Marco Conti

ROMA Il Pd deve ancora “deglutire” il probabile passaggio ad una legge elettorale di stampo proporzionale e Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari costituzionali della Camera, decide di far slittare il voto sul taglio dei parlamentari. D’altra parte anche la riunione dei capigruppo, convocata dal presidente Roberto Fico, aveva deciso di soprassedere almeno per la prossimasettimana. LA LANA Difficilmente i dem faranno un passo indietro rispetto all’intesa raggiuntaconM5S eLeu durante la formazione del governo, ma la pressione dei padri nobili del partito, Romano Prodi e Walter Veltroni, è forte. In ballo non c’è solo il sistema di voto,ma anche la natura del partito che, nato sulla spinta delmaggioritario,mise insieme iDscon laMargherita. Ora il timore dello stato maggiore del Pd è che un sistema elettorale proporzionale porti a nuove frammentazioni. Ieri Zingaretti, parlando a “Porta a Porta”, si è augurato che Matteo Renzi non faccia «lo scisma». Il tam tam dice però esattamente il contrario. Ovvero che l’ex presidente del possa fare suoi gruppi parlamentari, alla Camera più che al Senato, puntando ad allargare lamaggioranza con parlamentari ora all’opposizione. LE POSIZIONI «Se noi tornassimo al proporzionale – sostiene Veltroni – sarebbe il festival della frammentazione. Il Paese ha bisogno di governabilità». Sul tema il segretario del Pd dovrebbe convocare a breve una direzione in modo da tenere unito il partito nella trattativa con M5S e Leu. Sembra però difficile che il Pd possa tornare indietro, visto che uno dei motivi che hanno spinto il partito a comporre una maggioranza è proprio come evitare che Matteo Salvini, seppur con il 30%, possa “fare piatto” grazie all’attuale Rosatellum. Una legge, quella attualmente in vigore, che con il taglio dei parlamentari molto poco spazio lascerebbe agli altri partiti nei collegi. Tornare indietro, pensando magari che il fenomeno sovranista si sia già sgonfiato, non convince la maggior parte degli esponenti di punta del Pd che si preparano alla riunione della direzione e a quella dei gruppi. L’INTERVENTO Nel suo intervento in Aula Conte ha lanciato un appello alle forze politiche di opposizione a partecipare alla trattativa che dovrebbe riguardare anche un mini-pacchetto di riforme costituzionali. In quello che fu il centrodestra il dibattito è in corso. Silvio Berlusconi nei giorni scorsi ha chiesto un coordinamento tra FI, Lega e FdI. E’ probabile che prima della fine della settimana Berlusconi e Salvini possano incontrarsi dopo le reciproche bordate. Al leader della Lega in questo momento potrebbe convenire “resuscitare” l’alleanza di centrodestra in modo da contrapporsiconmaggiore forza al sistema proporzionale che ridimensionerebbe molto la leadership dell’ex ministro dell’Interno. Ricostruire l’alleanza solo per evitare il proporzionale difficilmente basterà al Cavaliere che in più di un’occasione ha tentato di far capire alla Lega e al suo leader che la deriva sovranista e lepenista, presa dal partito che fu di Umberto Bossi, può anche gonfiare i sondaggi, ma non porta a governare.