Giovanna Casadio

Ettore Rosato, voi di Italia Viva ci state provando con Forza Italia ma la risposta per il momento sembra negativa. «Vedremo. Non ci stiamo provando, stiamo costruendo un campo largo e nuovo i cui paletti sono nel nostro manifesto che è aperto a chi vuole dare un contributo e condividere le nostre idee. Certo chi era in piazza con Salvini le nostre idee non le può condividere. Ma chi non ci è andato pur militando nel centrodestra ha compreso che quel centrodestra non esiste più, ormai c’è solo la destra. Ci aspettiamo altri arrivi». Faceva un certo effetto ascoltare gli attacchi dalla Leopolda a quello che fino a ieri è stato il vostro partito, il Pd. Se ne pente? «Non so che Leopolda abbiate visto. Io ho sentito ore di dibattito su contenuti e proposte, migliaia di persone coinvolte». Il Pd è il partito delle tasse, come ha attaccato Maria Elena Boschi? «Il Pd è il partito che non ci sta mettendo l’energia che ci vuole per evitare l’aumento delle tasse. Ma non è un attacco: è una descrizione». Il Pd è un partito diviso in bande armate, come ha accusato Teresa Bellanova? «Del Pd conosco tutto, avendone fatto parte per tanti anni. Non mi pento di averci militato. Non ho rancori, non ho astio ma neppure nostalgia». Continuate a dire che la lealtà di Italia Viva non viene meno. Ma è difficile crederlo dopo tutte le contestazioni al governo. «Nessuno di noi ha mai messo in discussione la lealtà a questo governo. Sono altri che vogliono andare a votare». E chi? Lei allude al segretario del Pd, a Nicola Zingaretti? «Domandatelo a lui. Ma voglio ricordare che se non abbiamo Salvini a Palazzo Chigi è perché Renzi ha impedito questo scempio. Può mai ora Renzi farlo cadere? Noi semplicemente avvisiamo quando si commette un errore». L’impressione è che vogliate far cadere il premier Conte ma non la legislatura? «Sembra a chi? Non è questo il nostro atteggiamento. A Conte chiediamo di fare il presidente del Consiglio con l’equilibrio che il ruolo richiede». Le liti tra alleati sono preoccupanti, avverte anche l’ex premier Romano Prodi ricordando come lui è stato sgambettato. Lei non vede il rischio? «Noi non siamo litigiosi. Abbiamo fatto una battaglia di principio contro l’aumento dell’Iva che era l’impegno costitutivo di questo governo». Però Zingaretti ha ragione quando sostiene che prima avete condiviso la manovra e poi continuate a sparare bordate? «Non abbiamo sparato alcuna bordata. L’aumento dell’Iva è stato disinnescato prima che la manovra uscisse dal Consiglio dei ministri anche per la nostra fermezza». Invece di essere uniti nella risposta alla Ue sulla manovra, sembra che ogni partito giochi a fare il primo della combriccola. «Ogni partito sta ponendo dei problemi. Noi ribadiamo che ci sono alcuni aumenti di tasse che possono essere evitati. Non è mettere in discussione la vita del governo, ma portare un contributo che eviti regali alla Lega». Ma sulla manovra cosa volete portare a casa? «Innanzitutto non tartassare gli italiani. L’invenzione della sugar tax, o l’aumento della tassazione sui contratti d’affitto sulla cedolare secca, sono cose che si possono evitare con qualche taglio alla spesa non sociale. Ci candidiamo noi a cercare dove tagliare. Le risorse messe su quota 100 sono eccessive rispetto al beneficio che portano e vorremmo riversarle in modo più diffuso su giovani, lavoro e famiglia» E se non la spuntate? «Voteremo una legge di bilancio meno efficace di come potrebbe essere».