Con l’addebito in bolletta non c’è più neanche l’alibi del canone Rai, che per anni ha detenuto il record del tributo con la più alta «propensione al gap» (leggi: evasione fiscale), oltre il 36 per cento. Ora l’Iva è a tutti gli effetti la primatista dell’economia sommersa: sia per l’imposta evasa (37,2 miliardi di tax gap stimati nel 2017), sia per l’incidenza dei mancati versamenti rispetto al potenziale (27,4% di propensione al gap). Come dire che, ogni 100 euro di Iva teoricamente dovuta dai contribuenti italiani, quasi 30 si perdono tra operazioni non fatturate, frodi e omessi versamenti di imposte comunque dichiarate. Ecco perché il contrasto all’evasione Iva è un capitolo cruciale nella strategia anti-sommerso del governo. Che fa leva anche sulla fatturazione elettronica “a tappeto” tra privati, scattata dal 1° gennaio scorso. E che guarda già all’obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi (scontrini e ricevute fiscali) a partire dal 2020. L’obiettivo per l’anno prossimo, d’altra parte, è ambizioso: recuperare 7,2 miliardi di imposte (non solo Iva, ovviamente) per tenere in equilibrio la manovra finanziaria. Dagli scontrini allo split payment Il decreto fiscale – atteso oggi in Consiglio dei ministri – potrebbe contenere alcune disposizioni sull’Iva (si veda anche la pagina a fianco). Ma bisognerà comunque valutare il pacchetto complessivo della manovra per il 2020. Confermato l’invio dei corrispettivi, potrebbero arrivare sanzioni fino a 2mila euro per i commercianti che non accetteranno il codice fiscale dei clienti intenzionati a partecipare alla lotteria degli scontrini (prevista, anch’essa, dal 2020). Poche chance di revoca anche per lo split payment, meccanismo in base al quale la pubblica amministrazione e altri soggetti (come le società quotate in Borsa) pagano i propri fornitori al netto dell’Iva, prevenendo così il rischio di omesso versamento. Confindustria e il Consiglio nazionale dei commercialisti ne hanno chiesto l’eliminazione, ma il Fisco ha replicato che i suoi risultati sono «brillantissimi». In particolare, nel 2018 i soggetti obbligati allo split payment hanno riversato all’Erario 12,1 miliardi al lordo dei crediti d’imposta maturati dai fornitori sui propri acquisti (non è un caso che dal 2015, anno dello split payment, lo stock dei crediti Iva sia cresciuto di oltre 5 miliardi fino ai 40,6 del 2017). Non è escluso, comunque, che in manovra possa trovare spazio qualche correttivo. Ad esempio, con una revisione del perimetro che lo riporti a quello originario, limitato alla Pa. Anche perché il via libero europeo allo split payment scade il 30 giugno 2020 e dovrà essere rinnovato. La sfida impossibile al tax gap Al di là degli obiettivi, il tax gap si è dimostrato finora difficilissimo da scalfire. Secondo la Relazione del Mef sull’evasione, l’Iva evasa non è mai scesa sotto i 34,9 miliardi, con un’incidenza sempre oltre il 2% del Pil, tra il 2012 e il 2017. È inoltre cresciuto il peso degli omessi versamenti su operazioni regolarmente fatturate: un dato da ricollegare – probabilmente – alla crisi di liquidità delle imprese e all’innalzamento delle soglie di rilevanza penale degli omessi versamenti (in vigore dal 22 ottobre 2015). Il monitoraggio sul tax gap non copre ancora l’operazione “e-fattura tra privati” avviata nel 2019 né il serrato monitoraggio delle liquidazioni periodiche, conseguente all’invio dei dati all’Agenzia. Ma i report mensili sulle entrate registrano un aumento del gettito da Iva sugli scambi interni di 1,9 miliardi (+2,6%), tra gennaio e agosto, rispetto allo stesso periodo del 2018. Sono però numeri da prendere con le molle: dopo il balzo del primo semestre, a luglio il gettito mensile anno-su-anno è rimasto stabile, mentre ad agosto è sceso di 196 milioni. Qualcuno paventa la fine dell’effetto e-fattura; altri incolpano il calo dell’economia. La relazione del Mef stima per i primi sei mesi di quest’anno un maggior gettito da 0,9 a 1,4 miliardi attribuibile alla fattura elettronica. Resta da vedere se e come proseguirà il trend, ricordando che dalla e-fattura per il 2019 sono attesi (e contabilizzati) 2 miliardi in più.