Fiorenza Sarzanini
È una strategia che si muove su un binario doppio quella che il presidente Giuseppe Conte ha concordato coniministri in materia di immigrazione. Si tratta con la Commissione europea per un’intesa ampia, ma bisogna riallacciare rapporti bilaterali con quegli Stati che hanno mostrato disponibilità a collaborare dopo l’uscita di scena di Matteo Salvini. Perché, ha ribadito ieri il premier nel vertice convocatoapalazzo Chigi, «è fuorviante ridurre il dibattito alla disputa sui porti aperti o chiusi, l’approccio deve essere più ampio e riguardare l’azione verso l’Europa, ma anche quella rispetto ai Paesi d’origine degli stranieri». L’obiettivo rimane quello di convincere «la Commissione Ue a negoziare direttamente le intese sui rimpatri» garantendo progetti di sviluppo e finanziamenti, come il premier ha ribadito due giorni fa nel colloquio con la presidente Ursula von der Leyen. Nessuno si illude che i tempi potranno essere rapidi, ma i primi segnali sono giunti tanto che ieri sera — dopo la disponibilità di Germania, Francia e Irlanda ad accogliereiprofughi — sièdeciso di assegnare un porto di sbarco alla Ocean Viking, con 82 persone a bordo. E la proroga della missione Sophia — che invece Salvini aveva chiesto di annullare — decisa a Bruxelles, viene letta come un ulteriore passo verso la collaborazione. I bilaterali Mercoledì prossimo la titolare del Viminale Luciana Lamorgese vedrà a Berlino il collega Horst Seehofer che ha reso noto di aver avuto con lei «un colloquio telefonico amichevole e costruttivo» prima di volareaMalta per l’incontro con gli altri ministri dell’Interno previsto per il 23. Proprio il 18 arriverà a Roma il presidente francese Emmanuel Macron per un incontro con il capo dello Stato Sergio Mattarella e una cena con Conte. Luigi Di Maio, dopo le tensioni dei mesi scorsi con il governo francese per il dichiarato appoggio ai gilet gialli, ha già ricevuto una lettera da Parigi con la quale il ministro degli Esteri JeanYves Le Drian sollecita una ripresa del dialogo. Sono i «rapporti diretti» che dovranno essere coltivati proprio per ottenere la garanzia di cooperazione, soprattutto nelle situazioni di emergenza. Un aiuto apparso determinante ieri per sbloccare la situazione della Ocean Viking e dare seguito alle sollecitazioni del Pd e di una parte del M5S, sulla necessità di concedere subito l’autorizzazione allo sbarco. E anche per questo si cercherà di ampliare la «rosa» di Paesi con i quali dialogare stabilmente alla ricerca di un coordinamento che risulti il più possibile costante. Fino a formare un vero e proprio gruppo di «volenterosi» disponibili a mettere da parte egoismi e protagonismi. La «cabina di regia» Durante la prima missione a Bruxelles Conte ha insistito sull’esigenza dell’Italia — ma anche di Malta — di poter contare sulla «distribuzione preventiva» in modo da evitare che i migranti rimangano in mare per giorni in attesa di conoscere la destinazione finale. E ieri, durante la riunione coniministri di Interno, Difesa, Esteri e Infrastrutture convocata per individuare i prossimi passi, ha ribadito più volte come la strada da seguire sia quella di muoversi «con l’Europa e non contro l’Europa». Rendendo così evidente che in questo governo «giallorosso», la «cabina di regia» in materia di immigrazione è a Palazzo Chigi, ma soprattutto che la voce e soprattutto la linea dell’esecutivo è unica.