Emanuele Buzzi

MILANO «Inizia una nuova fase che ci permetterà di mettere al primo posto i cittadini. Conte? Le sue parole mi hanno trasmesso tanta fiducia»: Luigi Di Maio guarda ai primi passi del nuovo esecutivo e cerca di dettare una road map ai suoi. «Concentriamoci sui temi», dice parlando ai fedelissimi. Economia, scuola, ospedali, famiglie, pensionati sono le priorità. Politicamente il taglio dei parlamentari è a un passo e si sta già ragionando sulla riforma della legge elettorale. Con l’idea di un proporzionale corretto in pole. Smarcarsi dalle polemiche, aprire una nuova stagione, è l’imperativo, ma il ministro degli Esteri vuole tornare sul tema della revoca delle concessioni ad Autostrade. «Bene che siano arrivate aperture» e sottolinea: «Abbiamo il dovere di prendere provvedimenti immediati» (E twitta: «È il momento del coraggio»). Il capo politico poi cerca di sferzare anche la truppa di deputati e senatori. «Sarà fondamentale il lavoro parlamentare», dice parlando dei molti dossier, a partire dal rilancio del made in Italy. E commenta: «Ho visto una luce nuova nei loro occhi e tanta determinazione».

Ma la trattativa e poi la nascita del governo con il Pd ha smosso i pesi interni alla galassia del Movimento. Al punto che ieri l’ex ministro Barbara Lezzi è intervenuta con un lungo post per spiegare il suo punto di vista e prendere posizione. «Sono giorni che mi assillate con questa storia del governo sbilanciato, con il fatto che al Pd si siano concessi i ministeri strategici dove ci sono i soldi ma ora basta», scrive Lezzi. E precisa: «Abbiamo un capo politico, votato da noi tutti, che ha fatto delle scelte di cui si assumerà tutte le responsabilità com’è giusto che sia».

Intanto, tra critiche e nomine nel ventre dei Cinque Stelle qualcosa si muove. Con lo spostamento a sinistra, l’ala ortodossa è tornata in prima linea. Soprattutto, però, Luigi Di Maio e Roberto Fico sono i veri garanti del nuovo equilibrio. Vicini, in sintonia. Al punto che alcuni fichiani si sono spesi per difendere l’operato di Di Maio. Situazioni inimmaginabili fino a qualche settimana fa. Accanto al leader, è rimasta la pattuglia de lealisti. Su tutti Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Vincenzo Spadafora. Il capo politico li ha voluti fortemente come ministri. E dalla nomina dei ministri ne è uscito più saldo a livello governativo.

La legge elettorale

L’idea di portare avanti una riforma che si basi

su un sistema

proporzionale corretto

Una mossa che ha avuto contraccolpi nel gruppo parlamentare. Con chat infuocate da giorni. La composizione della squadra — secondo alcuni con troppe concessioni al Pd — ha suscitato dubbi trasversali, dagli scettici come Andrea Colletti a chi spesso si è schierata a fianco del capo politico, come Emanuela Corda. E anche la scelta di confermare in ruoli chiave i lealisti ha scatenato il dissenso all’interno del gruppo parlamentare. «Come mai hanno puntato su persone esterne al Movimento? Come mai il leader ci teneva tanto a dare continuità agli staff che lavorano al Mise al ministero del Lavoro?», chiede un Cinque Stelle. Contro la squadra di governo (e la nomina di Gentiloni commissario Ue) hanno sbottato pubblicamente europarlamentari un tempo vicini al leader come Ignazio Corrao. Prese di posizione che arrivano dopo lo strappo con Max Bugani e dopo le parole di Roberta Lombardi, che solo pochi giorni fa ha ribadito: «Quella del capo politico — inteso come uomo solo al comando — è una fase che va archiviata». Frizioni che si stanno ammonticchiando. E che danno l’idea di una larga frangia di delusi che si sta allargando. C’è chi come Stefano Buffagni si è chiuso in un eloquente silenzio. E Alessandro Di Battista? Rimane un battitore libero, un asso nella manica del Movimento che con le sue sortite, però, potrebbe complicare un quadro non certo sereno.

Intanto tra i parlamentari si cerca di guardare oltre. Un passaggio importante sarà la definizione di viceministri e sottosegretari, step che servirà per dare più stabilità al gruppo. Tra i rumors, possibile una conferma per Mattia Fantinati, salgono le quotazioni di alcuni volti nuovi come Doriana Sarli, Vittoria Baldino e Vincenzo Presutto.

L’affondo di Lezzi

«Ministeri strategici ai dem? Luigi è il capo, delle scelte si assume tutta la responsabilità»