Monica Perosino

Anche un libro può violare il silenzio elettorale. Ieri pomeriggio, nel collegio numero 42 di Varsavia, i rappresentanti del PiS, il partito ultraconservatore che guiderà il Paese, non hanno gradito la trovata di Natalia e Katarzyna, 27 e 24 anni. Le ragazze si sono presentate al seggio ciascuna «brandendo» un libro di Olga Tokarczuk, la scrittrice liberale e femminista che, appena insignita del Premio Nobel, ha esortato i polacchi a scegliere «tra democrazia e autoritarismo». Bel tentativo, ma Natalia e Katarzyna sono state «accompagnate» fuori, e il PiS ha di nuovo vinto le elezioni. A seggi chiusi, l’esortazione di Tokarczuk, sembra non aver spostato di molto la scelta dei polacchi. Con un’alta affluenza (il 45,94% alle 17) gli exit poll del voto che deciderà il colore di 460 deputati e 100 senatori sembrano confermare i sondaggi della vigilia: il partito del premier Mateusz Morawiecki è in testa, e il «padrone della Polonia», il leader del PiS Jaroslaw Kaczynski, rimarrà alla guida del Paese. Non solo, contrariamente alle previsioni, la destra sovranista polacca avrebbe guadagnato la maggioranza assoluta dei seggi con il 43,6% dei voti e 239 deputati (quando la soglia era 231). Potrà quindi governare da sola. La colazione di centrodestra KO, guidata dal PO, partito fondato dal presidente uscente del Consiglio Ue Donald Tusk, si sarebbe fermata al 27,4% (130 seggi). Conferme e delusioni per le altre tre coalizioni minori: la Sinistra (Lewica) avrebbe ottenuto il 11,9% (43 seggi), e dopo un’assenza di quattro anni dal Parlamento sarebbe oggi la terza forza del Paese. Entra la Koalicja Polska (Coalizione Polacca), formazione di centrodestra guidata dal Kukiz 15 che avrebbe il 9,6% dei voti (34 seggi). Anche l’estrema destra anti-Ue della Konfederacja (Confederazione) di Korwin, avrebbe superato la soglia minima per i partiti (il 5%), conquistando il 6,4% e 13 seggi. Centrato il bersaglio della maggioranza assoluta, da domani, se i risultati verranno confermati, la strada per Jaroslaw Kaczynski sarà tutta in discesa. Ora non avrà ostacoli nel mantenere le «promesse» anche sulla riforma della giustizia, sulle limitazioni delle libertà individuali e su un giro di vite contro i media «troppo liberali». Riforme che la Ue ha giudicato «violazioni allo stato di diritto». «È ancora presto per dirlo – dice il politologo Andrzej Rychard -, ma credo che il PiS non sia un’entità rigida e immutabile, che andrà dritta per la sua strada autoritaria, che si scontrerà con l’Europa fino all’ultimo sangue, che limiterà ulteriormente la libertà di parola e di espressione». Se la maggioranza assoluta venisse confermata avrebbero i numeri poterlo fare: «Ma non sono stupidi – dice Rychard -. Il PiS ha come primo interesse il bene del PiS, il potere, e ha un’eccezionale capacità di mutazione. Sanno benissimo che per sopravvivere, in una Polonia che sta cambiando radicalmente – più progressista e secolarizzata -, dovrà mitigare le posizioni più dure. Sapranno anche questa volta trovare il modello di “modernizzazione conservatrice”. O almeno, lo spero».