Conchita Sannino
Diversissimi, è dire poco. Ma il sogno deve continuare. La professoressa di matematica di Pescara, il manovale eternamente in nero della periferia est di Napoli, il direttore di banca di Sorrento, la signora ottantenne antesignana degli ambientalisti emiliani, la pin-up con tacco dieci in vernice, il pensionato delle Poste. Che cosa importa, adesso, sotto il sole delal Mostra d’Oltremare, se c’è stato il tracollo alle Europee, se Di Maio vede congiure e nemici, se tutto il Movilmento stava appassendo sotto il pugnale di Salvini e hanno dovuto rimangiarsi gli insulti decennali contro il Pd. «Importanti sono i risultati che portiamo a casa, da quando il Movimento è al governo». Misericordia e pazienza, entusiasmo e un po’ di miopia salvifica. Non sono più puri e innocenti, lassù, in cima al Movimento. E chi lo è?, ribattono. La base è qui per fare – o tentare – di nuovo una ola. E meno male che Beppe c’è. Non lo cantano, come accadeva con Silvio, ma tanti lo sussurrano. Distanti sì, ma li accomunano i gesti. L’attenzione maniacale su dove gettare la carta sporca di gnocchi. Il bicchiere unico appeso al collo. «Guardi che costa tre euro per caricarci dento le bibite, ma lo sa che è solo come caparra, vero? Non si spaventi – fa Alberta,signora radical, al capofamiglia di Taranto – Dopo, lo può riconsegnare e le ridanno gli spiccioli. È per abituarci senza plastica e lattine». E ora che i big sono più spaccati, che il crollo delle europee li ha destabilizzati, ora che pesano le assenze di Di Battista e delle ministre “all’opposizione”, è incredibile come tocchi a loro, alla base che ha superato lo choc, di tenere uniti tutti, «anche i ragazzi che al governo hanno lavorato bene, alla fine». «Io sono più contenta adesso, sono fermamente grillina, vedo gli errori che ci sono stati, ma meglio col Pd», confessa Antonella Romano, impiegata in banca, napoletana. E Giuliano Greco, il collega, di Sorrento più radicale: «Io li detesto entrambi, Salvini e pure Zingaretti. Ma almeno il Movimento va avanti, dimostra che ha delle idee, combatte». Ma no, che non è amore cieco. «Guardi che non ci nascondiamo nulla, però accidenti, in poco più di un anno delle cose le abbiamo portate a casa, e il merito è di questi giovani con la testa sulle spalle», riassume una entusiasta Milena Bevilacqua, professoressa alle superiori con fisico da mannequin, già attiva ai tempi degli Amici di Beppe Grillo, lo scorso maggio candidata consigliera comunale a Pescara. «Certo, non è bello che chi non è stata più confermata come ministro non vegna a una festa, lo so. Ho perso la battaglia in consiglio ma sono onorata di aver rappresentato i nostri principi, e sono corsa qui a dare una mano. Poi non fui d’accordo col salvare Salvini, sulla Diciotti, ma si può sbagliare». E Sonia Oliva, sua amica: «Se uno ci crede, ci crede sempre. I 5S sonoi una forza vera. Perché mettere in risalto solo le cose negative?». Parte la filippica sui «giornali nemici dei Cinque Stelle». Tanto hanno perdonato a Luigi Di Maio, tanto imputano alle «iene dei media». Invece Claudio è pragramatico, ha 52 anni, ha fatto il trasportatore di divani, il manovale, il corriere, tutto in nero, solo il batterista fa con amore: «Io una cosa mi aspettavo da loro: il reddito di cittadinanza, non sono riuscito, regole sono troppo stringenti, ma non va bene così, al sud le cose vanno male, devono stare attenti,devono impegnarsi di più, l’ho detto ora anche alla Taverna». Voce di un Mezzogiorno che li aspetta ancora al varco, vota e tende la mano. E invece Gigliola Cordiviola, prima consigliere dei fu Verdi di Pecoraro Scanio a Faenza, oggi splendida ottantenne in zaino e borraccia, ammette il debole. «Guai a chi mi colpisce questi ragazzi: Di Maio, Di Battista, Fico. Poi, gli errori ci sono stati, eccome. Guardi che io non ci dormivo la notte, quando Salvini faceva quei proclami, bloccava le navi, io sono stata fisicamente male. Così come forse è stato un errore che Luigi abbia accumulato quattro incarichi: però, accidenti, io non trovo in nessun partito con questa tenacia sui loro principi». I nodi sono fuori. I problemi, qui oggi, non si vedono, solo cielo azzurro e grandi applausi. «In fondo, sono stati una forza dirompente – scusi – Noi 5S abbiamo costretti tutti a venire sui temi del sostegno sociale a chi non ha lavoro, sul tema della difesa dei diritti del lavoratore, sull’Ambiente, insomma non è una cosa da poco in questo Paese aver spostato le montagne», dice Isabella Pozzo, venuta dalal Germania. Lo pensa anche la più giovane attivista. È Noemi L. 16 anni. «Mia mamma ci ha fatto venire dalla Svizzera, siamo emigrate, a Taranto non si viveva senza lavoro. Lei dice che è solo grazie a loro se un giorno potremo tornare e trovare lavoro. Mah».Nonostante tutto, il sogno continui.