Cesare Zappieri
Matteo Salvini, il cardinal Ruini dice che lei «ha notevoli prospettive davanti». Se l’aspettava? «L’intervista mi ha colpito e commosso. Ruini rappresenta una parte importante della Chiesa. Io cerco il dialogo con la Cei, conivescovi, con il mondo cat tolico. La sua un’apertura straordinaria». Ha anche detto, però, che lei deve maturare. «Sicuramente non si finisce mai di imparare. Però sulla famiglia, sulla difesa della vita e della libertà educativa sono già allineato alle posizioni della Chiesa». Incontrerà il cardinale? «Lo farò riservatamente. Voglio parlare con lui e con tanti cattolici che hanno mostrato interesse per la mia politica. Nei prossimi giorni fisserò alcuni incontri». I «vescovoni» di Bossi, quindi, non fanno più paura. «Siamo di fronte all’avvio di un percorso positivo». Ma monsignor Mogavero la pensa diversamente. «Rispetto l’opinione di tutti. Ma preferisco ricordare le parole di tre Papi (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco) che sull’accoglienza hanno espresso posizioni non lontane dalle mie». Parliamo di politica: ma davvero il voto in Emilia-Romagna è cruciale? «Per me no, mentre a sinistra c’è grande preoccupazione. C’è in ballo solo il voto degli emiliano-romagnoli». Non è sicuro di vincere? «Non ci sono io al governo, né sono stato ioaportare il premier in Umbria a mettere la faccia su una sonora sconfitta. Tuttavia, per la sua storia, la sinistra non potrebbe archiviare una sconfitta come se nulla fosse». Ma se il 26 gennaio conquista la Regione, il 27 lei cosa chiede? «Mah… Sa che non so nemmeno se ci arrivano al 27 gennaio. Questi fanno un vertice al giorno, litigano su tutto. Non darei nulla per scontato». Non ha risposto. «Se vincessimo sarebbe un’ottima notizia per i cittadini mentre per il Pd sarebbe la nona o la decima sconfitta consecutiva. Tanto più clamorosa perché subita in una regione rossa». Tan to basterebbe per chiedere le dimissioni del governo? «Per me il governo Conte II, corretto nella forma ma non nella sostanza politica, non doveva nemmeno nascere». Giorgia Meloni ha detto che toccaaFdI indicare i candidati in Toscana e nelle Marche. È d’accordo? «Come centrodestra un accordo lo abbiamo sempre trovato. E penso che ognuno avrà il suo spazio». E di «Altra Italia», la nuova creatura di Berlusconi, cosa pensa? «Tutto quello che ci aiuta a portare voti è benvenuto. Non sono geloso. Anche in Emilia Romagna ci saranno 2-3 liste civiche». Forza Italia sembra ridotta al lumicino. «Quando sono diventato segretario della Lega avevo più o meno quei voti. Se mi fossi preoccupato non avrei nemmeno cominciato. Ma il dato politico che conta è un altro». A cosa si riferisce? «Se si votasse oggi il centrodestra avrebbe una maggioranza assoluta e governerebbe il Paese». E invece governano M5S e Pd. Da ieri alle prese con la «grana» Ilva. «Se la sono cercata. Già nel precedente governo avevamo dovuto dare battaglia per contrastare l’ideologia dei 5 Stelle. Nei giorni scorsi, col voto anche del Pd e dei renziani, è stato tolto lo scudo penale ed ora la frittata è fatta». Ha parlato di «dilettanti, incapaci o venduti». «Che siano stati dilettanti o incapaci lo dimostra il disastro che hanno provocato». Ma perché «venduti»? «Semplice: se l’acciaio non lo produci in Italia, lo devi andareacomprare altrove. Da chi? A che prezzo? Non vorrei che si trattasse dell’ennesimo favore all’Europa…». Minaccia barricate in Parlamento. «Oggi in apertura dei lavori chiederemo che il governo riferisca subito. Altrimenti, in maniera educata e rispettosa faremo in modo che i lavori non comincino». Lei sostiene che il governo «è nemico del Sud». «Il caso dell’Ilva è il più clamoroso. Ma ci sono crisi aziendali anche in Sicilia e in Campania. Ci siamo dimenticati di Whirpool? E che fin farà Alitalia? La verità è che questo governo ha il ministro per il Mezzogiorno ma finora si sono visti solo licenziamenti». Quel ministero c’era anche nel suo governo? «Sì, con la Lezzi… Il ministro ha cambiato cognome, la sostanza è la stessa». Lei è un tifoso di calcio. Che idea si è fatto del caso Balotelli? «A mio figlio predico sempre rispetto per giocatori e arbitri. Quindi, giusto condannare insulti e comportamenti oltraggiosi. Ma mi pare che si sia sollevato un polverone esagerato». Ha qualcosa da dire al giocatore del Brescia? «Se devo incontrare qualcuno penso a Liliana Segre». Ha citato la Segre perché si è pentito dell’astensione sulla commissione da lei proposta? «No, se ci si fosse limitati all’antisemitismo non avrei avuto problemi. Le commissioni etiche le lascio all’Unione Sovietica. Ma Liliana Segre è una persona che merita tutto il mio rispetto e le chiederò quanto prima un incontro».