Alessandra Comazzi
S orpasso. Cultura batte intrattenimento. Leonardo da Vinci batte Filippo Bisciglia, così va il mondo, Alberto Angela batte Maria De Filippi e Rai1 batte Canale 5. E tutte e due, Rai1 e Canale 5, hanno dimostrato l’altra sera quanto ancora possa essere diversa la loro missione, quanto pluralistica l’offerta e stimolante la concorrenza. Ecco qualche cifra: 3 milioni 614 mila spettatori per Ulisse: il piacere della scoperta, 20 di share, la percentuale di ascolto, 3 milioni 66 mila per Amici Celebreties, 19,45 di share. Una vittoria non schiacciante, ma certo significativa. La tv generalista non ottiene più i risultati assoluti di una volta: ma adesso che tutto è cambiato, compresi i numeri, quelli di sabato 28 settembre restano importanti. Perché ricordano che magari, alla parola cultura, non conviene por mano alla pistola; che con la cultura forse si mangia; che divulgazione non è una parolaccia; che Benigni lo seguono anche se descrive Leonardo, «pacifista, bello e invidiato» e che Gigi Proietti lo stanno a sentire pur se parla come il Vasari. «Alberto Angela ha il dono di rendere semplici le cose complicate», dice Lucia Madia, curatrice insieme con Caterina Del Papa. E’ vero che poi noi spettatori rischiamo di abituarci a una semplicità inesistente nella realtà. Però la semplificazione cartesiana di arti, scienze e letteratura è un rischio che vale la pena correre. Le reazioni Lui, Alberto Angela, è lieto, certo: portare Ulisse da Rai3 a Rai1 faceva un po’ paura. «È un risultato magnifico – dice – il giusto riconoscimento del lavoro di un gruppo straordinario e di un’azienda che ha creduto che l’impossibile fosse possibile: la cultura in prima serata di sabato su Rai1. Ma di questo gruppo di lavoro fa parte anche il pubblico. In effetti è solo assieme ai telespettatori che si può parlare di Arte del Rinascimento e vincere un prime time del sabato. Perché? La risposta è attorno a voi: la ricchezza del nostro paese, in tutte le città e in tutti i secoli. In Italia si è sviluppata una diffusa cultura… della cultura. Che spiega (in buona parte) i risultati di ieri. È un valore che bisogna a tutti i costi proteggere». I numeri Contento Angela, contento il ministro Franceschini: «Questo è il servizio pubblico che ci aspettiamo»; contento l’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini: «Ulisse riempie l’intera Rai di orgoglio e soddisfazione». Senza dimenticare che fu Antonio Campo Dall’Orto, quando era lui dg, a portare Angela in prima serata su Rai1 con Stanotte a San Pietro, uno speciale dedicato al Vaticano, dorato sfoggio di Cappella Sistina e gran successo anche allora. Ma la particolarità dell’altra sera è la sconfitta, peraltro di misura, subita da quella corazzata che è Amici, dedicata adesso alle Celebrities, terreno, questo delle celebrità, alquanto scivoloso. Infatti dal programma ridimensionano i risultati: «Nonostante la forza del racconto su Leonardo, Amici Celebrities conquista la grande platea tv e si conferma lo show di prima serata più visto di Canale 5. Sul target commerciale 15-34 anni, il talent conquista il 19,61% di share mentre Rai1 si ferma al 13,25%. Amici Celebrities spopola tra i giovanissimi (15-19 anni) dove raggiunge uno share del 22,54%. Sui social si aggiudica la prima posizione ed è il programma più discusso della giornata». Ecco, i numeri si possono interpretare, la matematica è un’opinione e la statistica un elastico. Però, siamo di fronte a un paradosso: rischiano di diventare programmi di nicchia proprio i talent, i reality, tutte quelle gare di vip non più tali e «gente comune» che accetta la gogna. Il pubblico si sfarina, chi vuole rilassarsi davanti al video ha spesso altri canali e i giovani, oh, i giovani, difficile schiodarli da tablet e telefoni dove trovano cosa vogliono, quando vogliono. Le liti in tv, e lo dimostrano i talk show, stanno venendo a noia, soprattutto se realizzate per spettacolo. Perché spettacolo per spettacolo, lo fanno meglio Benigni, o Proietti, con le Gioconde e le Dame dall’ermellino al braccio di Alberto Angela, che cammina sempre perché così cattura l’attenzione: è scienza.