Giuseppe Sarcina

Mike Pompeo arriva in Italia per sondare il nuovo governo su Cina e Russia. Ma saranno i dazi a tenere banco negli incontri con il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. La visita del Segretario di Stato americano cade proprio in giorni di grande tensione nei rapporti commerciali tra Stati Uniti ed Europa. E quindi anche Bruxelles seguirà con attenzione i segnali in arrivo da Roma. Export a rischio Oggi il Wto, l’Organizzazione mondiale del Commercio, decide qual è l’importo dei dazi che gli Stati Uniti potranno imporre all’Unione Europea, come compensazione dei danni subiti per la concorrenza sleale di Airbus. Il contenzioso era iniziato nel 2004, con un ricorso anche della Ue contro i sussidi pubblici ricevuti dall’americana Boeing. Secondo le indiscrezioni la penalità imposta dal Wto dovrebbe aggirarsi intorno agli 11 miliardi di dollari. La Casa Bianca, però, ne vorrebbe 20. Robert Lightizer, rappresentante per il Commercio e c onsiglier e di Donald Trump, ha fatto preparare due elenchi di beni da colpire: uno incide su un volume pari a 21 miliardi di dollari; l’altro comprende 89 merci, per un ammontare di4miliardi. I dazi potrebbero salire fino al 100% del controvalore importato. Il problema è che l’agroindustria italiana pagherebbe un prezzo molto pesante. Basta scorrere le due liste di Lightizer: Parmigiano Reggiano, Grana, pasta, olio, vino. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha spiegato ieri al Corriere che i prelievi su Parmigiano e Grana, per esempio, potrebbero balzare da 2 a oltre 20 euro al chilo, «con un crollo dell’export pari al 90%». Certo, il cibo non c’entra nulla con gli aerei. Ma c’è una spiegazione politica. L’intransigente Lightizer vuole mettere in difficoltà l’Unione Europea fino a che non accetterà di spalancare i mercati al «made in Usa», partendo proprio dai prodotti agricoli. Il «verdetto» del Wto offre all’amministrazione americana uno strumento, forse inaspettato, di pressione sugli europei. Conte e Di Maio proveranno a convincere Pompeo a calibrare in modo più equilibrato l’ondata di dazi, evitando quello che è, oggettivamente, un accanimento contro le produzioni più pregiate dell’agroindustria italiana (e anche francese). In cambio l’Italia si impegnerà a favorire la ripresa del negoziato più complessivo sull’interscambio tra Unione Europea e Usa. L’operazione non è facile sul piano diplomatico, perché gli aiuti ad Airbus furono decisi da Bruxelles e quindi la responsabilità politica è di tutti i partner Ue. Cina e 5G Nei mesi scorsi Pompeo è stato durissimo con quei Paesi, fossero anche degli alleati, pronti ad acquistare la tecnologia delle telecomunicazioni 5 G dalla cinese Huawei: «Se lo fate vi taglieremo fuori dallo scambio di informazioni sensibili». Il governo gialloverde fu tra i più convinti ad aderire alla «Via della Seta», il piano di investimenti in infrastrutture promosso da Pechino. L’Italia ha adottato il cosidetto «golden power» per tranquillizzare Washington. In sostanza l’esecutivo può imporre alle aziende che operano in Italia di inserire clausole di sicurezza negli accordi stretti con società cinesi. Ma per gli americani il discorso non è chiuso. La rete 5G, che consentirà per esempio la guida senza autista, può interferire con gli impianti satellitari del Pentagono e della Nato. Gli esperti americani verificheranno l’efficacia delle misure adottate dal governo. Pompeo vuole anche capire se siano cambiati gli equilibri politici. Nell’esecutivo precedente la diffidenza di Matteo Salvini compensava le aperture di Luigi Di Maio. Russia e Vaticano Pompeo verificherà la tenuta dell’Italia sulle sanzioni economiche imposteaMosca dopo l’annessione della Crimea. È il minimo sindacale, ma finché Trump sarà alla Casa Bianca, Washington non può chiedere di più ai suoi alleati. Il Segretario di Stato proverà anche a migliorare i rapporti in Vaticano: prevista un’udienza privata con Papa Francesco.