Carlo Bertini

Non solo si augura un secondo mandato per Mattarella, «se fosse disponibile», una personalità, «saggia, equilibrata e anche alla mano». Una benedizione del tutto irrituale da parte di un premier in carica. Ma a dimostrazione del nuovo profilo tutto politico che sta assumendo, entra pure con i piedi nel piatto su un tema delicatissimo, Giuseppe Conte: quel sistema di voto che dovrebbe essere uno dei due perni dell’accordo di governo tra Pd e cinque stelle. E lo fa frustrando le ambizioni dei fautori del proporzionale puro. E smentendo pure la prassi, già rivoluzionata da Renzi, che il governo si tiene fuori dalle leggi elettorali. Se al taglio dei parlamentari doveva far da contraltare un cambio del sistema di voto per garantire rappresentanza, ecco d’ora in avanti riacquista peso il maggioritario. Lo stesso, per paradosso, su cui Salvini vuole un referendum. «I sistemi elettorali si evolvono nel corso del tempo: io sarei orientato a preferire sistemi in cui quando si vota la sera il giorno dopo si sa chi ha vinto, ma l’importante è concepire pesi e contrappesi di qualsiasi sistema: come un maggioritario spinto non funziona, allo stesso modo un proporzionale puro rischia di generare ingovernabilità se non c’è una clausola di sbarramento. Non esiste un sistema migliore in astratto, l’importante sono i contrappesi». Parola del premier, che lascia intendere come anche col proporzionale andrebbe alzata la soglia di ingresso in Parlamento per elidere i partiti piccoli (Italia viva?) e consentire una semplificazione del sistema. Un’uscita benedetta da Zingaretti, visto che viene rilanciata sulla chat dai suoi un minuto dopo che escono le agenzie. Voto libero sul fine vita Ma non è questa la sola “botta” che consegna il premier in vena di esternazioni a Celle nel suo paese d’origine, in Puglia, intervistato da Affari italiani. . Anche la sua uscita sulla libertà di coscienza sul fine vita trasuda una volontà di ingraziarsi le gerarchie vaticane, visto che questa è la posizione dei cattolici in Parlamento sul tema che tiene banco dopo la sentenza della consulta. «Da giurista e da cattolico», dice Conte «mentre non ho dubbi che esista un diritto alla vita, perno di tutti i diritti della persona, dico che è da dubitare ci sia un diritto alla morte. Esiste un diritto all’autodeterminazione per cui scelgo le mie cure, ma scegliere di essere avviato alla morte e chiedere l’ausilio di personale qualificato può essere un po’ dubbio». Ecco qui. Il premier dice la sua, ma non solo. Nella legge che va fatta «bisognerebbe prevedere l’obiezione di coscienza dei medici». Ma le notizie sono tante. «L’Iva non aumenta ma ci sarà qualche rimodulazione». Prima conferma alle indiscrezioni sugli aumenti selettivi. «La manovra sarà espansiva» per far crescere i consumi. «Reddito di cittadinanza e quota 100 sono misure di protezione sociale. Fanno parte di misure già adottate e intendiamo conservarle perché è un adempimento nei confronti degli italiani». È ancora. «La cosiddetta flat tax» per gli autonomi e le partite Iva la conserveremo e cercheremo di incrementarla anche per i redditi superiori. Lavoreremo anche per introdurre un alleggerimento della pressione fiscale al di sopra di 65mila euro». Dunque calo tasse al centro, se sarà possibile trovar le risorse. Che il premier conta di rastrellare anche dalla lotta all’evasione, alzando il livello dello scontro con i grandi evasori, con il carcere per chi nasconde grandi somme al fisco. E con premi per chi usa la moneta elettronica. Il cantiere della manovra e già avanzato.