Simona Verrazzo
Il professore universitario ha avuto la meglio sull’imprenditore miliardario: Kaies Saied è il nuovopresidentedellaTunisia. Ieri il paese nordafricano è tornato alleurne, auna settimanadal voto legislativo, per il secondo turno delle presidenziali. Il primo si era svolto lo scorso 15 settembre ed erastatocontraddistintodall’affermazione di due candidati anti-sistema,diversissimi tra loro,maaccomunati dal non appartenere ai partiti politici tradizionali. Al ballottaggiodi ieri sono arrivatiKaies Saied eNabilKaroui.Deidue ilnome più noto era quello del secondo: Nabil Karoui, 56 anni. Magnate delle comunicazioni, proprietario del più grande gruppo televisivo privato della Tunisia, ha fatto l’intera campagna elettorale dal carcere,doveera finito il23agosto in seguito all’arresto per corruzione. CAMPAGNA ELETTORALE Nonostante fosse in prigione era riuscito a passare al primo turno, arrivando al ballottaggio di ieri. Soltanto mercoledì è stato scarcerato, in tempo per il dibattito tv di venerdì contro il suo sfidante, che però ha avuto la meglio. Secondo gli exit poll, confermati dalla tv di Stato, Saied si è affermato con il 72,53% delle preferenze, contro il 27,47%diKaroui. Tanto noto allecronache,siaper i suoi affari milionari sia per i suoi guaigiudiziari,eraKaroui,quanto poco lo era Saied, almeno fino allo scorso 15 settembre, quando, contro ogni previsione e correndo come candidato indipendente, era riuscito a conquistare il secondo turno. Classe ‘58, originario di Tunisi, sposato con tre figli, Kaies Saied viene definito dai media come “professore ascetico”, per la semplicità e la sobrietà del suo stile di vita. Di famigliamodestama sempre dedita agli studi universitari, può vantare come zio paterno Hicham Saied, il primo chirurgo pediatrico della Tunisia moderna, cheportò a termine anche la separazione di una coppia di gemelli siamesi. Kaies, invece, si è dedicato a un altro tipo di carriera accademica, continuando tuttora a svolgere la sua attività di docente diDirittocostituzionaleall’Università di Tunisi, sebbene in passato abbia ricoperto anche altri incarichi di responsabilità tra cui quello dimembro del comitato di esperti per la revisione del progetto della Costituzione tunisina nel 2014. La suacampagna elettorale èstatacaratterizzatadaunminimalismodi forma,bilanciatodaunaprofondità di contenuti, rivolgendosi agli elettori in arabo classico. E quello chepotevaessereunpuntodebole si è invece rivelato la sua forza e peculiarità. ALLEANZE Tra i principali punti del suo programma elettorale c’è sempre stata l’istruzione e, nonostante il linguaggio quasi d’altri tempi, ha continuato a rivolgersi soprattutto ai giovani laureati tunisini che vogliono far crescere il proprio paese enon esserecostrettia espatriare. Ad aiutarlo anche l’alta affluenza(quasi il40%atreoredalla chiusura delle urne, alle 18.00) Una grande percentuale di consenso,grazieanchealsostegno annunciato alla vigilia del voto da partediEnnahda, ilpartito islamista uscito vincitore alle elezioni legislative del 6 ottobre. Karoui, invece, aveva sempre ribadito l’intenzione di non allearsi con Ennahda, a sottolineare la laicità del movimento da lui fondato a giugno,“CuoredellaTunisia”.Dopo il votoper ilrinnovodelParlamento e l’affermazione di Ennahda, c’è stato grande interesse per questo ballottaggiocon due candidati anti-sistema. Per la Tunisia le presidenziali concluse ieri, anticipate per la morte a luglio dell’allora presidente Beji Caid Essebsi, sono state l’ennesimo banco di prova per mostrare al mondo il proprio percorso politico. Grande è stato l’interessedellacomunità internazionale, alla luce anche della nuova crisi appena scoppiata in Medio Oriente, per il paese che diede il via alla Primavera araba, nel dicembre 2010, e l’unico ad aver pienamente intrapreso, almeno finora, lastradadellademocrazia. Simona Verrazzo