Stefano Zurlo

Bibbiano è sempre più lontano. E il palco affacciato sul pratone di Pontida assomiglia sempre più al set di un giallo. Prima la scoperta che Greta, «la splendida bambina», come l’ha chiamata Matteo Salvini, non viene dal paesino dell’Emilia ma è lombarda. Ora, la seconda puntata di quello che promette di essere un rebus a puntate: una delle protagoniste della manifestazione di domenica, Maricetta Tirrito, immortalata dai flash a fianco della mamma di Greta, sarebbe una simulatrice. Anzi, senza il condizionale a leggere un articolo di Repubblica del 2001 che raccontava come la signora fosse stata condannata in primo grado a Palermo per essersi inventata una inesistente sequenza di aggressioni, minacce e molestie telefoniche. Eppure quel curriculum accidentato e quel passato scivoloso sono passati inosservati, e così la donna dalla biografia che pare un cratere, compreso il riconoscimento di una parziale incapacità di intendere e di volere, è finita nelle foto con Salvini. Il caso drammatico di Greta è vero, ma tutto il contorno prende le tonalità indefinibili di un fotomontaggio. E cosi le polemiche già affilate, perché il leader della Lega ha esposto ai gorghi della politica degli infanti, diventano ancora più fragorose. È Selvaggia Lucarelli ad alzare il sipario sulla vicenda: «Questa signora sostiene di essere fondatrice e sostenitrice insieme a Sara, la mamma di Greta, di una rete molto ampia sul territorio, il movimento spontaneo #Bambinistrappati e che lei e Sara rappresentano le mamme di Bibbiano e altre mille mamme vittime dei servizi sociali». «Bene – va giù pesante la Lucarelli -. Maricetta Tirrito, ex militante della Rete di Leoluca Orlando, anni fa fu condannata per simulazione di reato perché finse di essere stata vittima di una lunga serie di aggressioni (si procurò tagli e ferite accusando tre persone innocenti)». Insomma, una storia già al limite, con i bambini tirati di qua e di là dai leader di partito e poi esibiti a Pontida, rischia di far perdere ogni credibilità a chi l’ ha scritta e maneggiata e pure a chi combatte una sacrosanta battaglia di civiltà contro gli eccessi e le storture del sistema giudiziario. «Addirittura – prosegue implacabile Lucarelli – secondo Repubblica ammise di essersi inventata tutto “per ottenere la scorta” ed emulare i capi del movimento nel quale militava». Siamo nei bassifondi della mischia di Palazzo e ci si chiede, se le informazioni sono esatte, come questa signora abbia avuto tanta visibilità e credito. «Una falsa maltrattata – è la durissima sintesi della giornalista – che rappresenta sul palco di Pontida le accusate di falsi maltrattamenti». E la popolare opinionista aggiunge in coda un altro episodio sconcertante: Maricetta Tirrito si «presentò davanti al tribunale di Macerata con un trolley insanguinato» per sottolineare a suo modo l’importanza del processo al presunto assassino di Pamela Mastropietro. Da Macerata a Bibbiano il passo, a quanto sembra, è stato breve. Ma è stato un passo falso anche per Matteo Salvini. E per la dirigenza leghista che ha gestito il faccia a faccia con la folla senza un minimo di prudenza e sobrietà.