Anais Ginori

«L’invasione della Siria deve cessare». È il messaggio che Angela Merkel ha consegnato a Recep Tayyp Erdogan nella telefonata avvenuta ieri tra i due leader. La Cancelliera tedesca ha chiamato il presidente turco chiedendogli «un’immediata fine dell’operazione militare» nella zona curda in Siria con il rischio di destabilizzare l’intera regione e di ridare forza all’Isis. Merkel ha ribadito l’appello a margine di una cena di lavoro con Emmanuel Macron per coordinare le mosse europee nelle prossime ore. «Questa offensiva — ha commentato il presidente francese — corre il rischio, da un lato di creare una situazione umanitaria insostenibile e, dall’altro, di aiutare l’Isis a riemergere nella regione». Macron ha spiegato di aver avuto un colloquio telefonico con Donald Trump per ribadire la necessità di sostenere i curdi «che si sono battuti al nostro fianco contro i terroristi». Francia e Germania sono già allineate sull’embargo alla vendita di armi alla Turchia ma spingono per una posizione comune dell’Ue in vista della riunione dei ministri degli Esteri oggi in Lussemburgo e del vertice dei capi di Stato e di governo di giovedì a Bruxelles. «La situazione internazionale giustifica un’Europa più forte, più unita» ha detto Macron che ieri ha convocato una riunione del Consiglio di Difesa anche alla luce delle notizie di fughe di prigionieri jihadisti dai campi di detenzione in Siria. La Francia partecipa con gli Stati Uniti alla coalizione militare che è intervenuta in Siria contro l’Isis. Macron e Merkel sono d’accordo sullo stop alla vendita di armi alla Turchia, insieme a Olanda, Finlandia, Norvegia. L’Italia continua a chiedere un approccio coordinato al livello europeo per rendere “più efficace” la misura. Sulle sanzioni dirette dell’Ue contro Erdogan, invocate da Macron, l’Europa è ancora divisa. Contraria Merkel, insieme ai leader dei paesi dell’est che subiscono il ricatto del leader turco su un possibile esodo in massa dei rifugiati ospitati dal 2016 in cambio di 6 miliardi di euro versati dagli europei. Anche sull’altro strumento di pressione contro Erdogan, ovvero le sanzioni legate alle trivellazioni illegali turche in acque cipriote cominciate da mesi, Berlino non sembra voler seguire la Francia e gli altri paesi già decisi a fare questo passo. Non è escluso, però, che la posizione della Germania cambi nelle prossime ore. Durante l’incontro con Macron, la Cancelliera ha fatto capire di lasciare aperte le porte a nuove “soluzioni” per fermare l’escalation. «Dobbiamo porre fine a questa invasione turca — ha detto Merkel — non possiamo accettare questa situazione nei confronti dei curdi».