Stefano Montefiori

«In questi giorni c’è una grande attività politica e diplomatica di Parigi in direzione di Roma, come dimostra il viaggio del presidente Macron in Italia il 18 settembre prossimo», dice il politologo Dominique Reynié. Che cosa significa per la Francia e per l’Europa l’arrivo oggi a Bruxelles di un Conte capo di un governo stavolta europeista? «È una grande occasione, che Francia e anche Germania non possono mancare. Nei giorni della Brexit e di altri Paesi, come la Spagna, in difficoltà, il ritorno dell’Italia alla sua tradizione di Paese fondatore è una notizia insperata». Pensa quindi che l’Italia potrà godere dell’aiuto francese nelle discussioni su temi chiave come i migranti, con la riforma del Trattato di Dublino, e la manovra finanziaria? «Penso di sì, altrimenti crolla tutto. Francia e Germania non possono più lasciare l’Italia da sola. È mancata una gestione politica della questione, che non riguarda solo le ricadute economiche ma anche le conseguenze sulla civiltà europea. Per questo un commissario alla Protezione dello stile di vita europeo mi pare un’idea ottima, non condivido le proteste. Quanto all’economia, l’Italia ha difficoltà a rispettare Maastricht ma questo capita anche alla Francia. Grazie a un errore di Salvini si è aperta una finestra di opportunità per l’Europa, ma occorrono risultati, e in fretta. Parigi vorrà fare il possibile per aiutare il governo italiano a dimostrare, nei fatti, di essere più efficace del precedente».