Giuliana Ferraino

«E’ come pilotare un aereo. Bisogna osservare ogni cosa, altitudine, velocità, venti. È ciò che deve fare un banchiere centrale», sostiene Christine Lagarde, 64 anni, dal 1 novembre nuova presidente della Banca centrale europea al posto di Mario Draghi, in un’intervista alla Cbs. Figurarsi se, mentre tu sei il pilota che fa attenzione a tutti questi indicatori, un leader da dietro ti dice che «sei un fesso», come ha fatto il presidente Usa, Donald Trump, riferendosi al numero uno della Federal Reserve, Jay Powell — da lui peraltro nominato—per incitarlo a tagliare in modo più aggressivoitassi di interesse americani. «Il governatore di una banca centrale fa al meglio il suo lavoro se è indipendente», afferma tranchant Lagarde. «La stabilità del mercato non dovrebbe essere soggetta a un tweet qui oaun tweet là. Richiede considerazione, pensiero, quiete, decisioni misurate e razionali». L’attacco contro l’attuale inquilino della Casa Bianca, nella lunga intervista rilasciata un mese fa tra la Normandia, dov’è nata, e Washington, e mandata in onda domenica, va ben oltre. «Sono stata educata a essere una cittadina del mondo. Ilrischio è che gli Stati Uniti perdano la leadership. E questo sarebbe uno sviluppo terribile», dichiara sulla spiaggia dello sbarco delle forze alleate per liberare l’Europa durante la Seconda guerra mondiale. Ma, oltre la Manica, anche l’addio del Regno Unito all’Unione europea la riempie «di tristezza», ammette Lagarde. La Brexit avrà «effetti negativi non solo sulla Gran Bretagna, ma pure su alcuni Paesi della Ue, in particolare sull’Irlanda, sulla Germania e sull’Olanda. Tutti avremo un po’ meno». Però anche l’America dovrebbe preoccuparsi, perché «se le cose vanno male in una parte del mondo, avrà un impatto anche sul resto del mondo». Lo scenario certo non è dei migliori: la crescita globale rischia una frenata sincronizzata, ha avvertito la settimana scorsa il Fmi, tagliando ancora le stime di crescita ai minimi dal 2009. «Donald Trump ha molte chiavi, che potrebbero sbloccare moltirischi. La chiave più importante riguarda il commercio internazionale, perché il problema maggiore è l’incertezza», sostiene l’avvocata francese. Sottolineando che la guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti avrà «un grande impatto sull’economia mondiale», che si tradurrà in «meno investimenti, meno posti di lavoro, più disoccupazione, crescita più bassa». Dal canto suo Lagarde, che il 12 dicembre presiederà la prima riunione di politica monetaria della Bce, seguita dalla consueta conferenza stampa, si troverà alle prese con un rallentamento della zona euro più serio del previsto. La Germania potrebbe essere già entrata in recessione. Secondo la Bundesbank, «il pil potrebbe essersi ridotto di nuovo nel terzo trimestre del 2019» dopo il -0,1% del secondo trimestre, a causa del calo dell’export. Ma «una recessione nel senso di un significativo, ampio e durevole declino della produzione, con capacità inutilizzata, al momento non è in vista», precisa. Suggerendo intanto di alzare l’età pensionabile a 69 anni e 4 mesi, per stabilizzare il sistema previdenziale.