Grazia Longo

Un altro duro colpo al cerchio magico di Renzi per un’inchiesta della Guardia di finanza coordinata dalla procura di Firenze. Stavolta a finire nel mirino non è un politico, ma un avvocato: Alberto Bianchi, 65 anni, pistoiese ma fiorentino di adozione. E’ stato indagato per traffico di influenze illecite. Amico di Renzi, di cui è stato anche l’avvocato personale, Bianchi è stato il presidente della fondazione Open, creata dall’ex premier, che per anni è stata la cassaforte degli eventi renziani, a partire dalla Leopolda. Avvocato brillante ma anche lobbista collaudato in grado di esercitare grande opera di persuasione tra gli imprenditori per raccogliere fondi per le attività di Renzi, Alberto Bianchi ha maturato negli anni prestigiose consulenze. Il suo difensore, l’avvocato Nino D’Avirro, insiste che si tratta di «accuse infondate relative a prestazioni più che legittime», ma dagli inquirenti filtra che si sta valutando un’altra pesante accusa e cioè quella di finanziamento illecito ai partiti. Di certo c’è che Alberto Bianchi è noto sia a Firenze sia a Roma per la sua vicinanza a Matteo Renzi e per i molteplici incarichi ottenuti sia nel pubblico sia nel privato. L’inchiesta punta ora a verificare se grazie ai rapporti con le società che hanno versato denaro alla Open (che in sei anni ha ottenuto finanziamenti per 6,7 milioni di euro) Alberto Bianchi possa aver esercitato influenze per concludere affari. Tra le varie attività di consulenza di Bianchi con enti pubblici spicca quella alla Consip, la centrale di committenza nazionale della pubblica amministrazione che bandisce gare per 14 miliardi di euro l’anno per l’acquisto di beni e servizi: in due anni e mezzo ha affidato a Bianchi incarichi per quasi 350 mila euro. È inoltre entrato nel Cda dell’Enel e ha ottenuto una consulenza dalla Alstom Ferroviaria e dalla Federservizi. Tra le consulenze con le imprese private si ricordano invece quelle con Snai, Siram e Nexive. Non basta, ha anche creato una società di brevetti farmaceutici, la K-cube, insieme a un altro fedelissimo di Renzi, Marco Carrai. Quando Bianchi era presidente della Open, nel consiglio direttivo sedevano Maria Elena Boschi (segretario generale), Marco Carrai e Luca Lotti. La fondazione, sul cui sito internet era possibile leggere i nomi dei finanziatori che avevano dato il consenso alla pubblicazione, è stata chiusa l’anno scorso. Ma l’avvocato D’Avirro insiste nel sostenere che «l’accusa di traffico d’influenze non è riferita direttamente a società famose: è relativa all’attività professionale fornita ad imprese minori. Il mio assistito ha messo a disposizione degli inquirenti tutta la documentazione richiesta nella convinzione di poter chiarire al più presto questa vicenda che lo sta profondamente amareggiando. Il traffico di influenze è un reato fumoso e il mio cliente ne è del tutto estraneo». Le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco: l’altro ieri ha disposto la perquisizione dello studio dell’avvocato Bianchi e il sequestro dei bilanci.