Maurizio Giannattasio
«Il giorno 19 ci sarò anch’io in piazza perché questo governo attacca i nostri fondamentali diritti di libertà». Silvio Berlusconi non lascia piazza San Giovanni in mano a Matteo Salvini e Giorgia Meloni e annuncia che ci sarà anche lui alla manifestazione del 19 a Roma per protestare contro un governo che «tassa e ammanetta». A far scattare la molla sono state le dichiarazioni del governo sull’evasione fiscale. «Con il carcere per l’evasione sopra i 50 mila euro, basteranno solo le accuse. Chi vorranno eliminare sarà eliminato». Palazzo delle Stelline. Giornata conclusiva di IdeeItalia, la kermesse azzurra organizzata da Mariastella Gelmini e dal coordinatore lombardo, Massimiliano Salini. Si capisce che Berlusconi ha voglia di parlare. Lo capisce anche il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti che riesce a piazzare la prima domanda solo dopo 30 minuti di monologo. «È peggio del 1994» quando il rischio era quello di vedere i comunisti al governo dice l’ex premier. Ora «le sinistre» che governano «sono quattro». E quella peggiore, secondo Berlusconi, è rappresentata dai Cinque Stelle. Motivo necessario e sufficiente per fargli dire che FI non confluirà mai nel nuovo partito di Matteo Renzi: «È molto abile, ma è di sinistra ed è stato il principale artefice della formazione del governo delle quattro sinistre. Gioca dall’altra parte del campo». Nella sua metà del campo, Berlusconi rivendica il ruolo giocato da FI e lancia un messaggio a Salvini. «Senza di noi ci sarebbe una destra-destra estrema incapace di vincere le elezioni e non in grado di governare». Subito dopo arriva la carota: «Quando riesco a parlare direttamente con Salvini c’è grande intesa e non c’è mai stato un punto su cui ci siamo trovati discordi. Sono convinto che si ritorni a una collaborazione leale». Il banco di prova sono le Regionali che potrebbero diventare un banco di prova anche per la tenuta del governo. Berlusconi ci crede ma solo fino a un certo punto: «Se il risultato delle Regionali sarà clamoroso per noi, allora anche il presidente dovrà accorgersi che la maggioranza del palazzo è diversa dalla maggioranza della gente. Ma è più probabile che il governo arrivi a fine legislatura perché il potere è un grandissimo collante». A domanda diretta di Sallusti, Berlusconi smentisce di avere incontrato recentemente Urbano Cairo e di aver parlato di politica. «Non è assolutamente vero. Sono molti mesi che non ho incontri con Urbano a cui mi lega un’amicizia e un’antica collaborazione. È uno intelligente che ci sa fare, un bravo imprenditore, quando ci siamo incontrati abbiamo parlato di politica, ma ha sempre escluso questa possibilità, ritiene che sia incompatibile con quello che ha da fare. Penso che lui non abbia nessuna vera intenzione di entrare in politica». Lo farà invece Mario Draghi chiede Sallusti? «Se Draghi fosse disponibile ad assumere questa responsabilità di capo di governo, certamenteèuna persona preparata e intelligente e certamente può farlo in maniera adeguata». Ricorda che era stato lui a volerlo governatore della Banca d’Italia e di aver intrapreso una «grande battaglia per nominarlo alla Bce» contro il parere di Angela Merkel «e del suo reggicoda Sarkozy». Greta? «È stata strumentalizzata. Il terrorismo ambientale non è la via giusta». Ius culturae? «Sì alla cittadinanza, ma caso per caso. No a una norma generale». I tagli ai parlamentari? «Anticostituzionali». Infine Altra Italia. L’idea è quella di costituire in ogni regione una cellula di persone che cerchi di convincere gli astenuti a tornare al voto. «Sono 7 milioni quelli che si ritengono liberali, moderati e conservatori – conclude Berlusconi —. Se solo la metà tornasse a votare vinceremo le elezioni».