In questa storia ci sono due paradossi. Quello della Procura di Firenze che accusa Berlusconi di essere tra i mandanti, insieme alla cupola della mafia, dell’attentato a Maurizio Costanzo del ‘93: non è dato sapere con quale movente, dato che Costanzo, con il suo show, era una delle galline dalle uova d’oro di Canale 5. E quello di Renzi che ieri a sorpresa è intervenuto in difesa del Cavaliere, sostenendo che i magistrati della sua città «non hanno uno straccio di prova». E spiegando che lui può permettersi di difendere quello che considera «un avversario», malgrado la passata alleanza dei tempi del patto del Nazareno, perché Berlusconi, a differenza di quanto aveva fatto con Monti e Letta, non ha mai appoggiato il suo governo. In realtà ci sono un paio di buone ragioni per il leader di Italia viva, per ergersi a difensore del vecchio Silvio, con cui condivise una stagione di collaborazione sulle riforme istituzionali, naufragata nel 2015 sul mancato patto per eleggere Amato al Quirinale (Renzi preferì Mattarella). La prima è che, date le turbolenze interne di Forza Italia, Italia viva può sperare di continuare la sua campagna acquisti di parlamentari delusi dall’andazzo del centrodestra (o con Berlusconi declinante, o con Salvini arrembante) e alla ricerca di nuove collocazioni. La seconda, in realtà solo una speranza, che gli eventuali transfughi, com’è accaduto per Meloni quando ha “acquisito” Fitto e il suo feudo elettorale pugliese, portino voti al neonato partito dell’ex-premier. Ma forse c’è anche una terza ragione che ha spinto Renzi a uno scontro frontale con la Procura di Firenze: ed è che si tratta dello stesso ufficio giudiziario che ha inquisito i suoi genitori, fino all’arresto considerato dal figlio un inutile accanimento. Negli ultimi tempi, Renzi è tornato spesso su quella vicenda, presentandola, senza giri di parole, come un avvertimento della magistratura nei suoi confronti. La giustizia e i rapporti con la magistratura avranno un rilievo crescente nella nuova maggioranza giallo-rossa, dato che le idee in materia tra 5 stelle e alleati sono molto diverse. Non a caso ieri su questi argomenti s’è svolto un vertice, concluso con la franca constatazione di un accordo sul disaccordo.