Mattia Feltri
Venerdì a Roma sarà sciopero generale. I dipendenti delle partecipate – tranvieri, netturbini, giardinieri eccetera – manifesteranno contro le condizioni umilianti in cui lavorano e contro il degrado della città. Bloccheremo Roma, hanno detto i sindacati. I mezzi pubblici non funzioneranno e la spazzatura non sarà raccolta: non parrebbe una novità poderosa, a dire il vero. Salta più all’occhio il weekend lungo garantito a tutti (mai che si scioperi al martedì). Detto questo, sarebbe uno sciopero condivisibile se solo capissimo contro chi precisamente si sciopera. Se è contro Virginia Raggi, il peggior politico del pianeta dai tempi di Gengis Khan, solidarietà. Nel mio piccolo, io sciopererei anche contro il tizio che ieri mattina ha abbandonato un materasso matrimoniale che occupava l’intero marciapiede. Sciopererei contro i giardinieri che si davano indisposti e coi mezzi comunali andavano a rinverdire giardini privati. Sciopererei contro i quasi mille e cinquecento stipendiati su undicimila dell’azienda dei trasporti che quotidianamente non vanno al lavoro. Sciopererei contro i “portoghesi” che non pagano il biglietto dell’autobus per un danno di 50 milioni l’anno. Sciopererei contro il record mondiale di impiegati (uno su cinque) che alla nettezza urbana godono dei permessi per assistere parenti disabili. Sciopererei contro i sindacati, che fra Ama e Atac superano le duecentomila ore di distacchi sindacali l’anno. Potrei senza imbarazzo scioperare pure contro me stesso, che qualche colpa l’ho di sicuro. Ecco, uno sciopero di Roma contro Roma: questo sarebbe geniale.