Fabrizio Massaro
Se c’è una sorpresa che i partecipanti al forum The European House-Ambrosetti possono raccontare della 45esima edizione del meeting di Cernobbio appena conclusa, è l’esordio a Villa d’Este di Gabriele Bibop Griesta, 47enne italiano co-fondatore e presidente di Hyperloop TT, la società Usa che sta realizzando il treno-capsula supersonico che viaggia dentro un tubo a 1.200 km all’ora, ideato da Elon Musk.
La curiosità e l’interesse per il vulcanico imprenditore giramondo — vive tra Los Angeles e Dubai — sono state genuine da parte della platea. La possibilità che anche in Italia venga costruito un Hyperloop — analogamente a quanto la società sta realizzando in varie parti del mondo, dalla Cina a Dubai (i primi 5 km di servizio sono attesi entro il 2020) agli Stati Uniti a Tolosa, in Francia, dove Griesta ha ottenuto importanti finanziamenti pubblici e taglio delle tasse per la realizzazione della prima capsula e del tubo — non è apparsa remota nei colloqui a margine del forum, anche se ad oggi non ci sono progetti concreti. Tra chi ha avuto incontri riservati con Griesta ci sono Maurizio Tamagnini, numero uno del Fondo Fsi, il presidente di Ferrovie Nord Milano Andrea Gibelli — che non ha nascosto l’entusiasmo per le tecnologie innovative di Hyperloop come le proiezione sui finestrini di video e realtà aumentata —, esponenti di Rfi, la rete ferroviaria italiana, Leonardo, Avio. L’interesse è concreto perché Hyperloop non si pone in concorrenza ma come soggetto che può collaborare con le società tecnologiche che possiedono reti, come ferrovie o autostrade.
Le aree in cui in Italia si potrebbe realizzare Hyperloop sono varie, dal Sud alla pianura padana alla dorsale adriatica. Ma su questo Griesta tiene le carte coperte. Non foss’altro che per evitare i problemi già affrontati in altri Paesi: lì dove è stato annunciato l’arrivo di Hyperloop, è scattata la speculazione sui terreni, acquistati per lucrare sulla rendita di posizione. Facendo però lievitare i costi di Hyperloop.