Francesca Basso

L’Italia ha raggiunto il suo obiettivo: il portafoglio dell’Economia, nuovo nome per gli Affari economici e monetari. L’ex premier Paolo Gentiloni è riuscito a convincere anche i Paesi nordici, sostenitori di una politica rigorista sui conti pubblici. Non è stato semplice. Ma avere schierato un peso massimo come un ex premier con la reputazione internazionale di Gentiloni è stata una mossa vincente e ha permesso al Paese di tornare protagonista dopo la parentesi sovranista anti-Ue dei mesi passati, durante la quale la Spagna ha tentato di giocare nel ruolo finora occupato dall’Italia nella costruzione europea.

Alla vigilia dell’ufficializzazione della nuova Commissione, il commissario tedesco uscente Günther Oettinger aveva fatto capire che la riserva era stata sciolta: un ex primo ministro che giunge da un grande Paese membro — aveva commentato — ha sempre la competenza per prendere un portafoglio importante. L’Italia ha l’Economia ma non seguirà direttamente la riforma del Patto di Stabilità che è uno degli obiettivi del nuovo governo Conte. Le Riforme tra cui anche quella per la creazione di un bilancio dell’Eurozona, sono state affidate alla portoghese socialista Elisa Ferreira. In più Gentiloni «dovrà collaborare», così come aveva dovuto fare il suo predecessore Pierre Moscovici, con il vicepresidente (in questa legislatura anche «esecutivo») Valdis Dombrovskis. Il portafoglio assegnato all’ex premier lettone (Ppe) ha contribuito a convincere i falchi: mercati finanziari, euro, partecipazione della Commissione all’Ecofin e all’Eurogruppo, dialogo con il Parlamento Ue e con la Bce. Ma alla domanda se Dombrovskis avrà l’ultima parola, Ursula von der Leyen ha risposto che «qualsiasi decisione finale sarà presa dal Collegio dei commissari». La presidente eletta ha ben chiari i ruoli e a trattare per la legge di Bilancio dell’Italia sarà il ministro dell’Economia: «Gualtieri sa quali siano le aspettative nei confronti dell’Italia e credo che riusciremo a fare progressi su questi aspetti nel quadro delle regole concordate». Anche Gentiloni ha chiaro quale sia ora il suo ruolo, ben definito nella lettera di incarico. Tra i vari punti «assicurare l’applicazione del Patto di Stabilità e crescita, usando tutta la flessibilità permessa dalle regole».

Ieri sera al Tg1 Gentiloni ha parlato da commissario, pur ricordando che dobbiamo avere «un ruolo da protagonista». Sulla revisione del Patto di Stabilità, ha spiegato che «la grande discussione si farà nel 2020: è chiaro che noi non immaginiamo una Ue senza regole di bilancio, immaginiamo politiche di bilancio espansive». Ha poi sottolineato che in Europa «ci sono opinioni, punti di vista, interessi diversi. Ma un traguardo comune: avere un’economia stabile e in crescita in un contesto internazionale molto incerto». La lettera gli affida anche il compito di lavorare a uno schema europeo di riassicurazione per i sussidi di disoccupazione, a un nuovo piano di investimenti e a una nuova politica fiscale.