Gianluca Paolucci

Il gruppo Gedi ha chiuso i nove mesi con ricavi consolidati pari a 441,5 milioni, in flessione del 6% rispetto ai nove mesi del 2018. Il risultato netto consolidato registra una perdita di 18,3 milioni, per effetto della svalutazione di Persidera (-16,9 milioni), poi ceduta, oltre a oneri per ristrutturazioni con impatto sul risultato netto pari a 3,7 milioni. I risultati del secondo e terzo trimestre, sottolinea una nota del gruppo, «sono sostanzialmente in linea con il corrispondente periodo dell’esercizio precedente» e «mostrano un andamento sensibilmente migliore rispetto ai primi mesi dell’anno». Per il quarto trimestre, in un contesto in cui «non si intravedono evoluzioni di mercato significativamente diverse» il gruppo prevede «ulteriori effetti dalle misure attuate», e «che, in assenza di eventi allo stato imprevedibili, registrerà a fine anno un risultato positivo, escludendo l’impatto della cessione di Persidera e di eventuali altre componenti non ordinarie». Quanto all’effetto della cessione della società del multiplex di cui Gedi aveva la quota di minoranza, il risultato netto include in particolare la svalutazione del valore della partecipazione di 16,9 milioni, effettuata al fine di adeguare il valore contabile al prezzo di cessione. Al netto di tali effetti il risultato netto consolidato è positivo per 2,2 milioni. I nove mesi del 2018 si erano chiusi con un utile netto consolidato di 7,8 milioni. L’indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2019 prima dell’applicazione del nuovo principio contabile Ifrs 16 ammonta a 118,4 milioni, in aumento rispetto ai 103,2 milioni di fine 2018 principalmente per effetto di 25, 6 milioni di pagamenti relativi ai piani di riorganizzazione in corso. I ricavi diffusionali del gruppo, pari a 205, 2 milioni, sono diminuiti del 4,8% rispetto a quelli del corrispondente periodo dell’esercizio precedente, in un mercato che ha registrato una riduzione dell’8,2% delle vendite dei quotidiani in edicola e abbonamento. I ricavi pubblicitari, pari a 206,4 milioni sono risultati in calo del 7% rispetto ai primi nove mesi del 2018. Il margine operativo lordo rettificato ammonta, sempre nei nove mesi targati 2019, a 35,9 milioni. Il titolo Gedi ha sofferto ieri in Borsa, dove ha chiuso a 0,29 euro, in calo del 6,09%. Mantenendosi comunque sopra gli 0,25 euro, il livello precedente all’offerta di Carlo De Benedetti giudicata «irricevibile». Il cda ha anche replicato alle affermazioni di Carlo De Benedetti, presidente onorario del gruppo Gedi, sottolineando di mantenere «una solida leadership nella stampa quotidiana, nel digitale e nelle radio» e adottando «misure idonee ad affrontare il futuro, l’investimento e lo sviluppo e creare valore sostenibile, con consapevolezza della rilevanza e delicatezza del mestiere e della funzione che svolge nel Paese, senso di responsabilità, rispetto e sostegno per il lavoro svolto dal management, dai direttori delle testate e da tutte le donne e gli uomini che in esso orgogliosamente operano».