Emanuele Buzzi
Beppe Grillo torna sul palcoesi riprende il Movimento. Il garante si presenta con un video in versione Joker. Al suo ingresso scatta la standing ovation. E partono le stilettate. Il garante ne ha per tutti. «Sono arrivato a Napoli ieri sera, abbiamo mangiato oggi a pranzo io, l’economista Gunter Pauli, Di Maio e Casaleggio. Ogni volta che parlava Gunter, traduceva in inglese Di Maio, allora può succedere qualsiasi cosa al mondo. E allora a un certo punto Gunter parlava italiano, Di Maio traduceva in inglese e Casaleggio traduceva in italiano». Poi passa ai dem. «Stiamo vivendo un momento straordinario. Quando senti il segretario del Pd dire “tu vali tu”, è meraviglioso, non si capisce nulla ma è meraviglioso, perché è “l’uno vale uno”.Quando Renzi pianta un albero ogni iscritto che fa, ora ha piantato due piantine… Diamo una narrazione al Pd, a migliaia di giovani». Di Conte — con cui ha avuto un lungo colloquio nel backstage — dice che l’unico difetto sono «le adenoidi». Ma il succo del discorso di Grillo (uscito dal camerino a braccetto con Fico) è politico. «È inutile pensare che abbiamo la stessa identità di dieci anni fa, non è così, siamo diversi, diversi dentro». Poi lancia un doppio vaffa agli attivisti. Il primo a chi storce il naso sull’alleanza con il Pd («Non avevamo scelta, di là c’è qualcosa di informe che si alimenta di piccoli “odietti” di paese… il mondo è cambiato. Non voglio che rimaniate lì a dire sempre “il Pd e il Pd…” Vaffanculo a voi questa volta»), il secondo per chi contesta il voto ai sedicenni. Prima di lui sul palco si alternano i big. A partire da Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Il premier si prende gli applausi della folla e nega l’ipotesi di fare un suo partito. «Ci sono già molti soggetti politici, bisogna lavorare con quelli che ci sono». E ha poi spronato la folla: «Hanno detto che voi siete l’anti politica, ma voi siete il trionfo della buona politica. Vi hanno detto che siete anti sistema, ma voi siete quelli che stimolano tutti». Di Maio, invece, lancia la proposta di un gruppo di 80 persone — i facilitatori — per guidare il Movimento. «Basta essere arrabbiati, ora carichiamoci il Movimento sulle spalle. Non scapperemo dalle promesse, noi siamo la terza via», dice. La giornata corre su due binari: quello dell’alleanza conidem con Nicola Zingaretti che apre e Di Maio che è più cauto. «Non sono in questo momento all’ordine del giorno patti regionali né tantomeno nazionali» dice a Maria Latella su Sky Tg24. E le indiscrezioni che trapelano dal Movimento parlano — nonostante i passi avanti nella cena di inizio settimana con Zingaretti — di tavoli e incontri rimandati dopo il 27 , giorno del voto in Umbria. Nell’Arena flegrea ci sono applausi per tutti. Anche per gli assenti, come quando Davide Casaleggio ricorda Alessandro Di Battista, non presente per motivi personali. Le tensioni sono carsiche e riaffiorano. Nello scontro dialettico Roberto Fico evoca ilrischio di scissioni se si pensa all’ego. Davide Casaleggio puntualizza che gli assenti sbagliano e Max Bugani sottolinea che c’è chi si è montato la testa. Ma l’unita rimane in parte sulla carta. E alla festa del decennale sono circa un centinaio i parlamentari presenti su oltre trecento e c’è chi non manca di pungere gli assenti. «Per fortuna siamo trecento. Dove sono tutti oggi?».