Maria Teresa Meli

È la prima Leopolda dopo la scissione. La fila per entrare comincia alle sei del mattino. Ma alle nove e mezzo la sala è strapiena. In tanti restano fuori. Oggi perl’intervento di Matteo Renzi ci sarà un maxischermo all’esterno. È la prima Leopolda dopo l’addio: la platea è curiosa di conoscere il nuovo simbolo. Allo studio ce n’erano 31. L’ex premier ne ha selezionati tre. Li ha fatti votare sul web. Ha vinto, con il 63 per cento il secondo, quello con la V di Viva Italia che ricorda un gabbiano che si libra in volo (l’ex premier preferiva il primo): quando viene calato dall’alto sul palco Renzi si commuove. È la prima Leopolda dopo la separazione, che non è stata consensuale. Si è portata strascichi polemici e ha seminato rancori. Il Pd decide di mettere sotto attacco Iv nel giorno del suo battesimo. Partono salve di dichiarazioni dal Nazareno. «Vogliamo dimostrare che Renzi è inaffidabile», dicono. L’ex premier lo ha capitoeavverteisuoi: «Non cadiamo nella trappola». Ma ormai la polemica si è innescata. I dem attaccano Maria Elena Boschi, che ha sostenuto che il Pd «sembra diventato il partito delle tasse». Renzi cerca di circoscrivere la polemicaeaffida la praticaaFrancesco Bonifazi, che dichiara: «Dire che il Pd è il partito delle tasse è sbagliato, allo stesso tempo però va detto che le tasse non devono aumentare». Ma il cannoneggiamento pd contro Iv continua. Andrea Orlando attacca direttamente Renzi. Dalla Leopolda il vicepresidente della Camera Ettore Rosato manda una frecciata all’indirizzo del Pd e di Nicola Zingaretti: «Sapete a chi non piace un partito con il leader? A chi il leader non ce l’ha». I dirigenti di Italia viva comunque non ci stanno a passare peri guastatori del governo. Per quelli che rischiano di portare il Paese alle elezioni: «Noi — spiega Boschi — non abbiamo nessuna intenzione di mettere in difficoltà Conte e non facciamo ultimatum ma non possiamo nemmeno restare silenti». Già, l’impressione, qui alla Leopolda, è che questo fuoco concentrico serva anche a impedireaIv di mandare avanti i suoi emendamenti alla manovra. Eppure, Iv non intende forzare nemmeno su quelli. Spiega Luigi Marattin: «Noi vogliamo essere rispettosi di come si sta in una maggioranza e vogliamo discutere le nostre proposte di modifica con le forze che appoggiano il governo». Piuttosto, lasciano intendere da Iv, sono altri a non essere rispettosi. La risposta che dà Teresa Bellanova ai giornalisti che le chiedono quale sia lo stato dei rapporti con il premier è indicativa in questo senso: «Noi abbiamo chiesto un incontro al Capo dello Stato e siamo stati ricevuti la settimana scorsa, abbiamo chiesto un incontro a Conte e ci ha risposto che ci farà sapere una data». A sera Renzi tiene la linea concordata: non si molla sugli emendamenti ma non si attacca Conte. E spiega al Tg2: «Non rispondo alle polemiche sul Pd. La manovra ha degli aspetti positivi, ma anche qualche tassa di troppo, per esempio la sugar tax oibalzelli sulle partite Iva. Su queste faremo battaglia in Parlamento. Io sono pronto a scommettere che queste tasse saranno eliminate dal lavoro dei parlamentari. E presenteremo un emendamento su quota cento e vedremo chi vince. Comunque non facciamo ultimatum, ma non si può nemmeno pensare che la politica sia populismo e demagogia come fanno altri». Un riferimento a Conte?