Paolo Rodari

«I soldi dell’Obolo di San Pietro usati per operazioni finanziarie? Non mi risulta. La segreteria di Stato ha in dote risorse di diversa provenienza, non soltanto quelle della carità del Papa le quali, per volere di Francesco, devono essere usate solo e soltanto per opere di bene. Non credo sia stato fatto diversamente». In un salottino di casa Santa Marta, la residenza dove Francesco ha deciso di abitare appena terminato il conclave, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, porporato sudamericano a capo del C9, il ristretto consiglio composto da cardinali chiamati a riformare la curia di Roma e la Chiesa, amico personale e consigliere di Jorge Mario Bergoglio fin da quando questi era arcivescovo di Buenos Aires, commenta le ultime vicende vaticane dopo l’anticipazione fatta da Repubblica del libro di Gianluigi Nuzzi “Giudizio universale”. Eminenza, si dice che il Vaticano sia sull’orlo del fallimento. L’Obolo in dieci anni è dimezzato, e solo 2 euro su 10 vanno davvero ai bisognosi. Come mai? «Ripeto, è una ricostruzione di cui non ho riscontro. Dire poi che il Vaticano è a rischio default è falso. La segreteria di Stato, fra l’altro, amministra anche le spese delle nunziature apostoliche. Gli ingressi economici di cui dispone vengono da più parti, non soltanto dall’Obolo. Ci sono, poi, le entrate dei musei vaticani che aiutano tutta la Santa Sede. A me sembra più che altro sia in atto una strategia di screditamento precisa». Quale? «Vogliono colpire il papato: prima dipingendo una Chiesa dove sono per la maggior parte pedofili, adesso mostrando una noncuranza economica. Ma non è così. Anche la vicenda che ha portato alle dimissioni del comandante della gendarmeria Domenico Giani merita approfondimenti diversi dai titoli di giornale». In che senso? «La pubblicazione del documento con i nomi delle persone sospese è stato un colpo basso contro di lui. A testimonianza che dentro il Vaticano continua a esserci un problema: qualcuno fa uscire le carte per destabilizzare». Scusi, però le carte parlano chiaro: hanno usato dei soldi per un’operazione finanziaria quantomeno spericolata. O no? «C’è stata una transazione sulla quale la Santa Sede ha fatto una normale operazione di sicurezza che non era destinata a essere pubblicata. Poi, come troppo spesso accade, qualcuno ha deciso di passare le carte ai giornali e a pagarne le conseguenze è stata per ora una sola persona». Mi scusi eminenza, ma cosa esattamente si vuole destabilizzare con il passaggio delle carte? «Intanto la gendarmeria, che ha visto fuoriuscire la sua guida. E poi il papato: durante un Sinodo dei vescovi dai contenuti decisivi si fa parlare d’altro». Insisto, ma è normale che avvenga una transazione su un immobile usando i fondi dell’Obolo di san Pietro? «Con quali soldi sia stata fatta l’operazione è ancora da chiarire. La magistratura lavora per giudicare. Fino a questo momento qualsiasi conclusione è senza fondamento». Perché il Sinodo sull’Amazzonia darebbe fastidio a qualcuno? «Non userei il condizionale. Dà fastidio. Papa Francesco desidera che la Laudato Sì’, la sua enciclica ecologia dedicata alla cura del creato sia conosciuta nella Chiesa. Lo sa che in parte della Chiesa statunitense non sanno nemmeno cosa sia?». Cioè? «Fanno finta che non esista. Perché una parte della Chiesa sembra essere più interessata ai grandi donatori, alle politiche delle compagnie del petrolio e del carbone. In questo senso il testo del Papa che chiede sviluppo sostenibile e giustizia sociale dà fastidio a chi è interessato solo ai soldi». Sta dicendo che esiste un mondo cattolico statunitense che snobba volutamente il Papa sui temi ambientali? «Diciamo che è quantomeno incomprensibile il fatto che una parte della Chiesa cattolica, nonostante uragani, siccità, cambiamenti epocali come conseguenza evidente dell’azione dell’uomo, non ascolti questi messaggi della natura e non si interroghi». C’è chi dice che la Chiesa dovrebbe occuparsi d’altro. «Figurarsi. Forse non sanno che non si può essere cristiani senza avere a cuore il creato». Alcuni sostengono che il Sinodo voglia tradire la dottrina, in particolare abolendo l’obbligo del celibato ecclesiastico. «In questi giorni a Roma ci sono tutti i vescovi amazzonici. Sa cosa fa il Papa e con lui il Sinodo? Li ascolta. Perché fa tanta paura l’ascoltare?» I “viri probati”, uomini anziani sposati ordinati preti, saranno la soluzione della mancanza di vocazioni? «Il Sinodo sta discutendo. È una soluzione intelligente anche se gli oppositori l’hanno presa come una bandiera per attaccare. Un’altra soluzione che vedo possibile è quella di ordinare preti i diaconi sposati. Fra l’altro nella tradizione cattolica esistono già i preti sposati, mentre Benedetto XVI ha ammesso i preti anglicani sposati convertiti al cattolicesimo. Il diaconato permanente potrebbe rimanere, ma alcuni di questi diaconi potrebbero essere ordinati sacerdoti per celebrare l’eucaristia». Il cardinale Walter Kasper ha detto che alcuni nella Chiesa stanno lavorando per il prossimo conclave. Cosa pensa? «Lasciamoli lavorare. Tanto è un lavoro inutile. Il conclave è sempre opera dello Spirito Santo, come hanno dimostrato i recenti conclavi. Le manovre umane falliscono». Francesco andrà avanti a lungo? «Certo. Sta bene e non ha nessuna intenzione di dimettersi. Il popolo sta tutto con lui, mentre le persone contro assomigliano ai farisei, attaccati alla lettera ma non allo spirito».