Fabrizio Dragosei

Il Cremlino è riuscito ancora una volta a vincere praticamente ovunque le elezioni locali tenute ieri. Ma le cose non sono andate del tutto lisce e in alcune realtà, soprattutto nella capitale, gli oppositori democratici sono stati in grado di mandare un segnale inquietante per il potere: lo scontento delle nuove generazioni urbane può anche trasformarsi in dissenso elettorale. E potrebbe crescere in vista degli importanti appuntamenti dei prossimi anni: legislative, presidenziali.

Il blogger Navalny, felicissimo del risultato, aveva invitato a votare ovunque candidati di qualsiasi partito purché fossero in grado di sconfiggere gli uomini di Russia Unita (peraltro scesi in lizza senza la casacca di un partito molto screditato). A Mosca i putiniani hanno mantenuto la maggioranza assoluta ma sono scesi da 38 a 25 seggi. Netta sconfitta anche in due città siberiane, Irkutsk e Khabarovsk. Ma qui l’intera regione è feudo da tempo dei liberaldemocratici che fanno opposizione solo a parole.

Vittoria invece per tutti i governatori di Russia Unita in lizza, compreso quello di San Pietroburgo. Ora sarà importante capire se l’opposizione democratica riuscirà a mettere a frutto il risultato unendosi e organizzandosi per le future scadenze. I segnali che arrivano, però, non appaiono incoraggianti per loro.