I magistrati di Milano tornano a bussare al Senato. Per chiedere di poter sequestrare anche le chat telefoniche tra l’ex sottosegretario Armando Siri e il suo più stretto collaboratore Luca Perini. Entrambi indagati per i finanziamenti ottenuti dal parlamentare leghista dalla Banca agricola Commerciale di San Marino a condizioni di particolare favore e che poi ha utilizzato per l’acquisto di un immobile a Bresso (Milano) intestato a sua figlia. I PM GAETANO RUTA e Sergio Spataro ancora attendono risposta da Palazzo Madama a una precedente istanza con cui hanno chiesto di poter mettere le mani su due pc che potrebbero contenere atti utili a ll ’indagine per autoriciclaggio e che sono stati individuati durante una perquisizione effettuata lo scorso 29 luglio negli uffici di Perini. In quella occasione la Polizia giudiziaria aveva acquisito anche copia forense del suo smartphone e Siri si era immediatamente rivolto alla Procura di Milano perché fosse impedita “in qualunque forma la trascrizione, divulgazione, selezione ed acquisizione al fascicolo delle i nd a g in i ”. Chiedendo la distruzione delle conversazioni telefoniche, messaggi, email e chat presenti nel telefono di Perini ma di cui fosse lui autore o destinatario in base a ll ’articolo 68 della Costituzione che prescrive per il sequestro di corrispondenza di un parlamentare, la preventiva autorizzazione della Camera a cui appartiene. Si tratta di materiale che i magistrati hanno molto interesse a utilizzare “al fine di una completa ricostruzione dei fatti di indagine, in particolare per verificare termini e caratteristiche degli accordi retrostanti le operazioni di finanziamento” della banca del Titano. “Come già indicato nel decreto di perquisizione – scrivono Ruta e Spataro alla Giunta per le autorizzazioni del Senato –, per un completo accertamento dei fatti è necessario acquisire tanto gli atti che documentano passaggi formali, quanto e soprattutto quelli che contengono tracce di rapporti e accordi non riversati in forma ufficiale che diano evidenza di rapporti, conversazioni e scambi di informazioni tra i soggetti coinvolti”. E quindi vogliono mettere le mani anche sui 10.742 messaggi, tra sms, mms e chat, scambiati tra Perini e Siri quando quest’ultimo era già diventato senatore. ORA LA GIUNTA di Palazzo Madama dovrà valutare anche questa seconda richiesta. Intanto oggi dovrà decidere se autorizzazione o meno i magistrati al sequestro dei due pc su cui Siri non intende mollare di un millimetro. Il 30 settembre ha fatto istanza alla Procura di Milano, “di limitazione del perimetro di acquisizione del contenuto della memoria dei computer”: ha chiesto insomma che gli accertamenti siano limitati ai soli documenti pertinenti all’im p ut az io ne . Come? “Al fine di contemperare le esigenze investigative sottese al sequestri e le prerogative costituzionali del senatore Siri – si legge nell’istanza vergata dal suo avvocato Fabio Pinelli –la materiale attività di acquisizione del contenuto della memoria dei supporti informatici potrà avvenire attraverso l’estrapolazione dei file a seguito di ricerca tramite parola chiave. Ciò consentirà di evitare l’apprensione di tutto ciò che è inconferente rispetto a quanto oggetto di indagine, scongiurando così un ’indebita intrusione nella sua attività istituzionale.