Matthieu Suc & Marine Turchi

Dopo l’attacco a una sinagoga e a un ristorante turco a Halle, in Germania, che ha fatto due vittime il 9 ottobre, un rapporto confidenziale di Europol rivela che l’ultradestra europea si sta armando e sta reclutando tra soldati e poliziotti. Il killer di Halle, Stephan B., tedesco, 27 anni, simpatizzante d’“estrema destra”, era pesantemente armato, portava la tuta mimetica e l’elmetto come l’australiano Brenton Tarrant che, lo scorso marzo, ha attaccato due moschee a Christchurch, in Nuova Zelanda, uccidendo 50 persone. Come il terrorista di Christchurch, che aveva trasmesso live su Facebook il massacro per 17 minuti, anche il killer di Halle ha filmato il suo attacco con una telecamera frontale e ha diffuso il video di 35 minuti sulla piattaforma di videogiochi T wi t ch . In questo video, secondo il sito di Intelligence Group, un’organizzazione degli Usa, l’uomo spiega che “gli ebrei sono la radice di tutti i mali”. TRE DOCUMENTIattribuiti a Stephan B. sono stati pubblicati su Internet: una sorta di “manifesto”di quattro pagine, presentato come una “guida spirituale per uomini bianchi insoddisfatti”, dove invita a uccidere ebrei, musulmani, comunisti e “traditori”; un documento in cui presenta il suo progetto d’attentato e un altro in cui indica l’indirizzo della pagina web su cui ha diffuso il video. Vi menziona anche dei bersagli “bonus”: i membri del “governo di occupazione sionista”. Diversamente dal “manifesto” di 74 pagine del terrorista di Christchurch o da quello di Anders Breivik, l’autore delle stragi di Oslo, questi tre documenti non forniscono molti elementi teorici né dettagli sul background ideologico dell’attentatore di Halle. Sono pieni invece di riferimenti alla cultura web, come ha fatto notare Le Monde. In Europa, diversi attacchi si sono già verificati. Nel giugno 2019, il prefetto tedesco Walter Lübcke è stato trovato morto, con un proiettile nella testa. Era stato minacciato di morte a più riprese da gruppi di estrema destra per aver sostenuto la politica di accoglienza dei migranti di Angela Merkel. Il killer, che ha confessato l’omicidio durante il fermo, è un noto neonazista ed era già stato condannato più volte. Nel novembre 2018, un caporale dell’esercito britannico, Mikko Vehvilainen, è stato condannato a otto anni dopo aver tentato di reclutare miliziani per conto del gruppo neonazista, messo fuori legge, National Action. A 34 anni, l’uomo, temendo l’avvicinarsi di una guerra “razziale”, immaginava di creare una “colonia riservata ai bianchi” in un paesino del Galles. Alcuni mesi prima, un italiano è stato arrestato dopo aver sparato dalla sua auto contro sei africani nel centro di Macerata, nelle Marche. Una copia del Mein Kampfe un libro di storia su Benito Mussolini erano stati trovati a casa sua. Nel 2017, un ufficiale militare tedesco è stato arrestato mentre preparava un attentato terroristico dopo essersi fatto passare per un rifugiato siriano. Nel 2016, una settimana prima del referendum sulla Brexit, l’eurodeputata europea Jo Cox è stata assassinata da un giardiniere disoccupato, che nutriva un odio ossessivo contro i “tra – ditori” della razza bianca. Neanche la Francia è stata risparmiata. Nel giugno 2018 è stato smantellato un gruppo clandestino della destra radicale. Si trattava di Afo (Ac – tion des forces opérationnelles), i cui membri fabbricavano ordigni artigianali e pianificavano attacchi contro i musulmani. Alcuni di loro stavano mettendo a punto un progetto di intossicazione alimentare di cibi halal (quelli musulmani). Le perquisizioni hanno scoperto armi so ft ai r, numerosi libri sul Terzo Reich, sulle SS e sette armi da fuoco. Uno dei sospetti aveva allestito un laboratorio di fabbricazione di esplosivi in casa. DOPOlo smantellamento di Afo, i cosiddetti Barjolssono diventati il gruppo dominante nell’ultradestra. Un ex capo dei Barjols è stato arrestato nel novembre 2018: è sospettato di aver pianificato un attacco contro Emmanuel Macron, durante il viaggio del presidente nell’est della Francia per le commemorazioni per il centenario dell’armistizio (4-7 novembre 2018). Dopo questi numerosi episodi, il numero di arresti legati all’estrema destra è più che triplicato in Europa, passando da 12 nel 2016 a 44 nel 2018. Martedì 8 ottobre i ministri dell’Interno Ue hanno affrontato il tema della violenza e del terrorismo di estrema destra. Un incontro nato a partire da una constatazione: il terrorismo d’ultradestra, anche se oggi non è “il rischio principale” per l’Ue, è in crescita. L’obiettivo: permettere ai paesi più preparati nella lotta a questo terrorismo di condividere “le loro esperienze”e dare un nuovo impulso politico perché vengano prese misure su un piano più tecnico. L’idea di fondo è di ricorrere a strumenti “orizzontali”, già usati per combattere il terrorismo jihadista. I ministri Ue hanno indicato quattro assi di azione: “Tracciare un quadro più preciso dell’estremismo violento e del terrorismo di destra”, continuare “a sviluppare e condividere le buone pratiche su prevenzione, identificazione e trattamento dell’estremismo violento e del terrorismo”, “lottare contro la diffusione di contenuti estremisti illegali online e offline, di cooperare con i principali paesi terzi”. L’incontro si è basato sui numerosi rapporti e articoli pubblicati in particolare dal coordinatore Ue per la lotta al terrorismo e sul rapporto confidenziale Europol, pubblicato dai media tedeschi, Süddeutsche Zeitung,Wdre Ndr. Il rapporto giunge a conclusioni inquietanti. La prima: i gruppi di estrema destra stanno investendo nell’acquisto di armi e nella fabbricazione di esplosivi. Come aveva rivelato Me diap art, i servizi segreti francesi stimano a 350 i membri dell’ultradestra che in Francia possiedono legalmente una o più armi. La seconda: stando a Europol, l’ultradestra europea starebbe reclutando tra le forze dell’ordine, militari e poliziotti. “Per rafforzare le loro capacità fisiche e la loro preparazione alla lotta armata, i gruppi di estrema destra stanno cercando di reclutare membri tra i militari e le forze della sicurezza, per acquisire competenze”, è scritto nel rapporto. Il rapporto conferma ciò che Mediapart aveva rivelato sin dalla primavera 2018: in Francia, la Direzione generale della sicurezza interna (Dsgi) aveva allertato le autorità per il numero crescente di soldati e poliziotti che hanno integrato i gruppi dell’ultradestra. I servizi di intelligence seguivano in quel periodo “circa 50 tra poliziotti, gendarmi e soldati”per i loro legami con l’“estre – ma destra violenta”. Quasi il doppio, dunque, dei funzionari seguiti per l’adesione all’Islam radicale, secondo il ministro francese degli Interni, Christophe Castaner, il quale, dopo la strage della prefettura di polizia di Parigi, ha parlato di 20 poliziotti e 10 di gendarmi sospettati di conversione al fondamentalismo musulmano. I servizi di intelligence sono dovuti intervenire per sensibilizzare sulla questione diverse amministrazioni, compresi i vari corpi dell’esercito, polizia, gendarmeria, servizi della dogana e polizia penitenziaria, per migliorare lo scambio di informazioni sui funzionari sospetti, ma anche per evitare il reclutamento di altri poliziotti o militari già affiliati all’ultradestra. L’ultradestra corteggia le forze dell’ordine, adatta i discorsi per attirare la loro attenzione, da risalto alle nuove reclute che arrivano dalle forze dell’ordine, professionisti ricercati per la loro competenza in materia di mantenimento dell’ordine e per i loro contatti. Secondo una fonte, gli agenti vengono contattati per accedere a informazioni riservate della polizia e della gendarmeria. Secondo i Volon – taires pour la France(Vpf), un gruppo di difesa civica nato dopo gli attentati, 50 soldati e agenti in pensione figurava tra i circa 200 attivisti d’ultradestra sparsi in Francia nel 2016. A capo della rete R émora (un gruppo che non sembra più attivo), c’era un ex ispettore della Direzione centrale dei servizi generali (Rg). Nell’ottobre 2017, la Sottodirezione dell’antiterrorismo (Sdat) e la Direzione dei servizi segreti interni (Dgsi) hanno smantellato un gruppo nato intorno a un certo Logan Nisin. Tra i presunti complici, il figlio di un gendarme, il figlio di un poliziotto e un allievo della scuola per sottufficiali dell’Aeronautica militare. Mediapartaveva rivelato anche i dietro le quinte del sito Ré – seau libre, i cui membri avevano tentato di commettere degli attentati contro i musulmani. Le tesi veicolate da questo sito sono le stesse che ispirarono il terrorista di Christchurch: la teoria della “grande sostituzione”, elaborata dal saggista di estrema destra Renaud Camus, il fallimento del Rassemblement national, giudicato troppo moderato, e l’attentato islamofobo come strumento di difesa della razza bianca. Il sito ha pubblicato le interviste di Monsieur X, presentato come un “ufficiale francese dei servizi segreti” e “contatto nei servizi dell’antiterrorismo”. L’uomo, che veniva sentito dopo ogni attentato, non esitava a parlare di “guerra di civiltà”. Sulla sorte da riservare ai jihadisti, in un’intervista del marzo 2016, indicava due opzioni: “Uno: facciamo il necessario per recuperare gli individui ancora in vita, sperando che parlino e di trascinarli in tribunale. Due: individuiamo la minaccia e, al momento opportuno, la eliminiamo. Vi lascio indovinare quale è la mia opzione preferita”. Parlando degli attentati, invitava i slettori a difendersi: “Ditevi che avere un’arma illegale può portarvi in prigione, ma che non averne affatto può portarvi al cimitero!”. Durante la crisi dei gilet gialli, un ex poliziotto – “seguace delle teorie della cospirazione”, hanno precisato in una nota i suoi colleghi 007 – ha tentato di avvicinarsi ai militanti più radicali “per rilanciare la sua formazione” d’ultra – destra “in crisi di visibilità”. Nelle note per i vertici dello Stato, l’intel – ligence rassicura sull’affiliazione di agenti dei “servizi dello Stato” a gruppi della destra radicale: c’è un “calo significativo della permeabilità di questi individui agli ideali dell’ultradestra”. GIÀ NEL MAGGIO 2016, Patrick Calvar, allora capo della Dgsi, aveva lanciato l’allarme davanti alla commissione per la Difesa nazionale e le forze armate: “L’Europa è in pericolo: gli estremismi crescono ovunque e noi dei servizi segreti interni, stiamo orientando le risorse per concentrarci sull’estrema destra. Spetta a noi il compito di anticipare e bloccare questi gruppi che vorrebbero scatenare degli scontri inter comunitari”. In un altro rapporto del 27 giugno 2017, Europol osserva che “se la grande maggioranza dei gruppi estremisti di destra in Europa non ha fatto ricorso alla violenza, essi contribuiscono comunque a radicare un clima di paura e agitazione”. E che, a lungo termine, “un tale clima, fondato sulla xenofobia, i sentimenti antisemiti, antislamisti e anti immigrazione, potrebbe permettere a individui radicalizzati di usare la violenza contro persone e beni di gruppi minoritari”.