Maria Teresa Meli
Senatore Marcucci, il segretario del Pd Nicola Zingaretti parla di un’alleanza strategica con M5S eppure vi siete scontrati proprio con loro sulla manovra. «Sono tra coloro che pensano che sia ancora molto difficile parlare di alleanza strategica con i Cinque Stelle. Bisogna prima vedere come funziona il rapporto al governo, quali sono i punti di intesa programmatici e solo dopo fare il punto sulle alleanze. Cosa diversa sono le Regionali, dove saranno i territori ad esprimere le loro preferenze: in Umbria come è noto insieme a Di Maio, in Toscana, in Campania e probabilmente anche in Emilia senza il M5s». Giuseppe Conte potrebbe essere il candidato premier di questa alleanza ? «Vale il ragionamento precedente. Il Pd per fortuna ha delle regole, siamo gli unici nel panorama politico nazionale. Conte si candiderà alle nostre primarie, convincerà i nostri elettori? Ad ora, direi proprio di no». Senatore Marcucci perché il Pd non si batte con Italia viva per eliminare le microtasse? «Si può fare tutto, ma in un governo di coalizione serve prioritariamente un via libera unanime. Dobbiamo evitare a tutti i costi il progressivo logoramento che ha incontrato il governo Conte-Salvini». Perché voi del Partito democratico difendete Quota 100? «Io dico la stessa cosa da sempre, non ho cambiato idea. Quota 100 non mi piace, per accontentare un numero ristretto di persone penalizziamo i giovani. Ma anche in questo caso, vale un accordo nella maggioranza. Se non si trova, ricordiamoci comunque che il provvedimento si esaurisce nel 2021. Dobbiamo tentare il più possibile di salvare la certezza del diritto, non possiamo cambiare leggi ogni anno, modificando i piani di vita dei cittadini». Il Pd e Italia viva sono aiferri corti… «Dopo i primi prevedibili squilibri dell’inizio, mi auguro che prevalgano rispetto e collaborazione. Siamo al governo insieme, su molte cose la pensiamo allo stesso modo. Farsi la guerra è inutile, meglio studiare insieme una strategia contro la destra». Renzi ha proposto la patente fiscale a punti, è d’accordo? «Parto dal presupposto che il carcere per i grandi evasori sia roboante, ma sostanzialmente privo di effetti pratici: le pene sono già molto severe. La strada da seguireèquella che avevamo imboccato con la fatturazione elettronica e con la progressiva digitalizzazione. Ci vuole un patto con i cittadini onesti, se la patente fiscale va in questa direzione io sono d’accordo». Senatore, Renzi vi ha sfidato: vuole fare come Macron, che ha prosciugato i socialisti francesi. «Il Pd non è assolutamente ai livelli dei socialisti francesi ed abbiamo ancora un ruolo che può essere dirimente. E comunque il nostro problema non può diventare il leader di Italia viva, il Pd deve distinguersi per la sua capacità di parlare alla società italiana, per il suo riformismo, per la sua velocità, e non certo per alzare il livello delle polemiche contro la Boschi e la Bellanova. Basta giocare di rimessa, ora è il momento di tirare fuori tutto il nostro orgoglio. Se andrà nel modo che le dico, sia il Pd sia Italia viva, in ruoli e funzioni diverse, aiuteranno l’Italia a cambiare». Non teme che gli elettori contrari all’intesa coniCinque Stelle non votino più il Pd? «Quegli elettori dovranno aspettare, io non scommetterei per un’alleanza coniCinque Stelle. Sinceramente è davvero troppo presto per darla come acquisita, io per dire non ci scommetterei». Ma il Partito democratico presenterà degli emendamenti alla manovra? «Tra tante cose, spero che si cambi idea sul regime forfettario per le partite Iva. Ricambiare sistema, dopo così poco tempo, è davvero sbagliatissimo».