Paolo Mastrolilli

I democratici hanno fatto la scelta strategica di puntare sui temi concreti della loro agenda, soprattutto la sanità, ma anche clima e armi, per sfidare Trump alle presidenziali del prossimo anno. I problemi centrali che devono risolvere, però, sono due: primo, quanto spingere a sinistra le loro proposte; secondo, capire se Joe Biden ha la forza fisica e mentale per essere il front runner della corsa. Questi elementi centrali, che insieme all’andamento dell’economia decideranno le elezioni del 2020, al netto di sorprese, sono emersi nel dibattito di giovedì sera a Houston. Il terzo confronto tra i candidati democratici alla Casa Bianca era molto atteso, perché i concorrenti erano stati ridotti a dieci, e per la prima volta il favorito Biden si sarebbe trovato sul palco con la senatrice Warren, che insieme a Sanders lo tallona più da vicino nei sondaggi. Elizabeth contende a Bernie la leadership dell’ala più progressista del partito, che alla Camera si riconosce nelle posizioni della deputata Ocasio. L’interrogativo decisivo a cui gli elettori democratici dovranno rispondere durante le primarie è proprio quanto spingersi verso sinistra. Il dilemma è apparso subito evidente in tutta la sua concretezza, quando Biden da una parte, e Warren e Sanders dall’altra, si sono scontrati sulla sanità. Il moderato ex vice presidente ha insistito sulla necessità di migliorare la riforma voluta dal suo ex capo Obama, perché l’alternativa offerta dai sui avversari costerebbe 30 trilioni di dollari in 10 anni. I due senatori hanno risposto che l’unica soluzione efficace sarebbe il «Medicare for All», ossia estendere a tutti l’assistenza disponibile oggi solo per i più poveri, arrivando magari ad eliminare le assicurazioni private. Il costo lo pagherebbero i più ricchi, con più tasse e meno privilegi. Lo stesso dilemma si è riproposto su temi come il clima, dove la scelta è fra iniziative tipo il nuovo Green Deal proposta da Ocasio, o il ritorno alla linea di Obama e all’accordo di Parigi. Sulle armi, l’ex deputato del Texas Beto O’Rourke è arrivato a minacciare di togliere quelle da guerra dalle mani degli americani: «Se sono state pensate per il campo da battaglia, non dovrebbero essere in circolazione». Si è visto anche dalla disputa sull’eredità di Obama, con Biden che ha preso le distanze, quando gli altri lo hanno rimproverato di aver fatto troppe deportazioni di immigrati illegali: «Io ero il vice». Gli attacchi a Trump sono stati limitati, come quello di Kamala Harris, che lo ha sfottuto così: «Ora torna a guardare Fox News». Ciò segue la strategia adottata con successo da Nancy Pelosi alle elezioni midterm del 2018: non perdere tempo a denigrare il presidente, perché tanto si danneggia da solo, ma puntare invece sui temi concreti che interessano ai cittadini. Ammesso che alla fine la linea più moderata prevalga, il dubbio riguarda la capacità del 76enne Biden di rappresentarla fino in fondo. L’ex vice presidente ha cominciato con forza il dibattito, ma nella seconda parte è apparso incerto. Julian Castro, durante la disputa sulla sanità, lo ha attaccato sull’età: «Non ricordi neppure quello che hai detto due minuti fa!». Il pubblico l’ha presa male, forse Castro la pagherà. Ma l’incertezza su Joe resta l’elefante nella stanza. Anche se Trump, anticipando anche il duello, si è detto sicuro: sarà lui il mio rivale.