblica.More

Il ballo delle anime perse. È un’anima persa Giuseppe Conte, dal quale ci si aspettava un discorso finalmente all’altezza del ruolo, che trasformasse il vacuo “avvocato del popolo” in un vero “uomo di Stato”. E invece non è stato così, e per offrirsi senza un serio disegno politico a un bis purchessia il premier uscente ha pattinato sulle miserie di questo “anno bellissimo”, raccontandolo per quello che non è stato.
Massimo Giannini su Repubblica. More

Chi ha paura di Conte. Il presidente del Consiglio stava crescendo troppo per lasciargli altro campo libero da fiore all’occhiello del M5S. È lo stesso timore che anima Zingaretti e Renzi, divisi su tutto fuorché sull’ostilità a Conte, tanto comprensibile per ragioni di bottega quanto miope per gli interessi dell’Italia.
Marco Travaglio sul Fatto. More

Fenomenologia del salvinismo democratico che preferisce il Truce. Ex comunisti di destra, terzisti e bella gente. Idiosincrasie, ubbie politiche, qualche ragione e molti errori. L’unica domanda che conta: ha senso dare il vantaggione al Truce? Ci vorrebbe, da parte loro, una autoanalisi e una presa di coscienza su uno schietto dilemma politico: gliele diamo le elezioni risanatrici e glieli diamo i pieni poteri, sì o no?
Giuliano Ferrara sul Foglio. More

Caro Matteo, che pasticcio ci hai combinato. Diavolo di un Salvini. Da un anno le chiediamo di staccare la spina al governo con Di Maio, ma mai più immaginavamo che lo avrebbe fatto in questo modo e soprattutto con questi (probabili) esiti.
Alessandro Sallusti sul Giornale.More

Così la crisi al buio terrorizza il Palazzo: tutti sono a rischio. Ieri al Senato Salvini non ha dato il meglio di sé e il timore di non avere le elezioni, di non essere più al riparo nel governo e, magari, di dover subire un governo che nasce per emarginarlo con una nuova legge elettorale proporzionale, lo ha costretto a subire oltre agli insulti di Conte anche una porta in faccia dai grillini.
Augusto Minzolini sul Giornale. More

Zingaretti-Di Maio. La trattativa è partita. No del Pd al bis del premier e il nodo Renzi. Telefonata tra i leader e prima intesa: serve un accordo di legislatura. Il 5S: “Puoi darmi garanzie su Matteo?” La risposta: “No”. Il timore che l’ex premier faccia la scissione per pesare di più nel nuovo governo. Oggi la direzione dem. More

Il paletti del partito del voto. C’è un gioco di sponda tra Pd e Quirinale per costringere il M5s alla resa immediata. Le condizioni di Zingaretti per far partire il nuovo governo, la battaglia in vista della direzione. Lorenzo Fontana conserva un residuo di speranza: “Tutto si decide nei prossimi due giorni. Pd e M5s hanno poco tempo per trovare l’intesa”. More

In casa Cinquestelle. La strategia di Di Maio: ripartire da me e Conte. Ma il Movimento sbanda. Nel M5S resta forte la spinta a un accordo con i dem E c’è anche chi loda l’intervento dell’ex leader pd. Corriere pagina 6. Luigi pensa al passo indietro pur di confermare il premier “Non ci può essere alternativa” Pressing dei grillini: il leader lascerebbe il governo come scalpo al Pd Messaggio a Conte di Von der Leyen. L’M5S spera nella sponda europea. Stampa pagina 7.

In casa Lega. Salvini grida al complotto. Ed è pessimista sulle urne. Ai suoi: c’è il10% di possibilità di votare. Giorgetti: dibattito interno? Da noi decide il capo. Corriere a pagina 7.
Il flop di Salvini agita la Lega. Può perdere subito il Viminale. L’estrema giravolta del ministro dell’Interno: il ritiro della mozione di sfiducia, a dimissioni di Conte già annunciate. La stoccata di Giorgetti: “Ha deciso tutto lui, da noi non c’è democrazia”. Repubblica a pagina 8.
Salvini: l’Europa voleva sabotare la manovra. I peones scettici: “Matteo consigliato male”. La decisione di rompere dopo lo scandalo dell’incontro al Metropol. Ma nel partito cresce la delusione. Stampa a pagina 8.

Harakiri di un leader Salvini come Berlusconi e Renzi: arrivato all’apice è diventato nemico di se stesso. In pochi giorni il leader leghista ha sbagliato tutte le mosse. Come, prima di lui, quei capi che hanno confuso alto consenso e delirio di onnipotenza. Nel 2009 il Cavaliere a Onna aprì alle opposizioni. Due giorni dopo era da Noemi Letizia. Il 40% e poi la caduta del referendum per il Pd. Europee e poi Papeete per l’altro Matteo. Filippo Ceccarelli su Repubblica a pagina 9.

Social. Si studia la controffensiva sul web. Matteo pronto a scatenare la “Bestia”. «Salvini non si discute», dicono in tanti. Ora prima di portare la gente in piazza per protestare, scenderà in campo la “Bestia”, la macchina social di Salvini che sta già scaldando i motori. «Movimento 5 Stelle e Partito democratico cadranno prima nella rete, poi nei palazzi», la convinzione. E Morisi, l’uomo della comunicazione sul web della Lega, già pianifica la battaglia: «Nessuna spallata, ma gli elettori del Movimento 5 stelle e del Pd non ci staranno a questo inciucio». Messaggero a pagina 6.

Centrodestra. Forza Italia chiederà le elezioni. «Salvini? Ci ha vendicato Conte». Berlusconi cerca l’unità della coalizione. Anche la Meloni spinge per le urne anticipate. Messaggero a pagina 8.

Rosari. Spadaro: “Quei rosari strappati alla devozione per pura propaganda”. Il direttore di Civiltà Cattolica: “Mi ha colpito l’espressione di Conte sull’incoscienza religiosa. San Giovanni Paolo II parlava di sana laicità”. Rosy Bindi. “Salvini profana i simboli religiosi Adesso con i 5S serve discontinuità”. Il presidente Conte ha tenuto un discorso condivisibile nella critica al suo vice leghista ma non ha rinnegato nulla della sua azione di governo. Anzi.

L’altro Matteo si è ripreso la scena. “Niente ministeri”. A me sembra naturale che nessuno di noi entri al governo. Non parlo per Boschi o Lotti ma se mi chiedono un consiglio dico di restare fuori. Matteo Pucciarelli su Repubblica. More

Un anno di governo. Il dibattito in Senato ha messo a nudo l’insanabile distanza tra leghisti e grillini I ripetuti scontri nella maggioranza in altri tempi avrebbero subito aperto la crisi Litigi, polemiche e insulti Un anno gialloverde vissuto pericolosamente. Stampa pagina 9.
Il governo aveva approvato un decreto per garantire la continuità produttiva in alcune fabbriche Ma il provvedimento non è ancora stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Dalla Whirlpool all’ex Ilva, lavoratori abbandonati. Dal presidio della fabbrica di lavatrici un appello a Mattarella. Repubblica pagina 11.
Il dibattito in Senato ha messo a nudo l’insanabile distanza tra leghisti e grillini I ripetuti scontri nella maggioranza in altri tempi avrebbero subito aperto la crisi Litigi, polemiche e insulti Un anno gialloverde vissuto pericolosamente. Stampa a pagina 10.

Sui giornali nel mondo. Evidenziati gli attacchi di Conte al vicepremier, definito “irresponsabile” Il New York Times: è stato il governo più nazionalista e disfunzionale “La fine dei populisti” L’Italia in prima pagina sulla stampa straniera. Stampa pagina 10.

Open Arms. Il procuratore di Agrigento, Patronaggio, arriva in elicottero e decide dopo un’ispezione con alcuni medici sulla nave umanitaria. Il governo spagnolo aveva fatto salpare un’imbarcazione militare per prendere e trasportare a Maiorca chi era rimasto a bordo Open Arms sequestrata dalla Procura. Sbarcati a Lampedusa tutti i migranti. Intanto dall’inizio di agosto arrivati 648 fantasmi. Ieri la finanza ha intercettato un veliero: 69 a bordo. Stampa a pagina 11.

Il capo missione dell’altra nave in attesa: “Tocca a noi, l’Europa smetta di ignorarci”. Da 12 giorni siamo in stand by dopo aver salvato 350 persone. A bordo non c’è ancora emergenza ma non potremo resistere all’infinito. Repubblica a pagina 12.

Mimmo Lucano. L’esilio e il padre malato. Giustizia, non pietà. Diritti, non concessioni. «Anche se mio padre non dovesse farcela, non chiederò di tornare a Riace». In quell’appartamento prestato di Caulonia che abita da ottobre ma non riesce ancora a chiamare casa, ostaggio di un provvedimento di esilio che gli impedisce persino di assistere il padre 93enne e malato, Mimmo Lucano non cede. Mentre in migliaia si mobilitano perché possa tornare in paese, lui ripete: «Non voglio carità». Della petizione lanciata dal Comitato 11 Giugno per invocare «un gesto umanitario» del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha saputo nulla fino a quando Facebook si è riempito di messaggi di solidarietà. Né immaginava che potesse avere tanto sostegno. In 24 ore l’hanno firmata in 25mila e appelli a sostenerla sono arrivati dai soggetti più diversi, dal vignettista Vauro Senesi al direttore di Civiltà Cattolica Antonio Spadaro, da don Tonio Dell’Olio di Libera a Beppe Giulietti della Fnsi. Repubblica a pagina 18. More

Tremonti sull’Iva. Quella clausola di salvaguardia imposta dall’Europa nel 2011. Tutto cominciò con la crisi delle grandi banche tedesche e francesi. Giulio Tremonti scrive al Sole. Ho letto sul sito del Sole 24 Ore l’articolo di Dario Aquaro e Cristiano Dell’Oste pubblicato nei giorni scorsi in materia di “clausole Iva… un prologo che risale all’estate del 2011. More

Savona contro Draghi. L’idea di Savona: patto Roma-Bruxelles e poi debito targato Ue. Al Meeting di Rimini attacco a Draghi: «L’Europa e la Bce impreparate alla crisi 2011». La Banca centrale europea è intervenuta in ritardo dopo la crisi del 2008 e con strumenti non risolutivi. L’attacco all’istituto di Francoforte arriva da Paolo Savona, presidente Consob ed ex ministro degli Affari economici del governo gialloverde, in occasione del Meeting di Rimini. More

Apple vs Netflix. L’amministratore delegato Cook punta a generare 50 miliardi di ricavi entro nel 2020 grazie ai servizi televisivi in streaming Apple lancia la sfida a Netflix e Amazon “Investiremo sei miliardi per la Tv+. Stampa a pagina 20.

Aumenti. L’Osservatorio sulle comunicazioni Agcom ha fatto i conti sui principali rincari degli ultimi 10 anni Al terzo posto la tassa per i rifiuti con una stangata del 26%, scendono solo le tariffe telefoniche Bollette, il record degli aumenti va all’acqua e all’elettricità.

Istat: i dati positivi riguardano solo le esportazioni e l’occupazione. Anche l’Istat comincia a vedere nero. “Ora l’Italia rischia la stagnazione”. Il presidente Blangiardo: l’industria frena, un problema la popolazione sempre più anziana.

Dazi. La guerra dei dazi creerà tensioni al G7 di Biarritz Trump cerca di evitare la caduta “Allo studio il taglio delle tasse”.

Isis. Fra Iraq e Siria ancora attivi 18mila militanti. In soli 6 mesi 139 attacchi Washington suona l’allarme “L’Isis sta rialzando la testa”.

L’Isis sta rialzando la testa in Iraq e in Siria. Non è in condizione di ricostruire il Califfato, ma combatte per destabilizzare i due paesi e minaccia l’Occidente col terrorismo. More

Russia Turchia Siria. Soldati russi al fianco di Assad. Bombe sui turchi in Siria. Soldati russi e turchi sono vicinissimi nella battaglia di Idlib che ha preso nelle ultime 48 ore un’improvvisa accelerata. Ma non sono dalla stessa parte. Le forze speciali di Vladimir Putin hanno un ruolo decisivo negli assalti notturni che hanno frantumato le linee di difesa dei ribelli a Sud della provincia siriana, e permesso ai governativi di accerchiare ed espugnare Khan Sheikhoun, una delle loro roccaforti meglio fortificate. I militari turchi, arrivati nell’autunno del 2018 per sorvegliare una zona cuscinetto ormai in pezzi, sono finiti intrappolati, e ora Mosca e Ankara cercano una soluzione per tirarli fuori senza incidenti, e senza far perdere la faccia a Erdogan. L’intervento in prima persona dell’esercito russo è stato rivendicato lunedì da Putin, nel suo colloquio con Emmanuel Macron. E ribadito ieri dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov: «I nostri uomini sono schierati sul terreno», ha spiegato. E ha aggiunto: «La Turchia è stata informata in anticipo dell’imminente attacco contro gli jihadisti. Ha avuto tutto il tempo per prevenire ogni incidente». Stampa pagina 13

Russia e Cina: i missili Usa sono un rischio per la sicurezza.

Seppellito il trattato antimissili «Inf», il rischio di una nuova corsa agli armamenti si fa sempre più concreto. Gli Stati Uniti non hanno aspettato molto per sfidare Russia e Cina. Domenica scorsa, cioè neanche tre settimane dopo che Putin e Trump hanno fatto carta straccia dell’accordo, gli Usa hanno testato un nuovo siluro a media gittata: un’arma fino a poco tempo fa proibita dal trattato che 32 anni fa contribuì a mettere fine a decenni di Guerra Fredda. La mossa della Casa Bianca è stata accolta con aspre critiche sia da Mosca sia da Pechino. «Avrà gravi ripercussioni sulla sicurezza regionale e internazionale». Stampa a pagina 14.

Da G7 a G8. Sarebbe meglio avere nuovamente il G8. Per il presidente Usa, Donald Trump, la Russia dovrebbe rientrare nel club dei Grandi della Terra, ricreando il G8. Sarebbe «molto più appropriato» aggiungere la Russia al G7, ha affermato l’inquilino della Casa Bianca, che si è detto favorevole a sostenere una proposta in tal senso. Per Trump, il presidente Putin è stato estromesso dal G8 da Obama perché «lo aveva superato in astuzia», ma la cacciata di Mosca è avvenuta come risposta all’invasione russa della Crimea.

 

Hong Kong, la governatrice Lam: cortei pacifici, ora si può dialogare. Tensioni con la Cina, sparito al confine con Shenzhen un impiegato del consolato britannico. Stampa a pagina 14. More

Brexit, Merkel stoppa Johnson “L’accordo non si tocca”. Se Boris Johnson sperava di arrivare a Berlino questo pomeriggio da Angela Merkel, con in mano una mezza promessa di far ripartire i negoziati sulla Brexit, dovrà riporre nel cassetto sogni e piani. More