Simona Brandolini

Presidente Fico, alla Camera due giorni fa la Nota di aggiornamento al Def è passata per soli tre voti. Il governo traballa? «No. Non mi pare affatto traballi, credo anzi stia lavorando per attuare i punti dell’accordo di governo». Ma secondo lei questa Manovra rilancerà l’economia? «Il primo obiettivo è quello di non aumentare l’Iva. Serve inoltre avviare un percorso solido che rilanci in chiave sostenibile la nostra economia dando adeguate risposte a cittadini, imprese, lavoratori». Condivide la strategia sull’evasione fiscale? «È un tema su cui chiaramente va fatto un lavoroalivello normativo: la lotta all’evasione va fatta a tutti i costi. Sono convinto che vadano portate avanti misure incisive verso i grandi evasori, a partire da pene più pesanti». E cosa pensa della web tax? «Va affrontata a livello europeo perché si metta fine al fenomeno della concorrenza fiscale che crea distorsioni e squilibri tra i Paesi. Deve essere un punto chiave per la nuova Commissione». Il Movimento ha ingaggiato una battaglia contro i cambi di casacca. In che modo pensate di evitarli senza andare contro la Costituzione? «La strada migliore è agire suiregolamenti delle Camere. Si può lavorare sul regolamento della Camera, come hanno già fatto al Senato, contro il trasformismo». La Siria brucia. I curdi sono attaccati da Erdogan. Come si muoverà l’Italia? «L’Italia deve dare una risposta forte, tutta l’Europa deve condannare una violazione palese del diritto internazionale». Il Movimento compie 10 anni, ma la storia è assai più lunga. Per lei comincia nel 2005. Ha fondato uno dei primi meetup, in un locale di Mergellina, a Napoli. Quanto è cambiato il Movimento? «Molto. Ed è giusto che sia così, non potevamo rimanere uguali a noi stessi. L’ultima volta che sono stato sul palco dell’Arena Flegrea era nel 2007, quando Beppe Grillo chiamò il meetup di Napoli a partecipare. Una storia straordinaria. Ma è storia, non credo alritorno alle origini, ma al futuro. Quei 4-5 anni di esperienza dei meetup hanno imposto ai partiti una nuova agenda: acqua pubblica, ambienteein generale nuovi programmi. A noi è servito per creare partecipazione, coscienza critica. Anche se, a dirlo con franchezza oggi, se qualche partito avesse risolto una piccola parte delle nostre istanze, il Movimento 5 Stelle non sarebbe nato». Cioè non vi sareste mai candidati in Parlamento? «No. E questo è stato il primo cambio: da cittadini con l’elmetto alla nascita del Movimento». Dunque ora è un partito? «Non è un partito, resta un movimento che è cresciuto ed è presente nelle istituzioni a tuttiilivelli e che ha dovuto fareiconti con la gestione delle istituzioni e la complessità del lavoro nelle istituzioni. Non è stato facile entrare nelle dinamiche parlamentari, in quelle dei consigli comunali, mantenere l’asse sui nostri temi. Cercare di comprendere le diverse posizioni all’interno del movimento». Lei le chiama dinamiche, ma assomigliano più a faide. «Sono dinamiche che quando si è in tanti si sviluppano. Non sono un problema quando sono gestite. Diventano un problema quando c’è chiusura rispetto alle istanze interne. Il dibattito interno è il sale della democrazia. Se si trova una sintesi diventa risorsa e opportunità. Altrimenti si finisce come gli altri partiti. Noi dobbiamo trovare una strada comune e partecipativa, tante volte l’abbiamo persa e altre ritrovata». I dissidenti, tra cui molti epurati, hanno lamentato la scarsa democrazia interna, l’assenza di un luogo fisico dove discutere. «È una delle questioni che ho sempre portato avanti, abbiamo bisogno di un luogo dove confrontarci in modo approfondito. Oggi ne abbiamo vari: l’assemblea del gruppo parlamentare della Camera e del Senato, quella congiunta, le riunioni dei gruppi regionali, quelle municipali, poi le tematiche e Rousseau su cui votiamo le scelte importanti. Tanti livelli, che vanno messi a sistema». Intanto in molti non parteciperanno ai10 anni del Movimento. Tra cui le ex ministre Barbara Lezzi e Giulia Grillo. «Che Grillo e Lezzi non partecipino è un dispiacere perché sono due risorse, persone che hanno dato tanto al Movimento. Pongono delle questioni che vanno ascoltate, l’ho fatto anche io a Italia 5 Stelle in passato. Vanno ascoltate e serve trovare una chiave per rispondere all’esigenza di maggiore collegialità». In cosa deve cambiare, se deve cambiare, il Movimento? «La nostra organizzazione è sempre stata fluida. Ora deve cambiare ulteriormente, la maggiore collegialità è importante. Dall’altro lato dobbiamo confrontarci con i temi del presenteesempre di più costruire le tematiche del futuro. Dobbiamo riuscire ad anticiparle: la questione ambientale, quella delle emissioni, dobbiamo riconnetterci con tutte le piazze che abbiamo visto in Europa e in Italia». Lei nel 2007 e nel 2008 era nelle discariche di Terzigno e Pianura con Beppe Grillo. In Campania si era in piena emergenza rifiuti. Cosa pensa ora guardando quello che accade a Roma, dove governa un vostro sindaco? «Sui rifiuti la questione è nazionale. Bisogna introdurre il principio che il rifiuto non esiste, promuovendo il modello di economia circolare. Servono impianti all’avanguardia, serve aumentare sempre più la raccolta differenziata. E serve dire definitivamente basta a nuove discariche e inceneritori. Dobbiamo connettere la legislazione italiana alle esigenze dei comuni che sono quelle dei cittadini. Serve minore burocrazia, finanziamenti e fondi controllati. Il Parlamento deve supportare i sindaci». Si trova, diciamo, più a suo agio con il Partito democratico? «Il presupposto è che il Movimento per la prima volta, dopo essersi confrontato col Parlamento, ora governa. Appena eletti, col 33%, volevamo provarci perché ci sembrava la cosa più giusta e seria. Abbiamo cominciato un dialogo parlamentare. Prima con la Lega, poi col Pd, poi di nuovo con la Lega che era disponibile. Con tutte le problematicità del caso abbiamo siglato un contratto. La Lega ha tradito questo contratto. Siccome siamo post-ideologici abbiamo cercato un percorso sui temi, ora bisognerà vedere». Intanto però con il Pd state facendo accordi politici in vista delle Regionali. Cominciando dall’Umbria. «Questa per noi è la novità più grande. La prima volta vera, se così vogliamo dire. In una Regione con problemi abbiamo stretto un accordo per il bene dei cittadini umbri. Abbiamo fatto un passo indietro, per far fare un passo in avanti ai cittadini. Per ora solo in Umbria, però». Vuol dire che altrove sarà diverso? «Ogni territorio è diverso, ha una classe dirigente differente e problemi differenti». Insomma in Campania non si vedrà mai un asse 5 StelleDe Luca? «È un’ipotesi che non esiste assolutamente».