Maria Teresa Meli

Onorevole Graziano Delrio con i 5Stelle avete trovato l’accordo sullo ius culturae. Si concretizzerà? «Intanto è molto importante che si discuta del tema di dare più garanzie e più diritti senza pregiudizi. Si tratta di ragazzi e bambini che sono nati, vivono e studiano in Italia. Questo accordo, che è più moderato rispetto al nostro testo originario, è aperto ai contributi di tutti coloro che non fanno propaganda sulla pelle di questi ragazzi ma riconoscono che la democrazia ha tutto da guadagnare nel dare più diritti. Come è avvenuto per il diritto di voto ai poveri nel Novecento e per le donne, che hanno rafforzato la democrazia e la società. Del resto, anche in Forza Italia hanno presentato una proposta di legge sul tema». Non temete di perdere voti e regalarli a Salvini? «Salvini ha usato l’immigrazione come strumento di propaganda per distrarre l’elettorato dal fatto che, quando era al governo, non si occupava della sicurezza del nostro Paese. Faceva la guerra a poche centinaia di persone che arrivavano sulle Ong, mentre in migliaia entravano clandestinamente, creando problemi di ordine pubblico. È chiaro che Salvini continuerà a fare la sua propaganda, ma questo non è un buon motivo per non fare lo ius culturae». A proposito di consensi persi, il sondaggio di Nando Pagnoncelli pubblicato ieri dal «Corriere» rivela che voi avete subito un calo. «Noi abbiamo un problema di assestamento dopo una scissione sbagliata e grave: è andato di là un ex segretario del Partito democratico che ha governato il Pd quattro anni ed è stato e presidente del Consiglio per tre e quindi credo che chi sottovaluta il problema sbagli. Anche perché in generale chi assume la responsabilità di governo non viene subito premiato. Speriamo che i risultati facciano cambiare idea agli italiani rendendo sempre più attrattivi il Pd e questa alleanza». Nicola Zingaretti vuole fare un partito nuovo e azzerare gli equilibri congressuali… «Zingaretti ha fatto un passo molto coraggioso. Nello scorso congresso si confrontarono due tesi. Una di discontinuità con la segreteria di Renzi, l’altra sosteneva che non bisognava allearsi con i 5 Stelle. Sono due problemi, sia Renzi che il no all’alleanza con i5Stelle, che non esistono più. Ora dobbiamo confrontarci con le grandi sfide di oggi: una economia amica dell’ambiente e città ricche di trasporto pubblico. Dobbiamo occuparci di lavoro e di famiglia. Inoltre dobbiamo rilanciare un’altra visione della società come una comunità. I giovani che sono in piazza vogliono dirci che insieme si può. Sono queste le parole chiave di una grande partito di centrosinistra oggi. Perciò mi fa piacere che il segretario guardi avanti e dica che il congresso va azzerato. E sono contento che dica che le correnti non fanno bene soprattutto se non si preoccupano di produrre idee e contributi ma di promuovere assetti di potere». Alle elezioni politiche vi alleerete con i 5 Stelle? «Io sono convinto che prima del matrimonio ci sia un periodo di convivenza. È molto importante perché la cosa diventi stabile e solida che ognuno di noi non rinunci a quello che è. Il Pd deve continuareaessere il partito che difende la giustizia e la uguaglianza nella democrazia liberale. Ora stiamo tentando di trovare una sintesi tra diversi. Sono convinto che se farà passi avanti è possibile che si estenda, ma non bisogna avere fretta». Il 7 ottobre arriva il taglio dei parlamentari, che voi non volevate, la riforma elettorale inveceèscomparsa nelle nebbie. «Con la riforma del bicameralismo, poi bocciata dal referendum, avevamo tagliato 318 senatori. Quindi non siamo contrari in linea di principio alla diminuzione dei parlamentari. Il problema è che il taglio previsto da questa riforma mette in discussione la rappresentatività dei territori: ci sono regioni che rischiano di non avere nemmeno un senatoreopartiti del 10-15 per cento che potrebbero non avere un parlamentare. Perciò abbiamo deciso di comune accordo, perché non c’è bisogno di un notaio, di avviare la discussione sulla riforma elettorale e su altre garanzie costituzionali. Non sappiamo se sarà proporzionale o maggioritaria a doppio turno. É necessario tempo anche perché occorre il contributo di tutti, non solo della maggioranza, e comunque dobbiamo fare un lavoro serio».