Paola Di Caro

La solidarietà degli alleati, anche se del previsto vertice del centrodestra non ci sono tracce, era abbastanza scontata. Lo è molto meno quella arrivata ieri a Silvio Berlusconi da Matteo Renzi, dopo la notizia che conferma come dal 2017 la Procura di Firenze stia indagando su di lui per 23 reati, dalle stragi mafiose di Roma, Firenze e Milano all’attentato fallito a Maurizio Costanzo. «Vedere che qualche magistrato della Procura della mia città da anni indaghi sull’ipotesi che Berlusconi sia responsabile perfino delle stragi mafiose o dell’attentato a Costanzo mi lascia attonito», dice il leader di Italia viva. Le critiche alla Procura — quella che peraltro ha indagato i suoi genitori — e la difesa del Cavaliere mettono Renzi al centro di sospetti: è un tentativo di dialogo con FI, di conquista dei suoi parlamentari, o degli elettori delusi dagli azzurri? Aleggia ancora lo spirito del Nazareno, visto che anche Berlusconi ha fatto gli «auguri» all’avversario per il nuovo partito? «A differenza di quanto scrivono — rivendica invece Renzi — non ho mai governato con Berlusconi e mai FI ha votato la fiducia al mio governo (a tutti gli altri sì, a me no): dunque posso parlare libero, da avversario politico». E quindi «Berlusconi va messi d’accordo loro. Quando verranno in Aula daremo i nostri suggerimenti». L’uscita sicuramente fa piacere a Berlusconi, che oggi parlerà a Milano a un evento di FI, come quelle dei suoi alleati. Matteo Salvini sbotta: «Indagini sul Cavaliere? Ma basta, siamo seri, indaghiamo su spacciatori, stupratori, mafiosi e camorristi…». E Giorgia Meloni: «Se davvero le cose stanno così, l’inchiesta avrebbe del grottescoerischierebbe di ridicolizzare il delicato e fondamentale ruolo della magistratura». Solidarietà anche da Giovanni Toti: «Ancora un’indagine su Silvio Berlusconi!! E basta dai…! L’Italia ha bisogno di una giustizia credibile. Questa inchiesta non aiuta».