Marco Franchi

Il nome del procuratore generale dell’Umbria fa adesso capolino nell’i n t esa faticosa che Pd e Cinquestelle stanno chiudendo per reggere l’urto del centrodestra a trazione leghista. Fausto Cardella, già capo della Procura di Terni, con un cursus honorum di tutto rispetto, è l’ultima carta, immaginata dai Cinquestelle, a cascare sul tavolo di un’alleanza che deve trovare un volto per dirsi viva. Luigi Di Maio ha infatti bocciato il candidato sul quale il Pd aveva puntato all’i n izio di una corsa apparsa solitaria e piuttosto disperata: Andrea Fora, uomo delle cooperative bianche, detentore di un consistente pacchetto di voti, amato dalla curia ma inseguito da un rinvio a giudizio che lo rende indigeribile ai grillini. DA QUI L’INIZIO FRENETICO di una corsa al nome nuovo – un esperimento, precisa Di Maio, “innovativo” che non è detto sarà replicato in altre regioni – in grado di respingere l’attac – co del centrodestra, ora in netto vantaggio e già in partita con il fenomenale traino leghista. Non c’è settimana che Matteo Salvini non faccia capolino in Umbria chiedendo a Donatella Tesei, la candidata a presidente, senatrice e sindaco di Montefalco, di completare il ko: dopo i fortilizi espugnati o solo riconfermati di Terni e Perugia, i due capoluoghi, la preda più ambita: la Regione. Il centrodestra è avanti nei sondaggi ed è certo che, con Pd e M5S divisi, la partita sarebbe stata vinta a tavolino, ancor prima di iniziare. Perciò l’evoluzione della crisi di governo nazionale ha provocato anche qui un rilevante effetto collaterale: i due partiti carissimi nemici provano ora a incontrarsi su un nome. Di Maio ha chiesto al re del cachemire Brunello Cucinelli, ma la risposta è stata negativa. “Grazie, no. Aiuterò la coalizione ma non mi c a nd i d o”. La rinuncia dell’i mprenditore ha fatto riprendere la corsa al totonomi. Le attenzioni si sono quindi posate su Stefania Proietti, sindaco di Assisi. Un profilo che è apparso adeguato: donna, ingegnere, senza tessera e sindaco della città di San Francesco. Perfetta per ridurre le distanze, neutralizzare le rispettive crisi di identità, agevolare l’unione. Dopo poche ore al nome di Proietti si è aggiunto quello di Cardella. Assai più pesante, politicamente più impegnativo, Cardella è un magistrato assai conosciuto, esperto di mafia. Ha portato a segno alcune significative indagini. A Marsala ha indagato sul suocero di uno dei Salvo, storici esattori siciliani. Con Ilda Boccassini ha lavorato all’inchiesta sugli intrecci mafiosi delle stragi che hanno condotto alla morte di Falcone e Borsellino. In Umbria ha gestito il processo Pecorelli (con Giulio Andreotti imputato), a L’Aquila gli scandali seguiti alla ricostruzione. CARDELLA andrà in pensione a marzo prossimo. Il fatto che sia ancora al lavoro, per di più a Perugia, rende più controversa la scelta e plausibile che lo stesso procuratore, dopo Cucinelli, possa rinunciare. Per adesso nessun commento, anche se la stampa locale annuncia una lettera con cui il procuratore dovrebbe smentire la sua corsa alle elezioni. Vedremo. Bisognerà scegliere comunque, e pure in fretta. Sapendo che l’orizzon – te è pieno di nuvole nere.