Massimiliano Panarari
La tv culturale batte quella del disimpegno. Con un ritorno all’antico e, al medesimo tempo, qualcosa di nuovo: la Rai che, per vincere la sfida dello share, rispolvera il suo dna di servizio pubblico. Il sorpasso di Ulisse su Amici Celebrities è l’esito di alcuni elementi contingenti e certe tendenze di lunga (o, almeno, media) durata. E la sintesi ha prodotto questo autentico «miracolo italiano» degli ascolti. Tra gli elementi specifici di quel 20% di telespettatori troviamo l’argomento della puntata: Leonardo da Vinci, il «genio universale» che è anche un pilastro del «made in Italy» e della nostra identità nazionale nell’epoca della globalizzazione. Un personaggio stratosferico intorno a cui, negli ultimi anni, l’industria culturale mainstream, tra film e libri, ha ingigantito l’aura di mistero. E, per finire, nel suo racconto il conduttore si è fatto affiancare da un parterre de roi di grandi ospiti (Proietti, Benigni e Giorgia). L’altro motore di questo record sono taluni fattori di lungo periodo. Angela è un vero e proprio «marchio», detentore di una vasta platea di ammiratori . Uno studioso e giornalista capace di declinare efficacemente quelle formule del personal branding e dello storytelling da cui dipende in maniera significativa il successo nei flussi della comunicazione contemporanea. Fa una tv molto professionale e di elevata fattura tecnica , pensante senza essere pensosa, amichevolmente pedagogica ed educativa, per niente pedante. E, così, Ulisse ha saputo intercettare quella parte di pubblico che chiede altro rispetto alla programmazione dominante (e, a volte, disarmante) – e che commenta in presa diretta sui social quanto sta seguendo, versione positiva della disintermediazione, e avanguardia domestica della convergenza mediale.