Marco Cremonesi
Matteo Salvini apre la campagna acquisti. «Fino alla settimana scorsa avevo dato lo stop — dice —. Però, è vero che i miei continuano a dirmi che c’è un sacco di gente interessata a quello che diciamo noi, dai consiglieri di zona ai parlamentari». E dunque? «Dunque ho detto che se sono brave persone, perché no?».
È vero che la prima provenienza che venga in mente è Forza Italia. Ma il leader leghista è convintissimo che raccoglieranno l’appello «parecchi e parecchi» eletti a 5 Stelle: «Gente con la schiena diritta che è disgustata da tutto quello che sta accadendo». Perché, come il leader leghista ha detto ieri in Senato rivolto agli stellati, «non penserete davvero che vi abbiano eletti per chiedere la fiducia di Monti e di Casini…».
E così, il panorama dell’opposizione potrebbe progressivamente cambiare. Tanto per cominciare, la riunione degli amministratori di centrodestra che Salvini ha convocato per sabato a Milano assume un altro sapore: sarà interessante, per esempio, annotare chi parteciperà a un’assemblea in cui, fino a ieri, i partecipanti non leghisti erano soltanto i governatori delle regioni guidate dal centrodestra. Ma con Silvio Berlusconi, Salvini dice che si incontrerà a breve: «Il rapporto con lui non l’ho mai interrotto — ha detto a Bruno Vespa —, ci sono le Regionali. Se il programma è chiaro e condiviso io non dico no a nessuno».
Gli ultimi fuochi, tutt’altro che pallidi, del duello con Giuseppe Conte sulla caduta del governo gialloverde ancora non si sono spenti. Ma ormai Salvini sa che l’opposizione al governo «legittimo formalmente ma abusivo nella sostanza» potrebbe non essere breve. E così, ieri sera ha cominciato a mettere a punto la macchina del partito riunendo i gruppi parlamentari: «Abbiamo parlato della Pontida di domenica che sarà la più partecipata di sempre e della manifestazione del 19 ottobre a Roma a cui porteremo il mondo. Sono contento perché ho trovato i parlamentari molto motivati. Anche Giorgetti…».
In Lega, però, c’è chi ha fatto notare all’ex ministro dell’Interno che il cambio della legge elettorale in senso proporzionale rischia di spedire il partito all’opposizione per un bel pezzo. E lui, che fin qui aveva liquidato la questione con un «vinciamo lo stesso», ieri al Senato è entrato diritto: «Pensate che stasera tra M5S e Pd ci sarà una riunione sulla legge elettorale, vogliono tornare al proporzionale… Pensate un po’, il giorno della fiducia già si trovano a parlare della legge elettorale».
E dunque, Salvini promette guerra: «Vogliono preparare il terreno per gli inciuci a vita? Noi raccoglieremo le firme, altro che 500 mila, ne porteremo 5 milioni. Perché per noi, chi prende un voto in più governa». Nel mirino anche i senatori a vita: «Quelli nooo, con tutto il rispetto… È la casta della casta della casta». Poco più tardi il segretario leghista si spingerà anche a parlare di modifiche alla forma di governo: «Penso a una riforma presidenzialista con l’elezione diretta del presidente della Repubblica».