Quando il libro rosso di Michel Houellebecq è comparso tra gli scaffali in libreria – con la sua volpe grigia minacciosa, guardinga e allo stesso tempo arrogante sulla tavola imbandita appena conquistata, ideale allegoria della Francia che in Sottomissione è in balia del partito islamico vincitore delle Presidenziali – a qualcuno quell’immagine ne avrà riportato alla mente un’altra. Sempre animata da volpi, le stesse volpi grigie di Sandy Skoglund che Silvia Balle stra usa per il suo I giorni della rotonda: Bompiani sceglie Fox Games l’installazione dell’artista americana per l’edizione italiana del romanzo di Houellbecq (2015), Rizzoli lo aveva fatto per il romanzo della Ballestra (2009). NON SIAMO DI FRONTE a un caso unico. E la cosa non sorprende, infatti, il lettore appassionato, che all’a mo re per la letteratura unisce un culto feticista per quegli oggetti fatti di carta e d’inchiostro, di cui sfoglia con piacere le pagine e rimira le copertine: ogni copertina rimanda a una storia. Alcune a più di una. E così l’elenco dei déjà vu è lungo. E come nel caso Ballestra-Houellebecq, coinvolge anche gran di nomi della letteratura italiana e internazionale, e le migliori case editrici. Sul palcoscenico di R ondini d’inverno. Sipario per il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni, le luci regalano calore a una rosa rossa che ha perso i suoi petali, su quello de Il fantasma esce di scena di Philip Roth illuminano l’assenza. Il sipario è dello stesso rosso. La casa editrice è sempre Einaudi. E ancora Einaudi si trova a condividere la donna ritratta da Lynsay Addario, premio Pulitzer per il fotogiornalismo, che compare su Ne v e di Orhan Pamuk (2004) con Nottetempo che la sceglie, nel 2006, per la copertina della Lettera a un’amica scomparsa in Iraq della giornalista tunisina Sihem Bensedrine. A un “incidente” simile non scampano neanche il maestro Andrea Camilleri e la “sua” Sellerio: il commissario Montalbano, impegnato a mantenersi lucido in una realtà che cede alle lusinghe dell’illusione, ne Il gioco degli specchi conten – de al Pretore di Cuvio di Piero Chiara, pubblicato da Mondadori per la collana Oscar, la C an zon et tis ta di Antonio Donghi, opera del 1925. E ancora: Feltrinelli si affida a un’immagine di Luigi Ghirri per raccontare Una storia di amore e di tenebra (2008), l’autobiogra – fia romanzata dello scrittore israeliano Amos Oz, la stessa immagine che Bompiani adotta per Posta prioritaria di Gianfranco Calligarich (2014). Altre copertine d’arte: La passeggiat a di Marc Chagall illustra La lista di Lisette di Susan Vreeland per Neri Pozza e Ballata per la figlia del macellaiodi Peter Manseau per Fazi. Mondadori mette sulla copertina de Il manifesto del libero lettore. Otto scrittori di cui non so fare a meno, di Alessan – dro Piperno, una delle creazione del pittore surrealista polacco Jacek Yerka, Bible Dam, usata anche da Skira per Il mondo visto dai libri di Hans Tuzzi. Ma la lista è lunghissima e non vi sfugge quasi nessuna casa editrice. Ancora qualche esempio: stessa immagine per La vista da Castle Ro ck di Alice Munro (Einaudi 2014) e Aurora con mostro marino di Neil Jordan (Cavallo di ferro 2010); Aforismi e magie di Alda Merini (Bur 2013) e Nel vento di Emiliano Gucci (Feltrinelli 2013); È stata una vertigine di Maurizio Maggiani ( Feltrinelli 2008) e Ogni contatto lascia una traccia di Elanor Dymott (Einaudi 2013). POI CI SONO COPERTINE “evocative”, quelle che per caso o per intenzione, si “r ic hi a ma n o” tra di loro: La stranieradi Claudia Duras ta nt i (La nave di Teseo), cappotto rosso, carré e il viso contro una parete rossa, sembra la stessa donna aggrappata alla finestra della stanza dalle pareti azzurre sulla copertina de Gli altri di Aisha Cerami (Rizzoli). Oppure i protagonisti di Persone normali di Sa lly Rooney (Einaudi) ricordano quelli di Un dolore così dolce di David Nicholls (Neri Pozza). Che per le case editrici si tratti di incidenti o scelte pensate, per il lettore l’i ncontro con una copertina “già vista” può rivelarsi un’opportunità, quella di usare la curiosità innescata da un’immagine per andare alla scoperta di un altro autore e del nuovo mondo che ogni libro è in grado di svelare.