Antonio Fraschilla

L’Opa su Forza Italia al momento non sembra dare i frutti sperati. Matteo Renzi è costretto a incassare i rifiuti all’ingresso in Italia Viva di diversi moderati azzurri vicini a Mara Carfagna, che aveva già detto «no grazie»: da Renato Brunetta, che lo definisce «un cannibale», ad Alessandro Cattaneo e Massimo Mallegni. Ma l’ex dem sembra guardare avanti e lancia una grande campagna di comunicazione. Una doppia azione che si muove sui social ma anche sul fronte della raccolta d’informazioni per profilare gli elettori: Renzi ha affidato un incarico alla società Nation Builder, colosso americano che ha creato un software utilizzato da diversi leader mondiali, da Trump a Macron e Johnson. Intanto i comitati locali di Renzi sul fronte della comunicazione social non hanno messo in piedi la “bestia” di Salvini, ma hanno comunque avviato un’azione capillare. Su Facebook dal 18 settembre, giorno dell’annuncio della nascita della nuovo partito, molte pagine hanno cambiato nome portandosi dietro migliaia di iscritti. Ad esempio proprio il 18 del mese scorso la pagina del “Pd Arezzo e provincia insieme”, 4.500 iscritti, è diventata semplicemente “Italia Viva”. Poco dopo è accaduta la stessa cosa con la pagina del “Pd di Caserta”, creata nel giugno del 2011 e che negli anni ha raccolto 3 mila iscritti. Cambi improvvisi anche in pagine non legate alla politica: i 12 mila iscritti ad “Informazione Vera” adesso sono finiti in una pagina con la scritta “Italia Viva”. Nelle stesse ore decine di pagine social chiaramente di sostegno a Renzi, da “In cammino con Matteo”, 5 mila iscritti, alla pagina del “Comitato di resistenza civile contro i barbari legagrillini”, hanno cambiato nome. Ma questi cambi sono frutto di un’azione coordinata dall’alto? «Assolutamente no, anzi troviamo del tutto inopportuna la scelta di cambiare nome a pagine del Pd – dice Alessio De Giorgi, responsabile social di Italia Viva – si tratta di iniziative locali che non controlliamo. Per noi c’è solo una pagina ufficiale del partito sia su Facebook sia su altri social e c’è un solo sito web». Le pagine e gli account ufficiali di Italia Viva comunque sono in gran parte semplici cambi di nome di domini intestati inizialmente ad Azione civile (i comitati avviati alla fine del 2018). Account e siti aperti tra la fine dello scorso anno e l’estate, ben prima della rottura con i dem, a conferma di una strategia di lungo periodo avviata sul web da Renzi: la pagina ufficiale di Twitter di Italia Viva è nata nel novembre 2018 ed era quella di Azione civile, mentre il dominio sul sito è stato acquistato nel luglio scorso. Renzi ha poi avviato una collaborazione con la Nation Builder: una società americana che ha creato un software che incrocia diversi dati degli elettori mandando poi comunicazioni molto profilate. Il Telegraph ha scritto che anche il primo ministro inglese si è rivolto alla Nation Builder, sottolineando una certa aggressività di questa società nella raccolta dei dati: nel 2017 secondo il Telegraph ha acquistato informazioni degli elettori inglesi da un’altra società poi accusata da Facebook di violare la privacy e coinvolta nello scandalo di Cambridge Analytica. Una cosa è certa: Renzi sulla comunicazione punta davvero molto. Forse tutto.