«Una catastrofe». Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura, descrive così gli effetti della cimice asiatica sulla produzione di frutta italiana. Giorno dopo giorno la stima dei danni viene aggiornata al rialzo, adesso è arrivata a mezzo miliardo di euro, tanto da spingere il governo italiano a chiede domani al consiglio dei ministri dell’Ue l’attivazione delle misure straordinarie a favore delle Organizzazioni dei produttori del settore. «Ci batteremo – ha spiegato Bellanova venerdì sera prima di lasciare il forum Coldiretti di Cernobbio – perché Bruxelles si faccia carico, con risorse specifiche, di queste emergenze molto pesanti per gli agricoltori». Certo anche il governo e le regioni dovranno partecipare alla costruzione di uno strumento di intervento «per farsi carico di queste situazioni di emergenza» perché «l’agricoltura da sola non puo’pagare un prezzo così alto, tanto più quando esprime genialità e impegno anti spreco». Domani nella riunione dei ministri Ue che si svolgerà a Lussemburgo la ministra porterà anche l’altra emergenza, quella della xylella. Certo, come ha sottolineato un report di Italia Olivicola, la campagna 2019 si annuncia con un aumento della produzione dell’89 per cento ma l’emergenza resta anche perché come denuncia Coldiretti la contaminazione della Xylella avanza al ritmo di 2 chilometri al mese e dopo aver devastato gli ulivi del Salento minaccia la maggior parte del territorio Ue perché sono stati segnalati altri casi di malattia, in Francia, Spagna e Portogallo. L’Unione europea conferma l’allarme e stima in quasi 5,5 miliardi i danni del parassita. Il conto emerge dal lavoro preparatorio compiuto dal Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) per stilare la lista di organismi nocivi per le piante che l’Ue considera prioritari. E si tratta di una valutazione per difetto perché conteggia solo l’impatto sulle rese, stimato al 70% del valore della produzione degli ulivi oltre i 30 anni e al 35% di quelli più giovani. Nella ricerca non vengono conteggiati i costi sociali, quasi 300 mila posti di lavoro in meno in Europa, e l’impatto su ambiente e attività connesse. Secondo le agenzie Ue, Xylella fastidiosa è il parassita vegetale dall’impatto potenziale più devastante in termini economici, sociali e ambientali. Una specie di nemico pubblico numero uno per l’agricoltura e la silvicoltura europee. Le nuove norme Ue contro i parassiti vegetali entreranno in vigore il 13 dicembre. Si tratta di una selezione dei patogeni da quarantena – per cui esiste obbligo di lotta e prevenzione a livello Ue – sui quali i paesi membri dovranno fare di più in termini di controlli. Da Cernobbio Ettore Prandini, presidente Coldiretti, sottolinea la necessità di «una strategia condivisa a livello istituzionale. Serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento a livello comunitario e nazionale anche con l’avvio di una task force». Prandini mette sotto accusa cambiamenti climatici, globalizzazione e mancati controlli. Tre criticità che sono anche all’origine dei 281 allarmi sulla sicurezza alimentare inviati all’Ue con il sistema di allerta Rapido. Per Coldiretti l’83% delle allerta riguarda cibi importati.