Antonella Guerrera

L’ottimismo delle ultime ore sulla Brexit ieri si è incrinato dopo le parole del viceleader degli unionisti nordirlandesi Dup, Nigel Dodds, che in esclusiva a Repubblica (intervista integrale sul nostro sito) ha dichiarato: «Il sistema “doppio doganale” oggetto delle ultime trattative tra Regno Unito e Ue non può funzionare in Irlanda del Nord». Parlando a margine del vertice Nato Parliamentary Assembly a Londra, Dodds confessa. «Noi accetteremo solo una piena unione doganale britannica». Oltre a “non può funzionare”, è quel “piena” che getta una forte ombra sui negoziati fiume in corso a Bruxelles. Perché un clamoroso accordo Brexit prima del Consiglio Ue del 17 ottobre passa proprio per la possibile soluzione del “doppio sistema doganale” per l’Irlanda del Nord che da un lato rimarrebbe parte ufficialmente dell’area commerciale britannica ma allo stesso tempo applicherebbe, per un periodo indefinito, regole e norme Ue su commercio e qualità. Ciò, oltre a scongiurare il ritorno della frontiera al confine irlandese per preservare la fragile pace, comporterebbe una sorta di nuovo confine nel Mar d’Irlanda, cioè tra Irlanda del Nord e Gran Bretagna. E ciò è inaccettabile per gli unionisti di Dodds, perché Belfast sarebbe divisa dal resto del Regno Unito. Insomma, il vecchio “backstop” di Theresa May che ora il premier Johnson vuole riesumare in nuova veste e, qualora ci fosse un accordo con l’Ue, portarlo in Parlamento a Londra prima del 19 ottobre per chiudere la Brexit. Ma i voti del Dup saranno decisivi e in genere i brexiter conservatori “seguono” gli unionisti. Ma, qualora Johnson capisse di avere i voti necessari senza il Dup, non ci penserebbe due volte a sbarazzarsi degli unionisti.