Lorenzo Salvia

«Siamo preoccupati per i dazi che gli Stati Uniti potrebbero introdurre, in modo del tutto incomprensibile. Ma anche fiduciosi per le rassicurazioni che ci ha dato il presidente del Consiglio sulla legge di Bilancio». Ettore Prandini è il presidente di Coldiretti, la più grande associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana. A Bologna ha appena incontrato Giuseppe Conte, invitato per un evento della sua organizzazione. Cosa avete chiesto al premier per la prossima legge di Bilancio? «Potrà sembrarle strano ma non abbiamo chiesto nuove misure di sostegno. Abbiamo ottenuto delle rassicurazioni, però. E sono importanti». Quali rassicurazioni? «Il presidente Conte ci ha garantito che non ci sarà il taglio alla agevolazioni fiscali per il nostro settore, ad esempio sul diesel agricolo, di cui si era parlato nelle scorse settimane. Noi siamo i primi ad avereacuore il nostro ambienteel’agricoltura italiana ha un livello di emissioni più basso del 50% rispetto a quella degli altri Paesi europei». E sull’Iva? In questi giorni si parlato di aumenti selettivi, che potrebbero riguardare alcuni prodotti agricoli. Cosa vi ha detto Conte? «Sì, si era parlato di possibili aumenti per la carne o per alcuni prodotti cerealicoli. Ma anche su questo Conte ci ha rassicurato: gli aumenti non ci saranno». Ma lei è tranquillo, oppure teme che alla fine qualche aumento ci sarà? «Mi fido di quello che ci ha detto il presidente. A preoccuparmi davvero sono invece i dazi che potrebbero essere introdotti dagli Stati Uniti». Ecco, perché li definisce incomprensibili? «Perché tutto nasce da un’accusa di concorrenza sleale nel settore aerospaziale che gli Stati Uniti muovono ai quattro Paesi europei che fanno parte del consorzio Airbus: Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, che avrebbe danneggiato l’americana Boeing. Mentre la loro rappresaglia riguarda invece un settore, quello dell’agroalimentare, che con gli aerei non c’entra nienteenel quale noi siamo i primi esportatori tra i Paesi europei». Che effetti ci sarebbero? «Un disastro. Le faccio solo un esempio: Parmigiano Reggiano e Grana Padano oggi pagano un dazio di 2 euro e mezzo al chilo. Finirebbero per pagarne più di 20. Si stima un crollo dell’export pari al 90%. E questo dopo che l’Italia si è contraddistinta in Europa nel sostenere la richiesta degli Stati Uniti di imporre i dazi verso la Russia, perdendo 1,2 miliardi di euro. Una beffa. Abbiamo chiestoaConte di parlarne con Mike Pompeo, il segretario di Stato americano che nei prossimi giorni sarà a Roma. Ci ha garantito il suo massimo impegno». Un’ultima cosa, presidente. Il vostro evento di Bologna si chiude con l’ex vice premier Matteo Salvini. Meglio il governo Conte uno o il governo Conte due? «Noi siamo per costruire un rapporto con le forze politiche indipendentemente dal fatto che siano al governo o all’opposizione. Con il presidente Conte abbiamo sempre avuto un buon rapporto. E siamo abituati a giudicareigoverni dai fatti».