«Sono uno che si commuove, purtroppo». Vincenzo Bianconi è reduce da una giornata di decisioni e di commozione. «Il mio telefonino sta esplodendo, l’ho lasciato a mia moglie Claudia», si scusa per non avere risposto subito. Ha appena detto di sì alla candidatura alla presidenza dell’Umbria che Pd e 5Stelle gli hanno offerto. Sarà l’apripista di un’alleanza civica che fino a venti giorni fa nessuno avrebbe neppure immaginato. La Bianconi family – come la chiamano a Norcia e nella Valnerina piagata dal terremoto – è abituata a non arrendersi: due giorni dopo il sisma del 2016 hanno riaperto l’ albergo storico («Rischiando tutto, senza una prenotazione»), altri due sono da demolire, un altro da ristrutturare. Bianconi, quale sarà il suo motto, il suo manifesto? «A tutti coloro che ho avuto modo di incontrare, ho ripetuto che io sarò sempre lo stesso. Con la stessa schiena dritta che hanno sempre visto, che a volte gli è piaciuta e altre no. É a tutti gli umbri che intendo rispondere. Nella mia famiglia facciamo gli albergatori da sei generazioni, dal 1850: noi siamo abituati a servire senza essere servi, come ricorda Roberto Benigni in un suo film. Questo è quello che mi sento di fare». Come mai ha accettato? È una sfida con un’alleanza del tutto inedita. «Ho detto sì perché ho cercato sempre di contribuire al cambiamento. Faccio vita di sindacato di categoria da quando avevo 16 anni. Per dieci anni sono stato presidente dei giovani albergatori italiani, quindi presidente della Federalberghi umbra. Ma ora per questa candidatura mi sono dimesso da tutto. Più precisamente, mi sono sospeso, anche dalla Confcommercio, anche da presidente dell’associazione del biodistretto di Norcia. Perché? Per ragioni di correttezza, di trasparenza, di integrità morale». Chi l’ha convinta a candidarsi, più Di Maio o Franceschini? «Mi hanno convinto le associazioni, le liste civiche e ho parlato anche con Di Maio e Franceschini. Ma ho capito che poteva funzionare durante gli incontri con Walter Verini per il Pd e Andrea Liberati per i 5Stelle». Ha posto delle condizioni? «Ho detto che sulla mia integrità morale non transigo. Se dovessi metterla in discussione, allora lascerei». Ma lei per chi vota? «Per le persone che mi piacciono e mi convincono, mai per lo stesso partito. Alle ultime comunali qui a Norcia per Nicola Alemanno, un civico di centrodestra, perché mi sembrava il più convincente. Sono un uomo libero di pensiero e di azione. Chi mi conosce lo può testimoniare». È la prima candidatura sostenuta da un’alleanza 5Stelle-Pd si sente una responsabilità in più? «Non è verso Pd e 5Stelle che mi sento responsabile ma come cittadino umbro che ha una grande opportunità di cambiare, di migliorare questa regione così come tanti umbri hanno sempre sognato. Posso promettere agli umbri che sarò lì ad ascoltare e a scegliere il meglio nella squadra di governo per tutti, non per qualcuno. Ci vuole un grande sogno». Suo padre Carlo ha contato nella decisione? «Non solo mio padre, che è la pietra miliare, ma mio fratello Federico, mia moglie Claudia, mia cognata Chiara. E per prima cosa l’ho detto ai miei figli, Francesca di 4 anni e Carlo di 7. Ho spiegato: papà ha deciso di combattere la battaglia per una Umbria migliore per tutti e anche per voi». Lei sarà apripista di nuovi patti regionali giallo-rossi? «Mi auguro sia una bella apertura di pista».