Paolo Baroni

«Il disastro Ilva è tutto politico, perché è troppo conveniente dal punto di vista politico litigare su quello che invece avrebbe conciliato, cioè produzione e ambiente dentro alla sostenibilità», sostiene il leader del metalmeccanici Cisl Marco Bentivogli. Che ora punta il dito contro i Cinque stelle, ma critica anche Pd e renziani che in Senato hanno detto sì alla cancellazione dello scudo penale. Mittal straccia il contratto per l’Ilva, epilogo atteso? «Beh, ci sono stati dei precedenti inequivocabili. Perché già durante il negoziato che ha portato all’accordo del 6 settembre 2018 i vertici di Arcelor avevano spiegato che non volevano un’immunità totale osinedie,machiedevanosolamente una salvaguardia che rendesse possibile l’attuazione del piano ambientale. E Di Maio aveva acconsentito. Dopo le elezioni europee, ed il conseguente tracollo elettorale, i parlamentari locali hanno iniziato a fare pressione e lo scudo è salato. Dopo che a luglio l’azienda ha fatto sapere che non avrebbe potuto continuare a gestire Taranto lo scudoèstatorimesso,mapoiinseguito ad un nuovo assalto a cui si sono uniti anche una parte di parlamentari pugliesi del Pdè saltatodi nuovo». Ma sull’ultimo voto in Senato le responsabilità non sono solo dei 5 Stelle, anche il Pd ha le sue colpe…. «Assolutamente,non solo il Pd ma anche Italia Viva e Renzi hanno delle responsabilità. Noi a tutti avevamo spiegato che, pena la rescissione del contratto,lenormenonsipotevano modificare. E che era un grande errore fornire un alibi all’aziendapermollaretutto». Quindi quel che dice il governo, ovvero che non ci sono i requisiti giuridici per rompere, non torna? «EalloraperchéDiMaioloaveva accettato se non era un vincolo necessario? Adesso poi sullo scudo minimizzano, addirittura hanno sostenuto che era sufficiente la tutela dell’art.51 del Codice penale. Cosa non vera, come dimostra il fatto tra il 2012 ed il 2015, quando lo scudo ancora non c’era, finì nei guai anche l’allora presidente di garanzia, l’ex prefetto Ferrante. Poi chiariamo: lo scudo ha un perimetro molto preciso, sia di applicazione (il piano ambientale) sia temporale, e inquesti anni tutti gli altri reati sono stati tutti regolarmenteperseguiti». Come se ne esce? «Chiediamo una convocazione immediata del Consiglio deiministri eun decretoche ripristinilo scudo». E secondo lei ArcelorMittal si fida ancora del governo? «In ogni caso ci sono 30 giorni per restituire gli impianti e tutti i rami d’azienda all’amministrazionestraordinariaeripassare tutti i dipendenti. E a questo proposito voglio ricordare che sei anni di amministrazionestraordinariacisono giàcostati 3,3 miliardi, poi sono aumentati gli incidenti ed è stato fermato quasi del tutto il piano ambientale. Insomma tornare indietro sarebbe un disastro totale, anche perché già oggi noi abbiamo circa 2 mila persone in Cig con l’amministrazione straordinaria più altri2.100conArcelor». È pensabile fare una nuova gara e cambiare cavallo? «Io, dopo questa prova della politica, sono curioso di vederechipuòvenireinItaliaametterealtrisoldisuprogetti industriali. Con Arcelor rischiano di perdere 4,2 miliardi, ma adesso chi viene a mettere anche solo 50 milioni? È come se avessimo affisso sul Paese un cartello con scritto “Se avete soldi da investire state lontani dall’Italia”. Il governo era stato avvisato che Arcelor è prontaa scappare, ma sia Patuanelli che Provenzano hanno minimizzato i rischi legati alla cancellazione dello scudo penale. Anche ora la prima risposta non è ammettere gli errori ma ragionare sui presupposti giuridici: si continua a non capire la gravità della situazione. Sono recidivi».