Venerdì trenta agosto

Buongiorno a tutti. Conte ha accettato con riserva l’incarico di formare il nuovo governo M5s-Pd. Dopo l’incontro con Mattarella, Conte ha sottolineato la netta impronta europeista che intende dare al «governo nel segno della novità». Intanto si fanno i conti della nuova maggioranza che al Senato avrebbe un margine di 30 voti. Dall’Europa arrivano segnali di flessibilità sulle finanze pubbliche. Disponibilità a «fare tutto il possibile per aiutare» Conte, anche dal commissario Oettinger. E Salvini si infuria. Renzi e Prodi d’accordo: il governo deve durare. Brexit, Corbyn vuol far saltare i piani di Jhonson. Buona lettura a tutti.

Mattarella incarica Conte di formare l’esecutivo Pd-M5S. «Avevo dubbi ma li ho superati. Non sarà un governo “contro” ma un governo all’insegna della novità» dice. Giro di consultazioni con i partiti. Ma le trattative con dem e Cinque Stelle si annunciano non facili. (Corriere p.2). Tra le priorità tanti temi di centrosinistra. Nessuna parola sui migranti. Da “popolo” a “cittadini” la metamorfosi del premier. Quello gialloverde era il “governo del cambiamento”. Questo è “della novità”. (Stampa p.2). «Mai più litigi tra alleati». Il progetto dell’avvocato per resistere alle scosse. Il buon rapporto con von der Leyen e l’obiettivo dei rimpatri immediati. (Corriere p.3). Conte vuole ministri suoi. (Repubblica p.2).

L’incoraggiamento del Colle che vigilerà sulla scelta dei quattro ministeri chiave. Marzio Breda sul Corriere (p.2). Mattarella si aspetta un’intesa alta sui temi. (Repubblica p.2). Giovedì il probabile giuramento. Non sarà un governo del presidente. Timori per i numeri. (Stampa p.2). Per il Colle l’incarico è politico, non è un Monti bis. Lina Palmerini sul Sole (p.4)

Conte e Di Maio rassicurano il Colle: “Rousseau non conta”. (Fatto p.2).

Di Maio avvisa Conte: «Deciderà Rousseau». I segnali del leader a palazzo Chigi: «Il voto online non è barattabile». (Messaggero p.6). Enigma Rousseau. Il voto online prima che il premier incaricato torni al Colle. La popolarità di Conte vola al 60% tra gli attivisti M5S. Ecco perché il quesito sarà su di lui (e senza citare il Pd). (Corriere (p.9).

La vera grana restano i vice. Caos in M5S, il Pd: si acceleri. (Messaggero p.3). Le condizioni di Zingaretti: così Conte può durare. Il segretario si è ripreso la scena. L’obiettivo di un unico vicepremier Pd come garanzia di stabilità. Maria Teresa Meli sul Corriere (p.7). I timori del segretario dem: “Serve un premier, non un arbitro”. (Repubblica p.3). Prodi rassicura i dem sul patto con i grillini: «Un peccatore pentito meglio di mille giusti». (Corriere p.7). “Duri l’intera legislatura”. Il “nonno nobile” è stato tra i primi a benedire il patto giallorosso: “Ma Salvini mica l’ho fatto fuori io, l’ha fatto da solo: si credeva Dio”. (Fatto p.9).

«La durata del governo? Legata a nomi di qualità» dice Matteo Renzi intervistato dal Messaggero. «No Di Maio all’Interno serve un professionista della sicurezza. La Ue lascerà l’austerity per maggiori investimenti, dobbiamo tornare forti. Non stacco la spina. Devo dare garanzie? Dovrebbero invece ringraziarmi. Gentiloni bene per Bruxelles, come Delrio». (Messaggero p.5). Renzi tifa Gabrielli e Gualtieri. “I miei? Anche fuori”. (Repubblica p.7).

I renziani non perdono un minuto. Parte il sabotaggio sulle regionali. Fra le condizioni strappato da Zingaretti ai grillini per imbastire un governo, c’è il patto di non belligeranza in roccaforti come l’Emilia Romagna. Il Giglio magico attacca con la Boschi: «Accordi? Mi pare complicato».

(Verità p.7). Chiara Appendino: “Bene il governo. Ma col Pd nessun patto locale” dice il sindaco di Torino a Repubblica (p.6).

Quell’avvocato arcitaliano che sa mimetizzarsi. Mario Ajello sul Messaggero (p.2). Chi ha trasformato il Conte marziano nel presentabile BisConte. Nomi e storie. La diplomazia europea, gli spazi concessi da chi lo voleva commissariare e tutti i profili per capire il futuro del premier incaricato. Geografia di Palazzo Chigi. Studiando da Mattarella. Il ritratto di Salvatore Merlo sul Foglio in prima.

È un tripudio di baciatori di pochette I giornali che lo consideravano un burattino ora lo ritraggono con la saliva: Paziente, conservativo, credibile. E gemelli e colonia prendono il posto del loden di Monti… (Libero p.2).

Spread ai minimi con il governo senza Lega. Così lo Stato può risparmiare 12 miliardi. Spread a 168 in forte discesa con l’accordo M5S-Pd per il Conte bis. Ai minimi storici il rendimento del Btp decennale. In deciso rialzo anche Piazza Affari. Ci sono le premesse perché le banche centrali tengano basso il costo del denaro. Carlo Cottarelli sulla Stampa (p.6).

Al Senato la maggioranza per ora c’è. Si teme la campagna acquisti della Lega. Oltre a Pd e 5S voteranno a favore del governo altre forze. Ma resta l’incognita delle riforme. Il futuro taglio dei seggi può spingere alcuni grillini a passare con il Carroccio. (Stampa p.8). Numeri in aula e programma, una corsa a ostacoli. Al Senato i giallorossi sono sotto di tre voti. Sinistra e cespugli a caccia di incarichi. Il nodo commissioni. (Giornale p.3). Caos sulle commissioni parlamentari: la Lega mantiene le presidenze per bloccare i lavori. (Messaggero p.8).

I grillini corteggiano Macron per entrare tra i liberali dell’Ue. (Repubblica p.13).

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana sul nuovo esecutivo: “Maggioranza formata da partiti centralisti e in contraddizione tra loro. Democratici e grillini nemici delle autonomie. Così bloccano il Nord”. (Stampa p.11).

La svolta verde del governo. Dal riciclo dei rifiuti ai bonus per case e terremoto. Pd e Cinque Stelle preparano i programmi per incentivare l’energia pulita in Italia. Realacci (Pd): rafforzare le misure sull’ambiente, valgono fino a 400 mila posti di lavoro. Le associazioni: una cabina di regia a palazzo Chigi sui temi dell’ecologia. (Stampa p.7). Via i decreti Sicurezza: intesa possibile 5S-Pd. Si partirà dai rilievi del Colle, rivedendo le pesanti sanzioni previste per le Ong. (Fatto p.6). Fisco, giustizia e cantieri, le prime grane giallorosse. (Repubblica p.4).

Dalla correzione di bilancio alla mina dell’aumento Iva. I dossier dell’Economia. Il Pd guarda a Gualtieri. No del M5S al ritorno di Padoan. Federico Fubini sul Corriere (p.6). Bruxelles apre ai giallo-rosa. Ma sul deficit sarà battaglia. Oettinger (Bilancio) benedice il nuovo governo: “Sarà ricompensato”. La manovra parte con l’aiutino. Salvini furioso: “Vogliono farmi fuori”. (Fatto p.5). Manovra, oltre allo sconto Ue servono almeno altri 15 miliardi. Possibile doppia flessibilità: 3,5 miliardi per dissesto e infrastrutture e altri 8-9 dallo scorporo dal Patto di alcuni investimenti. (Sole p.5). Juncker loda la metamorfosi di Conte e la rivendica: “E’ come con Tsipras”. (Stampa p.7).

Grande buffone, Zingaretti: «Lo dirò per sempre: mai con M5S». Piccolo buffone, Di Maio: «I democratici sono il male dell’Italia». (Libero p.2). Ci vuole una faccia tosta per mentire così. Poche settimane fa il «presidente per caso» giurava: «Cerco maggioranze alternative? È fantasia». Poi la piroetta che da destra l’ha ricollocato a sinistra e oplà, tutto è dimenticato. Con tanto di beffa agli elettori scornati: «Ho avuto dei dubbi, ma li ho superati». Belpietro sulla Verità (p.3).

Il 55% degli italiani boccia il governo M5S-Pd. Ma sette su dieci sono contrari alle elezioni. Il sondaggio di Piepoli: la Lega giù nelle intenzioni di voto. Sale la fiducia in Conte, scende quella in Salvini. Cresce la popolarità di alcuni leader Dem e dei Cinque Stelle, in calo Di Maio. (Stampa p.8).

Salvini, l’offensiva delle piazze. Prima Pontida, poi Roma il 19ottobre. «Non vi libererete di me». (Corriere p.11). Salvini rilancia, il no di FI. (Messaggero p.7). E non andrà alle consultazioni del premier. (Libero p.6). Il saluto al Viminale: “Tornerò, è solo un arrivederci”. (Repubblica p.8). Salvini, il Capitano che ha perso il timone. L’uomo forte dei mojito riparte dalle piazze. L’estate pazza del leghista: le grandi manovre, l’eccitazione per i sondaggi e il “bullismo” nei confronti di Di Maio. Ma l’ex alleato lo ha beffato. Il 19 ottobre la manifestazione a Roma e poi un giro d’Italia: il leader del Carroccio tenta di ritrovare il ruolo centrale perduto in pochi giorni. Dall’onnipotenza all’irrilevanza: riparte la macchina della propaganda. (Stampa p.10).

«Per fare il centrodestra dobbiamo tornare al dialogo con Berlusconi» Intervista a Ignazio La Russa. Il «colonnello» di Fdi: «In Italia vedo poche diversità, serve una strategia comune in Ue. Salvini? È il miglior propagandista politico, sa parlare alla gente. Ma ha commesso delle ingenuità». (Giornale p.9).

Mar Jonio, sì allo sbarco dei bambini. La Trenta: riparta la missione Sophia. A terra le donne e i minori. Sulla nave della Ong restano in 34. Open Arms, Salvini rischia un’altra indagine per sequestro (Messaggero p.12). Salvini indagato: vogliono proprio affondarlo Il ministro annuncia un’altra indagine contro di lui per sequestro di persona nel caso della Open Arms. E non finirà qui. (Libero p.7). Come chiudere il capitolo dei porti chiusi Tornare a Bruxelles e negoziare la riforma di Dublino. Appunti per il Conte bis. (Foglio p.3).

La morte del Cardinale Silvestrini. Il diplomatico che dal Vaticano dialogava col blocco dei Paesi comunisti. Erede della scuola di Tardini e Cicognani. La «Ostpolitik» e il rapporto con Wojtyla. (Corriere p.19).

Reati sulle donne, denunce record. Il Codice rosso intasa le procure. La nuova legge impone di sentire chi ha subito violenza entro tre giorni. I magistrati si dividono: “Più efficacia contro gli aguzzini”. “Però se tutto è urgente, nulla è urgente”. (Repubblica p.19).

Palladino (Dire) “Ma la rapidità aiuta le vittime a fidarsi di più”. Intervista alla presidente dei centri antiviolenza. (Repubblica p.19).

Più posti fissi, ma cala il fatturato dell’industria. (Corriere p.29). Lavoro, contratti stabili in crescita. Meno posti precari, boom della cassa integrazione. (Messaggero p.15). L’industria italiana frena. Gli ordini in calo del 4,8%, il peggiore risultato degli ultimi tre anni. (Stampa p.20). Lagarde si presenta alla Draghi: “I tassi possono ancora calare”. (Repubblica p.26). La presidente designata Bce apre agli eurobond e a nuove regole di bilancio. Avanti con il sostegno alle economie. (Corriere p.29). La via maestra per ripartire: strillare meno e dare certezze. (Sole p.3).

Argentina vicina al default, Crolla la Borsa a Buenos Aires. Macri chiede la ristrutturazione di oltre 100 miliardi di debito. Il nodo delle elezioni. (Corriere p.30). La riprogrammazione è stata concordata con l’Fmi, a due mesi dal voto. Saranno colpiti gli investitori istituzionali, non i privati. Una crisi molto meno grave di quella del 2001 quando il 60% del debito era in mano a privati, oggi soltanto il 15%. (Sole p.18).

Brexit. Lo stop del Parlamento finisce in tribunale. Brexit, una valanga di firme contro Johnson. Oltre 1,5 milioni di adesioni. Tre cause contro la decisione del premier. Si dimette la leader Tory in Scozia. (Stampa p.15). Il Parlamento non si arrende. Corbyn e i ribelli: fermeremo Boris. C’è un’unica seduta, martedì, per bloccare il piano di Johnson e i no deal. Le 8 tribù di Westminster. (Corriere p.12). Corbyn contrattacca: subito una legge per rinviare Brexit. Johnson dal 10 settembre chiuderà il Parlamento, il Labour vuole votare prima. Si dimettono due notabili Tory, nei tribunali sfida sulla sospensione. (Sole p.19). Barnier: «In qualsiasi circostanza la Ue proteggerà i suoi cittadini». L’Unione sta aspettando una proposta da Londra per sbloccare il nodo Irlanda. (Sole p.19).

 

Anche l’Africa brucia. Forse più dell’Amazzonia, sicuramente più di quanto è bruciata la Siberia. Le fiamme divorano savane, boscaglie ma anche parti dell’immensa foresta pluviale del Bacino del fiume Congo, un polmone verde di oltre due milioni di chilometri quadrati che si distende attraverso sei Paesi. Le fiamme divampano, quasi in silenzio, lontano dai riflettori dei media internazionali, puntati in gran parte sul Brasile. L’occhio del satellite, però, ci racconta un’altra, preoccupante storia. I dati della Nasa hanno registrato, in un tipico giorno di agosto, circa 10mila incendi nel mondo. Il 70% era in Africa. (Sole p.19).

Hong Kong, vietato il sit-in degli attivisti. Pechino sposta le truppe. (Stampa p.19). La polizia sceglie la linea dura. Vietata la manifestazione di domani per timore di «distruzioni su larga scala». Lunghe file di camion militari al confine nella notte. (Messaggero p.10). Da Sham Shui Po con furore, il quartiere ribelle. Non solo la legge pro Cina: giovani esasperati da affitti cari, case-alveari e stipendi che li lasciano ai margini. (Fatto p.18).

Leader neonazi, sicurezza e stretta su migranti. L’AfD alla conquista di Brandeburgo e Sassonia. Domenica si vota nei Länder orientali. L’ultradestra è al 20% nei sondaggi. Il capo Kalbitz: gli stranieri ci rubano il lavoro. Cinque milioni di persone chiamate al voto nei due Länder orientali della Germania, che rappresentano il sei per cento della popolazione. (Stampa p.15).