Davide Milosa
Spesso nelle storie sono gli eventi apparentemente irrilevanti ad aprire scenari inaspettati. Succede anche per le inchieste giudiziarie. E succede, nello specifico, nell’indagi – ne dell’antimafia milanese sul nuovo tangentificio Lombardia che ora vira sul fronte della Lega. Mazzette a parte, sul piatto c’è la gestione del potere. Ovvero quel gioco sapiente di relazioni tra politica e imprenditoria. Tra Milano e la provincia di Varese sono due le squadre in campo: Forza Italia e la nuova Lega di Matteo Salvini. Con la prima travolta dallo tsunami giudiziario e la seconda, ad oggi rimasta indenne dagli avvisi di garanzia, ma non per questo lontana da interessi privati e clientele varie. PARTIAMO ALLORA da Nino Caianiello, presunto ras delle tangenti, oggi reo confesso e collaboratore dell’autorità giudiziaria. Ex coordinatore di FI a Varese, Caianiello il potere lo ha sempre esercitato attraverso le nomine sia politiche sia nelle società pubbliche. Piazzata la persona, ecco la mazzetta di ritorno. Questo spiegano gli atti dell’inchiesta. Che fissano anche una sorta di spartizione di potere tra FI e Lega. Con il partito azzurro impegnato a giocare sulla tradizione della corruzione politica e il secondo spostato sul settore finanziario, più complicato, ma certamente più ricco. Oggi in Lombardia, uno degli interpreti di questo potere leghista è l’avvocato varesino Andrea Mascetti, allo stato non indagato. Si tratta di un professionista di altissimo livello con incarichi numerosi e di prestigio, ascoltatissimo da Salvini. Del resto l’av – vocato, che siede anche nel cda di Banca Intesa Russia e che viene citato (ma non indagato) nell’au – dio del Metropol, durante il quale Gianluca Savoini discute di fondi russi da girare alla Lega, ha come sponsor l’ex sottosegretario di Stato Giancarlo Giorgetti. Mascetti è poi il vero dominusdell’as – sociazione culturale Terra Insubre. Fondata nel 1996 l’a ss oc iazione, si legge sul sito, “s v o lg e un’intensa attività di ricerca storica e archeologica sui popoli celtici, germanici e alpini”. Terra Insubre è anche un luogo dove allacciare rapporti. Un dato ben presente a Caianiello. Ed ecco allora quel particolare irrilevante che può cambiare il corso di questa inchiesta. A SPIEGARCELO è una fonte investigativa. “Nelle settimane precedenti gli arresti – ci viene detto – Nino Caianiello si iscrive all’asso – ciazione Terra Insubre riferibile all’avvocato Andrea Mascetti”. Il dato, pur non di rilevanza penale e per questo non messo in atti al momento, segna una saldatura che, per gli inquirenti, può ridisegnare i contorni dell’inchiesta. “C ai aniello – prosegue la fonte – ci ha detto di essersi iscritto perché in questo modo avrebbe avuto la possibilità di mettersi in tasca contatti e relazioni di alto livello politico e imprenditoriale”. L’avvocato Stefano Besani (indagato) spiega ai pm: “Mascetti aveva un rapporto molto stretto con Caianiello, rappresentando uno degli interlocutori privilegiati sul fronte della Lega”. Laura Bordonaro, ex dirigente di una partecipata, molto vicina a Caianiello, mette a verbale: “Ma – scetti (…)viene indicato come persone che finanzia la Lega anche mediante associazioni che a lui facevano capo come Terra Insubre”. Tra le tante cariche del legale varesino c’è quella nella Commissione centrale di beneficenza della Fondazione Cariplo. Tra i destinatari dei finanziamenti c’è la stessa Terra Insubre, beneficiaria, allo stato legittimamente, di un contributo di 60 mila euro. A proposito della Fondazione, Caianiello, intercettato, spiega: “O v vi a m en t e Giorgetti su questa cosa ci ha messo la (…). L’uomo di Giorgetti all’interno è Andrea Mascetti”. Se il legame di Caianiello con Terra Insubre ridefinisce il quadro investigativo, i suoi verbali del 24.9 coinvolgono un altro leghista doc come il sindaco di Gallarate Andrea Cassani, fedelissimo di Salvini e tra i fondatori di due associazione (Maroni Presidente e Prima il nord) finite sotto la lente della Procura di Genova che indaga sulla scomparsa dei 49 milioni di rimborsi elettorali alla Lega. LA DOMANDAdel pm Luigi Furno riguarda la gara per la redazione del Pgt di Gallarate, risponde Caianiello: “La trattativa politica è stata svolta da Bilardo e Cassani, con il coinvolgimento di Petrone (…). Mi riferirono che Cassani disse che FI era stata accontentata e che vantava un credito politico”. Alberto Bilardo e Alessandro Petrone sono oggi indagati. Petrone, ex assessore di FI a Gallarate spiega: “Per la mia candidatura si sono attivati esponenti nazionali della Lega come Paolo Grimoldi”. Sul Pgt Bilardo aggiunge: “Cassani sapeva che quella gara era stata condizionata”. Allo stato il sindaco leghista di Gallarate non è indagato. Conclude Caianiello: “Bilardo aveva trattato con Cassani l’intera vicenda”, poi finita nel mirino della Procura antimafia di Milano.